
Il Presidente iraniano Pezeshkian va all’attacco dell’AIEA in una telefonata con Macron: “I doppi standard dell’AIEA hanno creato molti problemi per la sicurezza regionale e mondiale. Macron ha esortato l’Iran a tornare a collaborare con l’agenzia ma Pezeshkian ha incalzato: “Perché Israele, che non è membro del TNP, dovrebbe essere il riferimento e la base dei rapporti dell’AIEA?”
Il Grande Ayatollah Makarem Shirazi, autorità religiosa e professore di giurisprudenza e principi a Qom, ha emesso una fatwa contro Trump e Netanyahu; sI fa riferimento alla volontà di Tel Aviv di voler eliminare l’ayatollah Khamenei: “Nel nome di Allah, il Clemente e il Misericordioso
Qualsiasi individuo o regime che minacci la Guida (Imam Khamenei) o l’autorità religiosa (Marja’iyyah) con l’intento di danneggiare la Ummah islamica e il suo sistema di governo – o, Dio non voglia, che infligga loro qualsiasi danno – deve essere trattato come chi ha dichiarato guerra ai musulmani. Sostenere o cooperare con tali individui in qualsiasi modo è proibito (haram) per i musulmani e i paesi islamici. Tutti i musulmani del mondo devono rispondere a questi nemici in un modo che li faccia pentire delle loro parole e azioni. Se dovessero sopportare difficoltà o danni in questo percorso, riceveranno – se Dio vuole – la ricompensa di coloro che combattono sulla via di Allah”.
Nelle stesse ore, il ministro degli Esteri israeliano ha affermato che il Golan “rimarrà parte” d’Israele in qualsiasi accordo di pace con la Siria. Gli ha fatto eco il ministro delle Finanze israeliano Smotrich:
“La Siria, che un tempo sognava di cancellare Israele dalla mappa, oggi ci invia degli inviati per parlare di normalizzazione e pace”.
Il Ministro israeliano afferma che non verranno fatte concessioni nemmeno simboliche agli stati arabi e che Israele accetterà solo la sottomissione unilaterale alla propria egemonia regionale.
A tal proposito, l’ambasciatore statunitense in Turchia, Thomas Barrack ha detto: ”Gli accordi di pace con Israele sono essenziali per la Siria e il Libano, e la guerra israelo-iraniana apre una nuova strada per il Medio Oriente”.
Verso una soluzione diplomatica tende il discorso del leader egiziano Al Sisi: ”Traiamo ispirazione dall’esperienza di pace tra Egitto e Israele degli anni ’70, mediata dagli Stati Uniti”,
Donald Trump entra nelle vicende giudiziarie di Benjamin Netanyahu che lo ha ringraziato per il messaggio su Truth Social, in cui criticava il suo processo, e ha dichiarato che lui e Trump “renderanno il Medio Oriente di nuovo grande!”. Il 30 giugno, si apprende che “le udienze di Netanyahu di questa settimana sono state annullate per ragioni diplomatiche e di sicurezza classificate”.
I media israeliani poi riportano l’allarme lanciato dall’IDF secondo cui “il pericolo si sposterà dal nord al confine orientale con la Giordania. L’esercito ritiene che l’Iran cerchi di destabilizzare la sicurezza della Giordania e di trasformarla in una base per lanciare le sue operazioni contro Israele”.
Hamas ha rilasciato una dichiarazione di lutto per i leader militari e scientifici iraniani morti nell’attacco aereo israeliano sul territorio iraniano. Il movimento ha condannato l’attacco come parte di una campagna in corso di terrorismo israeliano organizzato, volta a mettere a tacere la Resistenza e ad affermare il controllo sulla regione.
Hamas ha fatto il nome di diverse figure dell’establishment militare iraniano: generale Gholam Ali Rashid – Comandante, Quartier Generale del Profeta al-Azam; Generale Mohammad Hossein Baqeri – Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate; Generale Hossein Salami – Comandante in Capo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC); Generale Amir Ali Hajizadeh – Comandante della Forza Aerospaziale delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC); Generale Mohammad Kazemi – Capo dell’Intelligence delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), Generale Mohammad Reza Nasser Baghban (Haj Mohsen) – Rappresentante della Guida Suprema, Intelligence delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC); Generale Mohammad Saeed Izadi – Comandante della Divisione Palestina della Forza Quds; Generale Behnam Shahriyari – Capo dell’Unità di Trasferimento Armi, Forza Quds; Generale Ali Shadmani – Comandante, Quartier Generale di Khatam al-Anbiya.
Nel suo messaggio di cordoglio, Hamas ha “elogiato i loro sacrifici come luce guida nella lotta per la liberazione e ha affermato che il loro sangue puro accelererà la caduta dell’occupazione sionista”. Il movimento palestinese ha inoltre ribadito la sua piena fiducia nel continuo sostegno della Repubblica Islamica dell’Iran alla causa palestinese.
Lunedì l’esercito israeliano ha emesso avvisi in diverse aree di Gaza City e Jabaliya, affermando che le IDF stanno “conducendo intense operazioni di combattimento” e che “estenderanno l’operazione verso ovest, fino al centro città”, ha riportato Haaretz.
E adesso uno sguardo agli scenari militari.
Secondo una dichiarazione del Battaglione Jenin delle Saraya al-Quds: “Nelle prime ore di questa mattina, i combattenti del Battaglione Jenin hanno fatto detonare con successo un ordigno esplosivo guidato ad alta potenza, pre-installato, del tipo Sijjil. L’operazione ha preso di mira una postazione militare sionista al checkpoint di Salem, causando danni significativi. È stata chiamata “Operazione Comandante Martire Nour al-Din al-Baytawi”, in onore di uno dei più importanti leader militari di Saraya al-Quds nella Cisgiordania occupata.
A Gaza nord: le IDF hanno ampliato le loro operazioni a Beit Lahiya e alla periferia di Gaza, nel distretto di Tuffah
A Gaza centro e sud: le forze israeliane hanno continuato le loro operazioni a Qarara sud, entrando da lì a Khan Yunis. Inoltre, le truppe israeliane sono avanzate a sud-est di Abbasan al-Khadida e alla periferia di Abbasan al-Kabirah. Inoltre, le IDF sono entrate ad Al-Fukhkhari e Qa’al Kharaba lungo la strada di Salah Al Deen, entrando a Khan Yunis da sud, unendosi all’asse di Qizan an Najjar.
Secondo un comunicato delle IDF: “Nella notte di domenica, diversi civili israeliani hanno appiccato il fuoco e vandalizzato un sito di sicurezza contenente sistemi che aiutano a contrastare attacchi terroristici e a mantenere la sicurezza nell’area della Brigata Regionale di Binyamin. I danni al sito rappresentano un pericolo per l’incolumità dei civili. L’IDF condanna qualsiasi atto di violenza contro le forze di sicurezza e si aspetta che queste assicurino alla giustizia i civili israeliani che danneggiano il personale di sicurezza impegnato nell’adempimento del proprio dovere di proteggere i cittadini israeliani.
L’IDF e tutte le forze di sicurezza continueranno a concentrarsi sulla protezione dei civili, applicando al contempo la legge e prevenendo qualsiasi attività illegale, ovunque si verifichi”.
In un altro comunicato vengono forniti altri dettagli: “Questa sera (domenica), decine di civili israeliani si sono radunati all’ingresso del Quartier Generale della Brigata Regionale di Binyamin. Il raduno è diventato violento e alcuni civili presenti hanno attaccato le forze di sicurezza, spruzzando spray al peperoncino e vandalizzando veicoli militari. Le forze dell’IDF, della Polizia Israeliana e della Polizia di Frontiera Israeliana sono intervenute sul posto per disperdere il raduno. Siamo a conoscenza di una segnalazione riguardante un civile israeliano ferito e evacuato per ricevere cure mediche. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e la Polizia Israeliana condannano qualsiasi atto di violenza contro le forze di sicurezza e interverranno contro qualsiasi tentativo di danneggiare il personale di sicurezza che svolge il proprio dovere di proteggere i civili israeliani. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e la Polizia Israeliana continueranno a concentrarsi sulla protezione dei civili, applicando al contempo la legge e prevenendo qualsiasi attività illegale, ovunque si verifichi”.
Nella serata di lunedì, l’IAF ha iniziato a colpire lungo le nuove direttirici centrando obbiettivi a Sajaiya, Jabaliya e Gaza City.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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