
Prima della sua elezione, Trump, in una conversazione telefonica con Netanyahu, ha definito la Striscia di Gaza “prime real estate” e ha chiesto di pensare a quali tipi di hotel potrebbero essere costruiti su questo territorio. Sempre Trump ha detto: “Mi aspetto che gli Stati Uniti abbiano una proprietà a lungo termine su Gaza”.
Donald Trump è ritornato sull’argomento nel suo ultimo incontro con il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il capo della Casa Bianca ha affermato che nel prossimo futuro gli Stati Uniti sono pronti a prendere il controllo dell’enclave. Secondo Trump, gli Stati Uniti possono ripulire l’area, demolire tutto e ricostruire, creando uno sviluppo economico che fornirà posti di lavoro e alloggi illimitati ai palestinesi. Dopo il restauro, a suo avviso, sarà una sorta di “territorio internazionale”.
Allo stesso tempo, Trump ha nuovamente proposto di reinsediare i residenti della Striscia di Gaza. Il presidente ha detto che i palestinesi potrebbero andare non solo in Egitto o Giordania, ma in altri 12 posti che sarebbero pronti ad accoglierli per motivi umanitari. Lì, come ha osservato il leader americano, non verranno uccisi o fucilati e vivranno in tutta comodità e sicurezza. Allo stesso tempo, non ha sostenuto la creazione di insediamenti israeliani nell’enclave. Trump ha affermato di considerare il controllo della Striscia di Gaza come un modo per portare stabilità non solo ai vicini di Israele, ma potenzialmente all’intero Medio Oriente.
Il presidente degli Stati Uniti ha anche affermato che entro un mese Washington annuncerà la sua posizione riguardo all’annessione della Cisgiordania da parte di Israele. Durante il suo precedente mandato, Trump ha firmato un ordine esecutivo che riconosce agli Stati Uniti la sovranità israeliana sulle alture di Golan siriane.
Le dichiarazioni radicali di Donald Trump sono arrivate dopo i negoziati con il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che, a quanto pare, gli ha trasmesso la sua visione per il futuro della Palestina. I politici israeliani di estrema destra hanno accolto con entusiasmo le dichiarazioni di Trump, sottolineando che i suoi piani forniscono un’ulteriore prova della forte alleanza tra Stati Uniti e Israele.
Netanyahu ha regalato a Trump un cercapersone in ricordo dell’operazione israeliana contro il movimento libanese Hezbollah. Il presidente degli Stati Uniti ha risposto dicendo che si trattava di un’operazione grandiosa, secondo l’ufficio del primo Ministro israeliano.
Il consigliere americano per la sicurezza nazionale Michael Walz ha confermato: “non rallenteremo le forniture di armi a Israele”.
Steve Witkoff, inviato speciale di Trump per il Medio Oriente è intervenuto chiarendo che: “Quando Trump dice di voler ripulire Gaza, significa che vuole renderla di nuovo vivibile. Si aspettano un periodo di ricostruzione di 10-15 anni. È ingiusto dire ai palestinesi che torneranno tra cinque anni”.
Secondo la testata Axios: “Il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu potrebbe chiedere al presidente degli Stati Uniti Donald Trump garanzie sulla fornitura di armi per colpire gli impianti nucleari iraniani se i negoziati sull’accordo sul programma nucleare iraniano fallissero”.
Hamas ha rifiutato la proposta di Trump di reinsediare i palestinesi da Gaza. Un portavoce del movimento ha affermato che la proposta del presidente americano rappresenta un “palese tentativo di eliminare la causa palestinese”.
Nella città di Gaza sono state montate decine di tende per gli “sfollati” che tornavano dal settore meridionale al nord. Secondo Hamas, finora più di mezzo milione di abitanti di Gaza hanno attraversato il confine settentrionale.
Secondo i media israeliani, la possibilità che Hamas resti al potere è ancora sul tavolo, soprattutto perché ha migliaia di combattenti e forze di polizia che lavorano per gestire la vita quotidiana nella Striscia.
Il Cremlino ha ascoltato le parole di Trump sul reinsediamento dei residenti di Gaza, ma esse partono dal rifiuto di questa idea da parte dei paesi arabi, ha detto Peskov. La Federazione Russa si basa sul concetto, confermato dall’ONU, di una soluzione palestinese basata sulla creazione di due Stati uno arabo e uno di Israele ha osservato Peskov.
Alla luce delle dichiarazioni di Trump, il ministero degli Esteri saudita ha affermato che non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele finché non sarà creato uno Stato palestinese indipendente. Riyadh condanna qualsiasi azione che violi i diritti dei palestinesi, compresa l’occupazione e lo sfollamento forzato. Stesse parole arrivano dalla Giordania, da Re Abdullah II. Sia Amman che il Cairo hanno ribadito il proprio no agli sfollati palestinesi. Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, si reca ad Amman, in Giordania, per incontrare il re di Giordania Abdullah II.
In risposta alle notizie sulla distruzione del sistema di difesa aerea iraniano da parte di Israele, la televisione iraniana ha pubblicato filmati di batterie di difesa aerea iraniane durante un’esercitazione del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Il video mostra i lanciatori del sistema di difesa aerea S-300PMU-2 e del sistema di difesa aerea Bavar-373 di seconda generazione.
Alto funzionario iraniano inoltre ha detto a Reuters: “Siamo disposti a dare alla diplomazia un’altra possibilità con Trump, ma siamo diffidenti nei confronti dell’opposizione israeliana a questa mossa. Ci opponiamo allo spostamento dei palestinesi da Gaza, ma i negoziati con gli Stati Uniti sono una questione separata. L’Iran vuole che gli Stati Uniti controllino Israele se cerca un accordo con noi”.
Il Ministro degli Esteri britannico, David Lemmy ha dichiarato: “Dobbiamo garantire un futuro ai palestinesi nella loro patria. Dobbiamo vedere i palestinesi prosperare a Gaza e in Cisgiordania. Il Ministro degli Affari Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha detto: “Gaza per la sua popolazione palestinese e deve far parte del futuro Stato di Palestina, che noi sosteniamo. La nostra posizione è molto chiara su questo argomento. Gaza è la terra dei palestinesi e lì devono restare”. “Qualsiasi proposta di espellere i palestinesi dalle loro case è pericolosa e inaccettabile, e la pace non può essere raggiunta se non con la soluzione dei due Stati. Non dovrebbe esserci pulizia etnica nella Striscia di Gaza”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Ministro per gli Affari esteri tedesco, Annalena Baerbock. E le autorità francesi.
Fonti diplomatiche egiziane a Al-Arabi Al-Jadeed hanno riferito: “Il primo vertice arabo-americano si terrà probabilmente alla fine di febbraio, in concomitanza con l’attesa visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Esiste un coordinamento arabo per adottare una posizione unitaria di fronte ai piani americani e israeliani volti a sfollare la popolazione di Gaza e alle intenzioni legate all’annessione del territorio”.
Il Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri del Qatar ha visitato il Libano il quattro febbraio e ha incontrato vari funzionari, tra cui il nostro nuovo Presidente Joseph Aoun: “Abbiamo affermato l’impegno dello Stato del Qatar a continuare a sostenere le forze armate libanesi. Il Qatar sarà presente nel processo di ricostruzione del Libano. Respingiamo le violazioni da parte di Israele dei termini dell’accordo di cessate il fuoco e la violazione dello spazio aereo libanese. Sottolineiamo la necessità di attuare la Risoluzione 1701 affinché il Libano riacquisti la sua autonomia”
Migliorano anche i rapporti con la Siria, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Kats ha definito le nuove autorità siriane “jihadisti educati”.
Ed ora uno sguardo agli scenari militari aggiornati alle ore 15:30 del 5 febbraio.
Si prevede che l’IDF si ritirerà completamente dal Libano in 14 giorni, in seguito all’estensione del cessate il fuoco. Questo include un ritiro completo sulla linea blu. Nel frattempo i droni israeliani hanno preso di mira gli operatori sanitari tre volte nella giornata del 4 febbraio mentre estraevano i corpi dei morti nella città di Aita al Shaab. La pagina Weniyat Al-Dawla ha pubblicato notizie che affermano che le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato giovani uomini della famiglia Al-Assaf per l’evacuazione di una proprietà di loro proprietà per ampliare la tomba di Hassan Nasrallah.
Il quattro febbraio, nel pomeriggio, l’IDF ha chiamato l’UNIFIL per informare due fotografi stranieri, tra cui Courtney Bonneaui, che se non avessero lasciato i locali, sarebbero stati uccisi a colpi di arma da fuoco. Taybeh sarebbe sotto il pieno controllo dell’esercito libanese e l’IDF non è più presente lì. Di fatto ancora il 5 di febbraio, scrivono gli account libanesi, la liberazione di Taybeh non è stata completata Israele occupa ancora la collina di Awida e ha intenzione di rimanerci, il che minaccia il ritorno dei residenti.
Le forze israeliane bruciano case nella città di Rab Thilaine. IDF è penetrata nel quartiere orientale della città di Yaron, con un carro armato Merkava e un camion che trasportava materiali esplosivi.
Incendio a Tel Aviv in Defense Street
Scontri tra le milizie e i coloni in mezzo alla presenza dell’esercito di Israele all’incrocio di Uyoun al-Haramiyah tra Ramallah e Nablus. Le forze di Israele costringono i cittadini della città di Tammoun a lasciare le loro case e le trasformano in caserme. Emesso il divieto di circolazione nella città di Tammoun, a sud di Tubas, che viene annunciato tramite altoparlanti fino a domani giovedì a mezzogiorno.
Il Comune di Ramallah: “Siamo stati informati dall’intelligence dell’esercito israeliano che saranno installati due punti all’interno della città e che saranno in corso i lavori per aprire alcune strade secondarie nella città. Dopodomani, a Dio piacendo, le squadre di ingegneri dell’esercito lavoreranno per esaminare e individuare i rifiuti israeliani nella città”.
Le agenzie dell’autorità palestinese arrestano coloro che perseguono israeliani nella città di Burqin, a ovest di Jenin. Le forze di israeliane assaltano il quartiere di Umm Al-Sharayet ad Al-Bireh, Ramallah. Una forza speciale delle IDF ha fatto irruzione in un edificio residenziale nel quartiere di Umm Al-Sharayet nella città di Al-Bireh. Le IDF prendono d’assalto il villaggio di Madama, a sud di Nablus.
Dispiegamento di soldati israeliani nelle vicinanze del campo di Tulkarem nel corso di operazioni di revisione e rastrellamento nelle aree agricole e residenziali. Una forza a piedi delle forze di Idraele perquisisce i terreni agricoli di fronte al campo di Tulkarem.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/










