Crimea: Obama chiede aiuto al Kazakhstan

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KAZAKHSTAN – Astana. 13/02/14. Secondo la testata Azattyk, il presidente statunitense Barack Obama ha discusso con il presidente Nursultan Nazarbayev della crisi in Ucraina.

Secondo i rapporti della Casa Bianca, Obama ha esortato Nazarbayev a svolgere un ruolo attivo nella ricerca di una via d’uscita pacifica della situazione in Ucraina.

Secondo la testata, la chiamata di Obama a Nazarbayev è abbastanza anomala soprattutto per la richiesta di aiuto nella vicenda.
Secondo gli analisti di Azattyk la telefonata del Presidente degli Stati Uniti è stata fatta per motivi strategici: il Kazakhstan ha ottimi rapporti con la Russia ed è un partner strategico del Cremlino. E ancora l’Ucraina per il Kazakhstan è importante e preoccupa la leadership e da qui la richiesta di fare da mediatore per la “questione Crimea”. Non solo Nazarbayev da tempo sta cercando un ruolo di mediatore per le questioni internazionali. Per esempio, per qualche tempo ha cercato di rafforzare la posizione del Kazakistan come centro per lo studio delle questioni di tolleranza religiosa.
Il Kazakistan è uno dei pochi paesi la cui voce, avrà un peso per la leadership russa e il presidente Putin, essendo un Paese chiave per la nuova politica russa dell’Eurasia ed è al momento quello più importante tra i paesi che hanno aderito all’Unione doganale. Quindi se Nazarbayev interverrà nella questione Putin sarà costretto ad ascoltare quanto ha da dirgli.
Diversa invece la posizione degli altri paesi dell’Asia Centrale che per ora non hanno preso posizione nella questione Ucraina, anche se dall’articolo si evince che questi paesi si dovrebbero preoccupare di quanto detto da Putin. «La Russia, si legge nell’articolo, è pronta a fare di tutto al fine di tutelare i propri interessi nelle ex repubbliche sovietiche, se questi stati cominciano ad allontanarsi dalla Russia, questa interviene indipendentemente dalla leadership, almeno questo è quello che si evince da quanto sta accadendo in Crimea».
La questione di Sebastopoli, per esempio ha già sollevato la questione di altre autonomie come quella del Kazakhstan del Nord che vuole rientrare sotto il mantello russo. Quello che va evitato a tutti i costi è la guerra e ancora le sanzioni contro la Russia perché queste influenzeranno la politica tra Astana e Mosca. E ancora si raffredderanno i rapporti tra il Cremlino e Bruxelles. C’è già chi vocifera che l’azione di Putin mira a minare i rapporti tra le ex repubbliche sovietiche e l’Europa in modo da mantenere la sua predominanza in amteria di riforornimento energetico.

La leadership del Kazakistan ha lavorato molto duramente negli ultimi 20 anni creare un proprio modello di multi-vettore diplomazia, nel tentativo di coinvolgere contemporaneamente il suo in Occidente, Russia e Cina. Quindi le alleanze che si vanno a stringere in questi giorni saranno un chiaro indicatore del nuovo scacchiere geopolitico internazionale. Perché se la Russia stringerà maggiormente i suoli rapporti con il Kazakhstan, come partner principale regione, è possibile che non ci sarà più pressione sul Kazakistan a sostegno delle iniziative russe a livello internazionale. Se invece la Russia perderà l’Ucraina, forse si avrà una pressione ancora maggiore sul Kazakistan e sicuramente la Russia adotterà misure al fine di non commettere gli stessi errori con il Kazakistan.