KENYA. Foreste a ferro e fuoco contro Shabaab

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Le forze armate del Kenia questa settimana hanno iniziato una vasta operazione, che include anche attacchi aerei, sulla foresta in cui sono nascosti gli islamisti somali accusati di aver compiuto attacchi contro la popolazione civile e le forze di sicurezza.

Gli estremisti islamici hanno ucciso due civili nelle ultime due settimane e hanno giustiziato tre poliziotti nel distretto di Lamu, che confina con la Somalia. Gli islamisti di al-Shabaab hanno rivendicato la responsabilità per gli omicidi delle forze di polizia. La polizia keniana dice che i militanti hanno utilizzato la foresta di Boni come base per attacchi nella regione, riporta il portale sudafricano Defence Web.

«È iniziata una grande operazione nella foresta di Boni. Stiamo rastrellando la foresta» hanno comunicato le forze armate keniote. «Faremo tutto il necessario per mettere al sicuro la foresta e spingeremo le comunità vicine a stare lontane per evitare danni», prosegue il comunicato militare.

Gruppi armati, molti dei quali sembravano essere di etnia somala, hanno attaccato lo scorso 7 luglio due villaggi, andando di casa in casa, prendendo gli uomini non musulmani, per poi decapitarli. Il governo l’8 luglio ha imposto il coprifuoco dal crepuscolo all’alba per tre mesi a Lamu e in altre due contee vicine.

Al Shabaab sta combattendo per rovesciare il governo filo-occidentale sostenuto dalla Somalia e imporre la propria Legge, basata sulla rigorosa interpretazione del diritto islamico, della Sharia. Gli islamisti spesso hanno lanciato degli attacchi in territorio keniano allo scopo di far ritirare il Kenya dalla Somalia. Le truppe keniane fanno parte della forza di mantenimento della pace Amison, su mandato dell’Unione africana, che difende il governo centrale della Somalia contro al Shabaab.

Il paese africano, oltre alla minaccia alla propria sicurezza, sta vivendo un rallentamento della crescita del prodotto interno lordo. Il Pil è decelerato nei mesi scorsi al 5,5 per cento; si tratta di uno 0,5 per cento inferiore rispetto alle previsioni del 2016, secondo dati della Banca Mondiale.

Luigi Medici