
L’Unione Europea potrebbe imporre sanzioni economiche contro Israele o revocare i privilegi doganali in relazione alle accuse di violazioni dei diritti umani, riporta Bild. In precedenza, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, ha preparato un rapporto che evidenzia possibili violazioni da parte di Israele degli obblighi in materia di diritti umani assunti nell’ambito dell’accordo con l’UE. Il documento dovrebbe essere sottoposto all’esame dei ministri degli esteri dell’UE durante la prossima riunione a Bruxelles. Dopo la pubblicazione del contenuto del rapporto nel fine settimana, le autorità israeliane lo hanno definito “unilaterale” e “un esempio di doppi standard da parte dell’UE”. Allo stesso tempo, diversi parlamentari europei hanno già espresso il loro disaccordo con la possibile introduzione di sanzioni contro Israele. Tra i contrari al documento i tedeschi, che hanno già detto per voce di Merz di sostenere Israele e gli Stati Uniti.
Il 22 giugno Teheran ha respinto l’offerta di Washington sul programma nucleare civile iraniano, ha dichiarato Marco Rubio, Segretario di Stato Usa, a Fox News. “Gli Stati Uniti hanno detto che sarebbero pronti a tornare ai colloqui”, ha detto poi Rubio. “L’obiettivo degli Stati Uniti di distruggere gli impianti nucleari iraniani è stato raggiunto, le ulteriori azioni di Washington dipenderanno dalla reazione di Teheran”, ha affermato Rubio. Secondo il Segretario di Stato americano: “L’Iran ha abbastanza uranio arricchito ad alta purezza per produrre almeno nove o dieci bombe”.
Il primo Ministro di Israele Benjamin Netanyahu: “Abbiamo informazioni di intelligence interessanti sulla posizione dell’uranio arricchito” confermando quanto scritto dal Financial Times: “Gli attacchi americani non hanno colpito le scorte di uranio arricchito in Iran”.
Un membro del Comitato per la Sicurezza Nazionale e la Politica Estera del Consiglio della Shura iraniano in anonimato ha detto: “Le parti interessate stanno valutando il ritiro dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare”. Il Ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi: “Sembra che il Trattato di non proliferazione nucleare non possa più proteggerci”. Nonostante gli incontri tra delegazione iraniana e europea non c’è stato nessun progresso sul nucleare iraniano nel fine settimana e il 23 pomeriggio l’Iran ha sospeso la cooperazione con l’AIEA.
Secondo la social sfera iraniana adesso se l’Iran esce dal trattato di non proliferazione sulle armi nucleari può costruire una bomba in pochi mesi, hanno già 400 kg di uranio arricchito al 70%.
Reuters fa sapere che le petroliere sono in fuga dallo Stretto di Hormuz. In effetti secondo geolocalizzazioni OSINT sei superpetroliere che trasportavano greggio hanno effettuato inversioni a U nello Stretto di Hormuz nelle ultime 24 ore. Il mercato del petrolio è già in fibrillazione. Ambrey Maritime Security Company afferma che la risposta dell’Iran agli attacchi statunitensi è quasi inevitabile.
Nella mattina del 23 giugno il ministro per gli Affari esteri iraniano ha incontrato a Mosca Vladimir Putin. In una dichiarazione Araghchi ha detto: “Ho avuto un proficuo incontro con Putin e abbiamo discusso in dettaglio gli sviluppi della situazione in Medio Oriente. Le posizioni della Russia finora sono state molto ferme e sta lavorando in seno al Consiglio di Sicurezza per acquisire un certo slancio nonostante il veto americano”.
La CNN cita un alto funzionario iraniano: “La guerra potrebbe durare due anni e siamo preparati”. Mentre in Israele il Ministro del Patrimonio Amihai Eliyahu su i24NEWS: “Stiamo lavorando con l’opposizione iraniana… stiamo definendo un’agenda ebraica globale e morale”.
L’obiettivo israeliano e americano stando alle loro ultime dichiarazioni è quello di rovesciare il governo iraniano e uccidere l’Ayatollah Khamenei, anche se un attore lo dice apertamente e l’altro si nasconde dietro sibilline dichiarazioni. Mentre Russia, Pakistan e Cina non sono assolutamente favorevoli a un cambio di regime. Il Principe Reza Pahlavi il 23 giugno ha chiesto all’Ayatollah Khamenei di dimettersi.
Ed ora vediamo gli attacchi nell’area medio orientali aggiornati alle 15:00 del 23 giugno. Gli Houthi hanno dichiarato apertamente guerra a Israele e hanno promesso di attaccare gli interessi americani nello stretto di Bāb el-Mandeb a partire dalla giornata del 22 giugno.
Serie di attacchi aerei da parte di aerei da guerra israeliani alla periferia di Aishiya e Mahmoudiya e lungo il corso del fiume Litani nel Libano meridionale. Si sottolinea che il leader di Hezbollah Naim Qassem in una intervista a Al-Ahed News: “L’Iran sarà Vittorioso perché ne ha il diritto e viene attaccato. […] Un attacco all’Iran avrà costi molto elevati perché l’intera regione è in pericolo”. Israele dunque teme che Hezbollah e le sue milizie in Siria e Iraq possano compiere attentati contro Israele e i suoi interessi.
In Siria nella giornata del 23 giugno si registra un attacco con colpi di mortaio ad una base militare statunitense in Siria, agenzia iraniana Mehr, citando fonti. Si tratta della base di Qasrak, nella parte occidentale della provincia siriana di Hassakah.
Nella giornata del 23 giugno l’Agenzia di stampa iraniana Fars: “La 21a ondata dell’operazione “True Promise 3” ha preso di mira obiettivi militari e centri di supporto militare da nord a sud dei territori israeliani, con particolare attenzione ad Haifa e Tel Aviv. È stata utilizzata una combinazione di missili e droni, inclusi missili a combustibile solido e liquido, impiegando tattiche speciali per penetrare gli strati del denso e costoso scudo difensivo israeliano”.
A partire dalla ventesima operazione, nell’operazione “True Promise 3” l’Iran ha usato missili Khyber Shakan di nuova generazione con testate multiple. La ventunesima operazione è iniziata intorno alle 09:30 del 23 giugno: un missile balistico iraniano ha colpito un impianto industriale ad Ashdod, vicino alla centrale termoelettrica. Almeno 15 razzi lanciati dall’Iran in quattro salve contro Israele. Colpita Ashdod, Gilboa e. Sono verso le 11:00 stati registrati ulteriori lanci dall’Iran in direzione nord che hanno hanno colpito Tel Aviv, Haifa, Ashqelon, Ashdod, Acri, Safed e altre città in Israele, riporta l’IRGC.
Nell’ultimo e penultimo attacco, fonte Fars, “L’Iran ha utilizzato missili Khyber-Shakan, Emad, Qadr e Fatah-1 negli attacchi di oggi prima di mezzogiorno.
Corrispondente di Al Arabiya: “A seguito dell’attacco missilistico iraniano, a Tel Aviv e Haifa si sono verificate distruzioni senza precedenti… Gli edifici sono crollati e si stima che i danni alle infrastrutture superino i 2 miliardi di dollari”.
Altre fonti riportano che a essere colpite sono state: Safed, Tel Lachish, a sud di Tel Aviv, Ashdod, Ashkelon, Beit She’an. In un comunicato della Israel Electric Corporation: “Una struttura strategica nel sud è stata danneggiata e l’energia elettrica è stata interrotta”.
Secondo la Radio dell’esercito israeliano:”Tutti i missili lanciati sono caduti direttamente e non sono stati intercettati. Erano missili molto veloci”.
Secondo i Media israeliani: l’Iran ha lanciato circa 500 missili e più di mille droni verso Israele dall’inizio della guerra
Il Comando del Fronte Interno ha diramato un comunicato: “A causa del rilevamento di lanci di razzi, è probabile che vengano attivati gli allarmi entro i prossimi minuti nelle seguenti aree: Golan Settentrionale, Golan Meridionale, Golan Settentrionale, Alta Galilea, Galilea Centrale, Bassa Galilea, la linea di scontro, Hamifratz, Menashe, Wadi Dara e il Carmelo”. Una massiccia esplosione è stata udita nella regione della Galilea.
Il 23 giugno registrato incidente di sicurezza a Shuja’iyya, nella Striscia di Gaza settentrionale. In mezz’ora, gli aerei israeliani hanno lanciato quattro attacchi aerei su Jabalia, a nord della Striscia di Gaza.
Le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di aver distrutto 2,5 chilometri di tunnel di Hamas nell’area di Kafr Jabaliya, nella Striscia di Gaza settentrionale. le Brigate Al-Quds hanno postato on line un video in cui si vede che utilizzando armi Fagot e Malotek, contro un quartier generale di comando e controllo israealiniano e una forza speciale trincerata in una casa a nord di Street 5, a nord di Khan Yunis.
Le IDF stanno operando con estrema forza per distruggere le capacità delle organizzazioni di Hamas nelle zona di Khan Yunis, nei blocchi 107, 108 e 109 e attaccacno qualsiasi sito utilizzato per il lancio di razzi. Richiesta evacuazione dei palestinesi dai blocchi. Sono. Incluse la zona di Mawasi mentre l’ordine di evacuazione non include gli ospedali di Al-Amal e Nasser.
Le Brigate Al-Qassam il 23 pomeriggio scrivono: “Ieri abbiamo bombardato il nuovo sito di Al-Sanati, a est di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, con colpi di mortaio medi”.
In merito agli attacchi all’Iran il 22 giugno: “Una fonte a conoscenza dei dettagli ha dichiarato al canale israeliano i24NEWS: Natanz è stata distrutta. Gravi danni sono stati arrecati a Fordow e Isfahan, ma solo nelle prossime ore e nei prossimi giorni sapremo l’entità dei danni”.
Nel pomeriggio del 22 giugno le IDF mostrano un video dei lanciamissili distrutti a Yazd e immagini da Isfahan dopo l’attacco degli Stati Uniti. Il 22 sera attaccata di nuovo Teheran.
Nuove immagini satellitari di Fordow, postate online il 23 giugno, mostrano detriti e cenere vicino al pendio della montagna, indicando grandi esplosioni interne. L’elettricità è stata interrotta in alcune zone del nord di Teheran a causa dei bombardamenti dell’Aeronautica Militare israeliana.
Diverse le esplosioni a a Teheran. Danni sono stati registrati vicino all’edificio della Mezzaluna Rossa iraniana, riporta NourNews.
Alle 11:30 circa del 23 giugno, l’impianto nucleare di Fordow, in Iran, è stato nuovamente attaccato da Israele, secondo quanto riportato dai media iraniani, citando le autorità locali. A darne notizia il portavoce del Quartier Generale per la Gestione delle Crisi della Provincia di Qom. Conferma avvenuta anche dall’IAF: “Attaccati gli ingressi della struttura di Fordow per impedire il contrabbando di materiali all’estero”. “Abbiamo lanciato un attacco questa mattina per interrompere l’accesso all’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow.”
Attaccata l’Università Shahid Beheshti. Attaccata la prigione di Evin. Nessun ferito, danneggiato l’ingresso del carcere. Il Governatore di Teheran: “Da venerdì 13 giugno, 200 punti nella provincia di Teheran sono stati attaccati dal regime sionista”. Il carcere di Evin detiene molti prigionieri politici legati a Israele. A seguito dell’onda d’urto causata dall’attacco israeliano al nord di Teheran, l’elettricità è stata interrotta nelle zone 2 e 3. Nel pomeriggio la corrente è ritornata. Teheran è di fatto sotto bombardamento a tappeto. Oltre 50 caccia hanno partecipato all’ultima ondata di attacchi su Teheran. Tra gli obiettivi attaccati figurano impianti di produzione di missili e radar, nonché infrastrutture di stoccaggio missilistico.
Relazioni pubbliche della Guardia dell’Ashura: “L’aereo da caccia aggressore del regime sionista è stato abbattuto da un fuoco di difesa integrato nella provincia dell’Azerbaigian orientale”. Abbattuto un drone israeliano a Tabriz.
Continuano gli arresti di iraniani, con l’accusa di spionaggio, che stanno producendo droni per attaccare Teheran. Due persone sono state già impiccate con l’accusa di spionaggio. Sono oltre 100 gli arresti. Ricordiamo che nelle carceri iraniane ci sono anche due europei uno di origine tedesca, Marek Kaufmannin. Del secondo non si sa nulla.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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