KOSOVO. Gli USA appoggiano la creazione dell’esercito 

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Gli Stati Uniti stanno appoggiando le mosse del Kosovo per la creazione di un esercito regolare, ma hanno cercato di rassicurare coloro che si oppongono all’azione, insistendo sul fatto che il processo richiederà “molti anni”. L’ambasciatore degli Stati Uniti a Pristina, Philip Kosnett, in un’intervista con la televisione Rtk lo scorso 6 dicembre, otto giorni prima che il parlamento kosovaro si appresti a votare se trasformare le forze di sicurezza del paese balcanico in un esercito nazionale.

Le parole di Kosnett sono arrivate ore dopo che il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg aveva sottolineato che il piano del Kosovo era “inopportuno” e andava «contro il parere di molti alleati della Nato», riporta Rferl. Belgrado e i serbi di etnia serba in Kosovo si sono opposti alla creazione di un esercito kosovaro, dicendo che si sarebbero violate le risoluzioni delle Nazioni Unite e che questo strumento sarebbe stato usato contro la minoranza serba del paese, fatto negato da Pristina. Kosnett ha detto che «è naturale che il Kosovo, come paese sovrano e indipendente, abbia una capacità di autodifesa (…) Alcune persone nei paesi vicini hanno fissato una certa data che si avvicina molto presto e hanno espresso il timore che l’evoluzione della forza di sicurezza del Kosovo in forze armate possa avere implicazioni negative per la sicurezza (…) Quello che dirò a questo proposito è che si tratta di un processo che richiederà molti anni. Che il Kosovo ha ogni ragione, ogni diritto ad avere una capacità di autodifesa. Che approvino questa legge o che cambino i fregi sulle spalle del personale ad una certa data, non è la cosa più importante», ha insistito Kosnett.

Ciò che è importante è che sarà un processo «lungo, sostenibile e multietnico» che coinvolgerà l’etnia serba e membri di altre comunità, ha aggiunto.

Kosnett ha anche chiesto la creazione di un dialogo tra il Kosovo e la Serbia, affermando che «è importante che le persone di entrambi i paesi comprendano la prospettiva dell’altra parte, perché quando non si comunica, ogni sorta di paure emergeranno in superficie e la gente teme sempre ciò che non capisce», ha aggiunto l’ambasciatore.

Anna Lotti