Due gli eventi che caratterizzano la social sfera afferenti a Israele e Hamas del 14 marzo. Il primo è il discorso tenuto alla stampa del comandante israeliano della 98, Dan Goldfuss, in un discorso pronunciato alla periferia del Kibbutz Nirim, sostenendo che l’esercito israeliano china la testa davanti al fallimento del 7 ottobre e se ne assume la responsabilità. E ha chiesto ai politici di fare altrettanto.
Secondo la campagna mediatica social di Hamas e alleati che circola sulla social sfera occorre colpire con coltello tutti i colli che sono per le strade nel sacro mese del Ramadan; questa campagna di odio ha già dato vita a due incidenti: un attacco ad un supermercato e un accoltellamento per strada. E dunque preoccupa la chiamata alla mobilitazione sulla moschea di Gerusalemme indetta da Hamas e alleati per oggi. Mobilitazione che potrebbe dare vita anche al più sanguinoso venerdì di Ramadan della storia recente.
Ma andiamo per ordine: l’esercito americano ha annunciato il 13 di marzo che, per la nona volta, sono stati lanciati aiuti nel nord della Striscia di Gaza: 35.712 razioni e 28.800 bottiglie d’acqua.
Mosca ha chiosato il porto marittimo americano temporaneo a Gaza come una “danza sulle ossa”. Il 14 marzo la Russia ha descritto i piani degli Stati Uniti di costruire un porto marittimo temporaneo sulla costa di Gaza per fornire aiuti umanitari alla Striscia come “una danza sulle ossa”, e lo ha considerato un “progetto falso”.
Il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albarez ha definito preoccupante la situazione in Cisgiordania e ha invitato la comunità internazionale a fermare la tragedia in corso a Gaza. “La situazione in Cisgiordania è preoccupante e cerchiamo di fermare la fornitura di armi a Israele”, ha chiosato il Ministro.
Il Ministro sudafricano delle Relazioni Internazionali e della Cooperazione Naledi Pandor ha annunciato che i suoi cittadini che hanno doppia cittadinanza con Israele – che hanno dimostrato di essersi arruolati nell’esercito sionista – saranno arrestati al loro ritorno nel paese.
Il 13 di marzo, il più alto grado militare dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza ha attaccato il governo di Benjamin Netanyahu, creando un precedente del genere all’interno dei corridoi dell’esercito.
Si tratta del comandante della 98a divisione militare, Dan Goldfuss, l’ultima divisione rimasta nella Striscia di Gaza, che opera a Khan Yunis, ha affermato che “il livello militare sta facendo tutto ciò che è in suo potere per trarre lezioni dal miserabile fallimento nell’affrontare l’attacco del 7 ottobre”, puntando il dito della colpevolezza a livello politico. Goldfus lo ha affermato, in un discorso pronunciato alla periferia del Kibbutz Nirim: “Chiniamo la testa davanti al miserabile fallimento del 7 ottobre e non ci sottraiamo alle nostre responsabilità”. L’ufficiale ha sottolineato che la settimana scorsa si è assistito agli scontri più violenti nella città di Hamad, a nord-ovest di Khan Yunis.
Ha continuato: “Non preoccupatevi. Noi nell’esercito – comandanti e soldati – saremo responsabili delle nostre azioni. Non stiamo fuggendo dalle persone o dalle responsabilità. In un momento in cui chiniamo la testa davanti all’orrore di ciò che è accaduto 7 ottobre, il livello politico deve assumersi la responsabilità.” In seguito a queste dichiarazioni, il capo di stato maggiore dell’esercito, Herzi Halevy, ha convocato il comandante della 98a divisione per rimproverarlo per le dichiarazioni da lui rilasciate, poiché agli ufficiali dell’esercito è vietato rivolgersi ai media con messaggi politici.
Quelli vicini al primo Ministro Benjamin Netanyahu hanno attaccato l’ufficiale, dicendo che stava sfruttando la sua posizione nell’esercito per attaccare Netanyahu, indicando che non c’è posto per tali insinuazioni nell’esercito.
Nel frattempo, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha affermato di sostenere le dichiarazioni del comandante della divisione, e che la leadership e altri devono essere chiamati a rispondere di quanto accaduto il 7 ottobre e non quelli che sono sul campo da cinque mesi.
Yedioth Ahronoth: “Il discorso di ieri del comandante della 98a divisione dell’esercito israeliano mostra la portata della scarsa leadership e la portata della frustrazione del combattente israeliano perché la leadership – che ha fallito nella guerra – non rappresenta loro e non dice le cose che hanno bisogno di essere dette.” “Il discorso pronunciato ieri dal comandante della 98a divisione non è altro che uno scandalo, poiché insegna lezioni sulla perdita di controllo, che è il problema che accompagna l’esercito israeliano dal 7 ottobre”.
Secondo i media israeliani inoltre,: “Hamas” ha preso il controllo dei telefoni dei soldati utilizzando funzionalità “informatica” prima del 7 ottobre, con il sostegno dell’Iran e di Hezbollah.
Serie di accoltellamenti ai danni di coloni nella giornata del 14 marzo: il primo ha visti coinvolti 3 coloni che sono rimasti feriti in un attacco con coltellate a Beit Kama, a sud di Kiryat Gat nel deserto del Negev. E il secondo nel distretto settentrionale a Afula dove c’è stata una sparatoria in un supermercato. In merito al Negev ricordiamo che le forze speciali yemenite hanno condotto esercitazioni in Yemen con l’obiettivo di imparare a colpire il Negev.
Il Ministero degli Affari Esteri palestinese ha condannato le vanterie del ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, riguardo al crimine di aver ucciso, l’altro ieri, il bambino Rami Al-Halhouli (13 anni) da parte di soldati israeliani dal campo profughi di Shuafat a Gerusalemme, e chiede alla Corte penale internazionale di emettere un mandato d’arresto e un mandato di comparizione immediato contro di lui.
Il Fronte popolare condanna le dichiarazioni secondo cui ci sarebbe il sostegno americano ad un’operazione di terra “limitata” a Rafah perché è considerata come “un permesso a Israele di continuare la sua guerra di sterminio. Riteniamo l’amministrazione americana e il criminale di guerra Biden responsabili di qualsiasi passo di occupazione verso la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza”.
Il Movimento di Resistenza Islamico, Hamas, ha invitato le masse del popolo palestinese e tutti i popoli arabi e islamici e le loro istituzioni a intensificare il movimento, protestare e affrontare il nemico, con l’ingresso del primo venerdì del mese benedetto del Ramadan, a sostegno della fermezza e della resistenza del popolo di Gaza e a sostegno di Gerusalemme e Al-Aqsa.
Secondo fonti vicino ad Hamas l’escalation di oggi è stata lanciata: “Lasciamo che il primo venerdì del Ramadan sia un’escalation in tutti i campi a sostegno di Gaza, Gerusalemme e Al-Aqsa, e a sostegno della fermezza e della resistenza del nostro popolo di fronte all’aggressione. Hamas per la nazione araba e islamica: lasciamo che i giorni del mese sacro siano un’arena e un movimento di massa finché non cesserà l’aggressione contro Gaza, i valichi saranno aperti e non arriveranno gli aiuti.
Hamas per la gioventù rivoluzionaria e le brigate della resistenza: “Uscite in folle ruggenti, per scuotere la terra sotto i piedi degli invasori e delle mandrie di coloni, per scontrarvi con i suoi soldati e per affermare l’unità del popolo palestinese”. Hamas per le persone libere del mondo: “Dovete continuare il movimento attivo e le marce di solidarietà, intensificare tutte le forme di mobilitazione, sostegno e sostegno e denunciare i crimini del nemico”.
Non si chiama all’uso della forza ma se masse di cittadini si riverseranno verso al Asqa gli incidenti mortali potrebbero essere molti. Chiesta mobilitazione anche in Cisgiordania: “Mobilitiamo le masse del nostro popolo a Gerusalemme, in Cisgiordania e nei territori palestinesi occupati nel 1948 il primo venerdì del mese di Ramadan per partecipare urgentemente alla difesa della Moschea di Al-Aqsa”.
Il Ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib ha detto: “Prevedo che Israele combatterà una lunga guerra di logoramento contro il Libano utilizzando i suoi UAV. Non prevedo un attacco di terra israeliano in Libano perché Israele sa che per loro non sarà una ‘passeggiata nel parco’”.
L’Iran nega di aver intrattenuto negoziati indiretti con gli Stati Uniti riguardo agli attacchi Houthi nel Mar Rosso. L’agenzia di stampa iraniana IRNA chiarisce che “l’unico colloquio tra i Paesi riguardava la possibilità di revocare le sanzioni”
Fonti russe, Ria Novosti e Sputnik, affermano che gli i Houthi hanno testato con successo un missile ipersonico. Il movimento yemenita, secondo le fonti citate dai russi, intende avviare la produzione di massa di tali missili per continuare gli attacchi in mare e sul territorio israeliano.
La fonte Houti ai russi ha detto che la forza missilistica Houthi ha testato un missile, che funziona con combustibile solido, e che la sua velocità era di Mach 8 (circa 10.000 chilometri all’ora). Ha aggiunto che c’è l’intenzione di lanciarne la produzione per l’uso negli attacchi nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden, e per colpire siti in Israele. Ha sottolineato che le forze Houthi hanno sviluppato missili e droni per aumentare la loro potenza, dopo esperimenti durati 3 mesi.
Il Comando centrale statunitense il 14 marzo ha detto che le forze armate yemenite hanno lanciato un missile balistico antinave nel Golfo di Aden.
Il leader degli Houthi, Abdul-Malik al-Houthi, ha annunciato pubblicamente giovedì scorso che le sue forze continuano a sviluppare le loro capacità militari e che tutti vedranno “il livello di risultati di importanza strategica che pongono il nostro Paese nelle sue capacità tra limitate e paesi numerati in questo mondo”, ha detto.
Nella giornata del 14 di marzo il centro commerciale marittimo britannico ha segnalato un attacco degli Houthi nel Golfo di Aden senza danni o vittime. UKMTO: “Abbiamo ricevuto una segnalazione di un incidente a 50 miglia nautiche a sud-est di Aden, nello Yemen. Il capitano della nave ha segnalato un’esplosione a una certa distanza dalla poppa della nave”.
In risposta una coalizione americano-britannica ha preso di mira l’area di Al-Jah nel distretto di Bayt Al-Faqih con quattro raid, nel Governatorato yemenita di Hodeidah.
Il Portavoce di Ansar Allah, Muhammad Abdel Salam, ha detto che la posizione dello Yemen è ferma e continuerà a sostenere Gaza finché non cesserà l’aggressione, l’assedio sarà revocato e arriveranno gli aiuti.
Il generale Aidarus Qassem Abdulaziz Al-Zubaidi capo del movimento “di transizione” affiliato agli Emirati Arabi Uniti ad Aden, annuncia il suo rifiuto dell’iniziativa di Sanaa per aprire lil dialogo.
Ed ora uno sguardo al fronte Israele Hamas aggiornato alle 16:00 del 14 marzo.
Israele rinnova i suoi attacchi contro i villaggi e le città del sud del Libano. Il 14 mattina registrati attacchi sulle zone di confine del Libano meridionale, dove gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato due raid mirando alla periferia orientale della città di Kunine.
Razzi sono stati lanciati dal Libano verso il sito israeliano di Al-Samaqa sulle colline occupate di Kafr Shuba, la Resistenza Islamica ha rivendicato il lancio.
Si registrano incidenti tra coloni e palestinesi ad al Aqsa protetta dalla polizia israeliana. Decine di coloni avrebbero preso d’assalto la moschea di Al-Aqsa.
Attivazione delle difese aeree nello spazio aereo dell’area del Galilee Finger dopo aver rilevato un bersaglio aereo sospetto. Nel distretto settentrionale sparatoria in un supermercato a Afula.
Sparatoria all’interno di un supermercato. Un secondo incidente registrato a “Beit Kama” nel Negev attacco rivendicato dal dal Movimento Mujahideen Palestinese: “Ci congratuliamo con l’operazione “Beit Kama” nel Negev occupato, che ha portato al ferimento di molti sionisti. Questa benedetta operazione avviene nel mese sacro del Ramadan, nel quadro delle risposte del nostro popolo ai crimini di genocidio in corso contro la Striscia di Gaza e all’aggressione contro Gerusalemme e la Cisgiordania”. Nel comunicato si legge: “Chiediamo ulteriori operazioni benedette nel mese sacro del Ramadan contro il criminale nemico sionista, e invitiamo tutto il nostro popolo e i rivoluzionari a intensificare lo scontro e la rivolta di fronte al nemico criminale e alle sue mandrie di coloni, e a impegnarsi in la battaglia per difendere il popolo, la terra e i luoghi santi. Rinnoviamo il nostro appello alle nostre cellule mujaheddin e alle fazioni della resistenza affinché intensifichino i loro attacchi contro le forze del nemico fascista sionista e affinché il mese benedetto del Ramadan sia un mese di disprezzo e di attacco contro il nemico criminale e di vittoria per i santi”.
Attacchi israeliani nel campo di Al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Raid e bombardamenti di artiglieria a Sheikh Nasser e le aree a est di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza
Scontri sempre più importanti nella striscia di Gaza. L’Autorità per gli affari dei prigionieri e degli ex prigionieri e il Club dei prigionieri palestinesi hanno affermato che le forze israeliane hanno arrestato circa 7.585 cittadini della Cisgiordania dall’inizio dell’aggressione contro la Striscia di Gaza il 7 ottobre.
Le “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa” prendono di mira l’insediamento “Gush Etzion” a Hebron con mitragliatrici a nord della città di Hebron. Israrlr prende d’assalto la zona orientale di Nablus. Prese d’assalto anche il quartiere di Kafr Saba a Qalqilya e schieramento di cecchini in diversi luoghi.
Raid notturni israeliani il 13 notte si sono concentrati su Zuata, sul campo di Al-Ain, su Askar e sul ponte Al-Titi a Nablus, oltre a Kafr Saba a Qalqilya.
La resistenza islamica ha rivendicato il 14 marzo i seguenti attacchi:
1- Alle 16:50, le baracche Zibdin nelle fattorie libanesi occupate di Shebaa sono state prese di mira con un missile Falaq e sono state colpite direttamente.
2- Alle 16:55, il sito di Ruwaisat Al-Alam nelle colline libanesi occupate di Kafr Shuba è stato preso di mira con armi missilistiche ed è stato colpito direttamente.
3- Alle 17:00, la caserma Ramim è stata presa di mira con armi da lancio ed è stata colpita direttamente.
4- Alle 23:00, un gruppo di soldati nemici israeliani a est del sito di Al-Abad è stato preso di mira con armi appropriate ed è stato colpito direttamente.
– Settore occidentale:
1- Alle 10:00, un gruppo di soldati nemici israeliani a est del sito di Hanita è stato preso di mira con proiettili di artiglieria ed è stato colpito direttamente.
2- Alle 17:00, abbiamo affrontato con armi adeguate una marcia israeliana nello spazio aereo delle zone di confine con la Palestina occupata, costringendola a ritirarsi e a tornare nei territori occupati.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio