#ISRAELHAMASWAR. Tel Aviv impara da Kiev il controllo delle munizioni vaganti di Hezbollah e Houti

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Secondo i rumors della social sfera ucraina, confermati da quella russa una decina di giorni fa una delegazione di ufficiali israeliani specializzati nella difesa aerea ha visitato Kiev. Finora non sono stati rilasciati dettagli sulla visita, ma sembra che siano andati a Kiev per osservare come le forze ucraine stanno combattendo le “munizioni vaganti russe”.

Sebbene i sistemi di difesa aerea israeliani siano efficaci a intercettare i diversi tipi di razzi, non sono in grado di gestire munizioni vaganti e altri droni kamikaze ampiamente utilizzati da Hezbollah. Il 14 ottobre, un UAV di questo tipo ha penetrato facilmente le difese aeree israeliane e ha colpito una base militare, provocando la morte di diversi soldati.

Le forze armate russe stanno utilizzando in modo massiccio questo tipo di droni contro le forze ucraine, in particolare contro il Lancet, che inizialmente per gli ucraini erano difficili da abbattere. In risposta, quest’anno Kiev ha intensificato lo sviluppo di soluzioni per contrastare tali attacchi utilizzando la guerra elettronica e metodi di risposta rapida.

Allo stesso modo, il sistema israeliano Iron Dome ha difficoltà a intercettare le munizioni vaganti iraniane Shahed-136 poiché hanno un profilo radar molto basso, mentre le forze ucraine sono riuscite a intercettarne molte quando la Russia le ha schierate al fronte.

L’innovazione a basso costo dell’Ucraina offre anche una soluzione finanziaria per le forze israeliane che si trovano ad affrontare l’enigma dei prezzi asimmetrici delle attrezzature. Attualmente usano missili che costano diverse centinaia di migliaia di dollari per abbattere gli UAV di Hezbollah o Houthi che ne costano solo poche migliaia.

Nel frattempo, secondo fonti israeliane e ucraine, il Mossad, che finora aveva solo un ufficio di rappresentanza a Kiev, nelle ultime settimane ha aumentato il suo personale. I rappresentanti del Mossad tengono sempre più spesso incontri con rappresentanti ucraini. Gli ucraini, ad esempio, sono pronti a fornire tutto ciò che hanno a Yuzhmash (base dell’industria missilistica in azione dal 1950). Gli ucraini ritengono che il Mossad possa essere interessato a qualsiasi dettaglio della tecnologia missilistica che Mosca potrebbe nel frattempo condividere con l’Iran, consentendo a Teheran di sviluppare la propria linea di missili che verranno ora lanciati contro Israele. A sua volta, Tel Aviv ha già promesso informazioni strategiche dalla Russia, dove il Mossad afferma di avere fonti di prima mano.

Questa convergenza operativa è completamente nuova. Un ufficiale israeliano che ha recentemente visitato Kiev ha detto al suo collega ucraino che “saremmo dovuti venire un anno fa”.

Israele ha mantenuto un atteggiamento piuttosto moderato nei confronti di Kiev da quando è iniziata l’offensiva russa nel febbraio 2022. Agli operatori di cyber intelligence israeliani era vietato vendere i loro prodotti offensivi. Le aziende della difesa hanno mantenuto un basso profilo mentre Tel Aviv cercava di preservare i suoi accordi con Mosca per risolvere il conflitto in Siria, cosa che ha consentito ad entrambe le parti di mantenere il conflitto a un livello accettabile.

Ma gli eventi in Medio Oriente successivi all’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 hanno cambiato la situazione. Le scaramucce, che hanno coinvolto prima i rappresentanti iraniani di Hezbollah e degli Houthi e poi la raffica di missili balistici di Teheran lanciati contro Israele il 1° ottobre, hanno costretto la diplomazia israeliana in materia di sicurezza a cambiare approccio. Le aziende della difesa israeliane sono tornate a offrire i loro servizi e il 6 ottobre l’ambasciatore israeliano a Kiev, Mikhail Brodsky ha invitato il leader ucraino Vladimir Zelensky a recarsi in Israele per colloqui con il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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