Secondo il canale televisivo americano PBS, il segretario alla Difesa americano Lloyd James Austin ha presentato al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant un’alternativa a un’operazione militare su larga scala a Rafah, che comprende, tra le altre cose, attacchi di precisione contro i leader di Hamas, il controllo del confine egiziano, aumentare l’assistenza umanitaria e consentire ai cittadini di lasciare Rafah
Gli Stati Uniti ritengono, infatti, che l’operazione militare a Rafah porterà all’isolamento di Israele e al distanziamento nei rapporti con i suoi partner di lunga data, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato.
L’esercito israeliano ha accettato di garantire la sicurezza di un porto temporaneo che sarà costruito dagli Stati Uniti nella Striscia di Gaza per trasportare gli aiuti umanitari via mare. Lo riferisce il quotidiano Politico, citando due funzionari americani.
Francesca Albanese, ONU, ha detto che ci sono forti ragioni per credere che Israele stia commettendo un genocidio contro i palestinesi, come evidenziato da tre fatti: “Ci sono ragioni convincenti per credere che Israele stia commettendo il crimine di genocidio contro i palestinesi. Tre fatti sollevano questa domanda: il massacro dei palestinesi, le dichiarazioni dei funzionari israeliani e le condizioni di vita disumane imposte ai palestinesi”, ha detto.
A riprova di ciò le parole del membro della Knesset Almog Cohen che su Channel 14 ha dichiarato: “Il Ramadan è il momento migliore per uccidere i palestinesi perché sono tutti stanchi e a digiuno. Dobbiamo spezzare i palestinesi durante il Ramadan. Non possono essere risparmiati”.
Il portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar, Majid Al-Ansari, ha confermato che i colloqui sulla tregua a Gaza e sullo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele continuano tra le parti a livello di squadre tecniche e ha affermato: “Siamo in uno stato di costante speranza, ma non è possibile parlare adesso di calendario”.
In tema di armi vendute a Israele secondo l’Ufficio turco di statistica (TÜIK), a gennaio sono stati esportati dalla Turchia in Israele: polvere da sparo, esplosivi, sostanze infiammabili, munizioni per armi e pezzi di ricambio. L’ufficio non ha riferito a quanto ammonta l’acquisto di Israele.
Più di 130 parlamentari britannici, in una lettera indirizzata al ministro degli Esteri David Cameron, hanno chiesto il divieto della vendita di armi a Israele. E sempre indirizzata al Regno Unito al Foreign Office britannico una causa contro la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA. Il Centro internazionale per la giustizia per i palestinesi (ICGB) ha annunciato l’intenzione di intentare una causa contro il Foreign Office britannico, a causa della decisione di Londra di sospendere i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA).
Il coordinatore delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente, Tor Wensland, ha detto che l’Agenzia di soccorso e lavoro dell’UNRWA per i rifugiati palestinesi è indispensabile per la stabilità regionale e ha sottolineato che non esiste alcuna giustificazione per la punizione collettiva dei palestinesi.
Indiscrezioni dell’incontro tra Raisi e Haniyeh: secondo alcune fonti social Raisi avrebbe detto a Haniyeh: “L’Iran è orgoglioso del suo sostegno alla Palestina. E gli israeliani e i loro sostenitori non hanno altra scelta che essere sconfitti”.
Il presidente iraniano assicura al capo dell’ufficio politico di Hamas che la resistenza palestinese e la fermezza del popolo di Gaza hanno fatto della questione palestinese una questione umanitaria globale che non si ferma ai confini del mondo islamico, sottolineando che l’inevitabile vittoria finale spetterà al popolo palestinese.
La società di sicurezza navale britannica Embry riferisce di molteplici esplosioni nell’area dell’isola di Zubair nel Mar Rosso, al largo delle coste dello Yemen.
Gli Stati Uniti hanno introdotto nuove sanzioni contro il movimento Ansar Allah (Houthi), gli Hezbollah libanesi e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Gli Houthi hanno risposto affermando che questo è “un tentativo piuttosto lento di trovare scuse per il fallimento dell’operazione Guardian of Prosperity nel Mar Rosso, in cui gli Houthi hanno dimostrato l’incapacità degli Stati Uniti e della Gran Bretagna di garantire il controllo e la sicurezza delle spedizioni in una delle regioni logistiche chiave del mondo”.
Un account filo palestinese scrive: “È abbastanza chiaro che dietro gli Houthi c’è l’Iran, che, come al solito, agisce per procura, rimanendo la principale eminenza grigia delle attività anti-americane sciite. Come ha dimostrato la pratica, l’Iran e l’associato Asse della Resistenza sciita sono poco sensibili alle sanzioni alle quali si sono adattati da tempo. Inoltre, l’Iran ha acquisito una grande abilità nelle strategie asimmetriche volte a minare l’influenza americana in Medio Oriente e sta vincendo la partita a lungo termine contro l’egemone”.
Il Vice Primo Ministro yemenita Jalal al-Rowaishan in una dichiarazione ha affermato: “C’è un cambiamento strategico nelle tattiche di battaglia militare dimostrato dallo Yemen: le armi pesanti e nucleari e le portaerei non sono più utili (…) America e Gran Bretagna hanno recentemente capito che le cinture marittime degli agenti (Emirati Arabi Uniti ndr) non sono più utili alla luce del cambiamento strategico che Sanaa ha padroneggiato a sostegno di Gaza (…) America e Gran Bretagna hanno adottato una strategia secondo cui i loro strumenti avrebbero impedito a Sana’a di raggiungere i mari, ma Sana’a li ha sorpresi e ha raggiunto l’Oceano Indiano (…) La mancanza di valore militare degli agenti da Al-Mokha ad Aden a Hadhramaut (governo riconosciuto allo Yemen da parte di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita) ci farà presto vedere il loro abbandono e non sono mai stati affidabili”.
Ed ora uno sguardo al fronte tra Israele e Hamas.
A giudicare dalla natura delle attività dell’IDF negli ultimi giorni, si può concludere che hanno dotato le aree di Gaza in cui sono presenti di telecamere e sensori spia. In particolare, l’IDF utilizza i sistemi di sorveglianza AI di Smart Shooter e app di sorveglianza AI come Blue Wolf e Red Wolf per leggere le caratteristiche del viso.
Un soldato israeliano è stato ucciso nel bombardamento di Kiryat Shmona da parte della resistenza libanese. Haaretz ha rivelato la morte del soldato che è stato ucciso nell’attacco missilistico della resistenza libanese che ha preso di mira Kiryat Shmona mercoledì mattina. L’esercito israeliano ha ammesso la perdita e il ferimento di altri 22 uomini negli scontri recenti nella Striscia di Gaza.
Fonti palestinesi riportano la morte di sette civili uccisi in un raid Israeliano che ha preso di mira il centro medico nella città di Al-Habbariyeh, sud del Libano.
La resistenza islamica libanese anche nella giornata del 27 marzo è tornata a colpire con colpi di artiglieria i soldati israeliani nelle vicinanze della colonia di Shtoula e ancora proiettili di artiglieria contro sito di Ruwaisat al-Alam nelle colline libanesi dove vivono i coloni di Kfar Shuba.
Non si fermano gli scontri a Gaza sud. Decine di persone sono state uccise in una serie di raid israeliani nell’assalto al Nasser Medical Complex e nell’arresto dei suoi quadri all’alba del 27 marzo. Un certo numero di cittadini palestinesi e altre persone sono rimaste ferite, mentre IDF ha preso d’assalto il complesso medico Nasser, a ovest di Khan Yunis, e ha arrestato il personale medico e gli sfollati dall’interno e nei dintorni dell’ospedale.
Israele continua ad assediare il complesso di Al-Shifa e i suoi dintorni per il decimo giorno consecutivo.
La resistenza islamica in Iraq rivendica l’attacco a Ovda Air Base, Speer Military site nel sud di Israele. Avrebbero usato droni.
Continuano i raid e gli arresti in Cisgiordania. Israele rafforza le misure militari nelle vicinanze di Nablus. Nella notte tra il 26 e il 27 marzo, le forze nemiche israeliane hanno lanciato una campagna di raid e arresti in varie aree della Cisgiordania, registrati scontri armati che hanno provocato un morto e feriti. Arrestati 20 palestinesi.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio