KFOR. Cambio al vertice

103

KOSOVO – Belo Polje 11/06/2014. «Vi porto il saluto del Capo di Stato Maggiore della Difesa e di tutte le Forze Armate al passaggio di Consegne tra il Colonnello Antonio Sgobba, Comandante del 52° Reggimento Artiglieria Torino ed il Colonnello Angelo Minelli Comandante del 8° Reggimento Lancieri di Montebello, al Comando del Multinational Battle Group West».

Queste le parole di apertura del discorso del Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini, presente ieri nella base del “Villaggio Italia” a Belo Polje in Kosovo alla cerimonia del passaggio di responsabilità alla guida del Contingente italiano e del Multinational Battle Group West della Kosovo Force (KFOR); presenti anche il Generale di Divisione Salvatore Farina, Comandante di KFOR, l’Ambasciatore d’Italia in Kosovo SE Andreas Ferrarese, e numerose autorità religiose, militari e civili. 
Nel corso dell’operazione, gli artiglieri di Vercelli hanno contribuito al mantenimento di un ambiente sicuro nella propria area di responsabilità, garantendo, tra l’altro, la sicurezza del sito religioso del monastero di Visoki Decani, patrimonio UNESCO dal 2004. Di rilevante importanza è stato inoltre il concorso fornito nell’assicurare la regolarità del processo elettorale, nelle diverse tornate svoltesi in Kosovo nei mesi di gennaio, marzo e, di recente, per le consultazioni politiche dello scorso 8 giugno.
Nel suo intervento il Generale Bertolini (a sinistra, in basso) ha inoltre sottolineato che: «La presenza militare italiana in Kosovo, iniziata a partire dal 1999, ha conosciuto negli anni una progressiva evoluzione, via via che si andava modificando il quadro di sicurezza reale sul terreno. È stato un impegno ispirato al massimo rispetto per le popolazioni di queste terre, così importanti per la storia del nostro antico Continente Europeo e per il nostro stesso paese. Per il futuro l’Italia rimane fortemente impegnata nella stabilità e nello sviluppo di questa regione e continuerà, con immutato impegno nella sua attività di sostegno al paese. Posso quindi, senza ombra di dubbio affermare che il Battle Group ha assolto pienamente la sua missione e rivolgo a voi il mio sincero apprezzamento per quello che avete fatto, per la pace e la stabilità dell’area sotto la vostra responsabilità».
Ha inoltre voluto porre l’attenzione sull’ottica nazionale di questa missione: «Ci tengo a precisare che la missione non si esaurisce nella pur nobile funzione della difesa e della sicurezza, quasi fossimo un passivo strumento per fronteggiare le emergenze, una specie di protezione civile con le stellette a cui ricorrere – con fastidio – quando proprio non se ne può fare a meno. Al contrario, le Forze Armate nel mondo odierno sono prima di tutto un potentissimo strumento di politica estera senza il quale ogni paese che tale politica voglia esprimere o anche semplicemente voglia tutelare la sua immagine ed i suoi interessi in ambito internazionale, sarebbe pressoché impotente. E questo lo vediamo ogni giorno nei diversi teatri operativi nei quali i nostri soldati operano, proponendosi quali rappresentanti di assoluto livello del nostro paese, ed imponendosi all’attenzione di alleati e popolazioni locali per virtù, che a sentire gli squallidi resoconti di alcuni dei nostri media, sembrerebbero – a torto – estranee alla nostra civiltà».
Il comandante di KFOR, generale Farina, ha voluto porre l’accento sul qualificato contributo alla sicurezza offerto dal Multinational Battle Group West: «Proprio in occasione delle recenti elezioni politiche durante le quali i militari italiani e stranieri agli ordini del Colonnello Sgobba hanno lavorato gomito a gomito con la Kosovo Police, gli agenti di EULEX, ed i rappresentanti e gli operatori dell’OSCE, dell’Unione Europea e delle altre Organizzazioni Internazionali e le Autorità locali del Kosovo per la perfetta riuscita di questa importante ed impegnativa operazione».
Il 52° reggimento “Torino” e il personale del 1° Reggimento Trasmissioni di Milano rientrano in Patria dopo aver promosso nei sei mesi di mandato anche diverse iniziative CIMIC destinate a migliore le condizioni di disagio della popolazione ed offrire ad essa nuove opportunità per il futuro, con attenzione particolare alle giovani generazioni. Il Colonnello Antonio Sgobba, dopo aver ringraziato i militari schierati davanti a lui, ha messo in evidenza che il lavoro svolto durante questi sei mesi di permanenza sul terreno è stato reso possibile grazie «alla forte motivazione, entusiasmo e passione, al fine di garantire un ambiente sicuro in Kosovo.Ho veramente apprezzato il vostro ottimo lavoro e non ho dubbi che la professionalità e la determinazione dei contingenti austriaci, moldavi e sloveni porteranno lo spirito del BG-W nel futuro, mantenendo, insieme al nuovo contingente italiano, un elevato livello di realizzazioni.
Sono pienamente convinto che questa missione ci ha arricchito, come uomini e donne, che hanno sempre operato al servizio della pace. È stata una fase straordinaria della nostra vita, ed anche una vasta esperienza incredibile». Ha poi sottolineato l’importanza dei progetti realizzati in base al mandato ricevuto: «Non posso esimermi dal citare alcuni dei molteplici impegni portati a termine in questo intenso ma esaltante periodo:
la sorveglianza dei PrDSS dislocati nella nostra area di interesse;
i pattugliamenti diurni e notturni;
il supporto alle istituzioni locali e la collaborazione con la Kosovo Police e con la EULEX;
le lodevoli iniziative promosse nel campo della cooperazione civile e militare, soprattutto nei settori della sanità e dell’istruzione;
la costante presenza delle nostre unità di manovra in tutto il territorio Kosovaro, e in particolare nell’area ovest, per garantire la liberta’ di movimento e, più in generale, un ambiente sicuro per tutta la comunità».

Foto di Antonio Masiello