Quel legame italo-russo

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ITALIA – Roma 29/12/2014. Le sanzioni economiche Ue contro la Russia e la successiva reazione hanno aumentato l’importanza degli scambi commerciali tra la Russia e l’Italia.

Lo ha affermato l’addetto commerciale russo Igor Karavayev, a Roma e ripreso dall’agenzia Sputnik il 29 dicembre. «Paradossalmente, L’attuazione delle sanzioni e l’embargo hanno sottolineato l’idea che l’Italia e la Russia hanno bisogno l’una dell’altra, e che non possono permettersi di voltarsi le spalle a vicenda, abbandonando l’ampio commercio, la realtà economica, gli investimenti industriali e tecnologici e la collaborazione che ha da tempo legato i nostri paesi» ha detto Karavayev.
Secondo Karavayev, la Coldiretti stima che il paese rischia di perdere più di 200 milioni di euro ogni anno a causa dell’embargo russo sull’alimentare.
Nel mese di agosto, il Cremlino ha vietato le importazioni alimentari dell’Ue per un anno come rappresaglia per le sanzioni economiche contro la Russia legata alla crisi dell’Ucraina. Il ministro dello Sviluppo Economico russo Alexei Ulyukayev ha poi aggiunto che il divieto sarebbe rimasto in vigore fino alla revoca delle sanzioni dell’Unione europea.
In Italia, i produttori di carne, frutta, verdura e i lattiero-caseari sono stati quelli colpiti più duramente ha detto Karavayev, il quale ha citato anche un dato tratta da stime dell’Università Bocconi di Milano secondo cui il Pil italiano potrebbe contrarsi di 9,5 miliardi di euro se Mosca estendesse il divieto ai tessili e ai macchinari provenienti dall’Unione europea. Karavayev ha poi riportato i dati statistici dell’associazione dei calzaturieri italiani, Acni, secondo cui le importazioni verso la Russia sono scese del 20 per cento nei primi sette mesi del 2014. Le stime Acni suggeriscono che un embargo supplementare russo potrebbe ridurre le importazioni di calzature di un altro 10 per cento mettendo fuori dal circuito lavorativo 10mila persone su lavoro, ha detto. Ma Karavayev ha aggiunto che c’era stato anche un dato “positivo” in dato altalenante nel commercio italo-russo: il crollo del rublo non ha inciso sulla volontà delle imprese italiane di rispettare i contratti esistenti: «Le aziende e le imprese presenti sul mercato russo da anni credono che un rublo debole rappresenti una buona opportunità per investire in nuovi progetti e nello sviluppo delle risorse esistenti».