#ISRAELIRANWAR. Deterrenza e comunicazione sono le nuove armi sfoderate per diventare protagonisti della regione

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Il 23 ottobre l’Iran ha messo in mostra la sua capacità missilistica strategica come per dare un avvertimento a Israele. Recenti filmati circolati sui social media – oltre che ad essere di propaganda per Teheran – suggeriscono che l’Iran abbia iniziato a schierare i suoi missili balistici avanzati Khorramshahr e Haj Qasem alle forze armate della Repubblica Islamica.

Gli analisti militari osservano che il trasferimento sottolinea l’intenzione di Teheran di rafforzare la sua posizione di deterrenza strategica. Durante la Guerra dei 12 Giorni, i missili guidati Haj Qasem sarebbero stati impiegati in attacchi di precisione contro importanti risorse israeliane, tra cui – segnalano le fonti iraniane – il quartier generale del Ministero della Difesa e le basi aeree che ospitano aerei da caccia F-35 e F-16.

Secondo il Ministro dell’Intelligence iraniana: “Oltre 50 servizi segreti hanno partecipato alla guerra di 12 giorni contro l’Iran. Oltre 50 servizi segreti hanno progettato una NATO di intelligence e l’hanno utilizzata nell’attacco al Paese, imponendo una guerra silenziosa e soft al nostro Paese. Hanno cercato di inviare tutti i terroristi e i takfiri rilasciati da Siria e Afghanistan nell’Iran islamico”.

Sempre dall’Iran in funzione anti Israele, le autorità annunciano che Teheran ha smascherato agenti legati al Mossad che si spacciano per giornalisti della testata Iran International. Gli agenti dell’intelligence iraniana avevano localizzato le residenze precise di molti di coloro che lavoravano direttamente o apparivano frequentemente nel canale televisivo Iran International.

Le trasmissioni presentavano istantanee e dettagli delle reali residenze dei giornalisti nei territori israeliani. Tra questi, c’era Babak Es’haghi, uno dei reporter del canale, la cui residenza è stata rivelata essere in via Fabregat nella città di Holon, vicino a Tel Aviv.

Un altro era Meir Javedanfar, ospite fisso di Iran International, che difende costantemente il Israele, e la cui casa è stata localizzata a Tel Aviv.

Menashe Amir, nato a Teheran con il nome originale di Manouchehr Sachmehchi, che si è recato nei territori di Israele prima della vittoria della Rivoluzione Islamica iraniana nel 1979. Amir, conduttore radiofonico decennale che lavorava per la radio e il Ministero degli Esteri di Israele ammette di essere stato “nominato” direttamente dal Mossad.

Secondo il servizio di intelligence iraniano, MOIS: “Durante la guerra dei 12 giorni, l’emittente cercò di diffondere il caos in tutto l’Iran. L’allarmismo spinse circa 450 attivisti dei media, compresi quelli che si opponevano alla Repubblica Islamica dell’Iran, a denunciarla come un’emittente non professionale, chiedendone il boicottaggio e descrivendola come “il portavoce di Israele” e un’entità terroristica.

Barak Ravid, un reporter che lavora per il sito web americano Axios, ha affermato in un post su X, ex Twitter, che “il Mossad usa questo organo di informazione con una certa regolarità per la sua guerra informativa”.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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