
Nel fine settimana sono circolate molte voci sul fatto che “Trump si prepara ad annunciare il riconoscimento da parte degli Stati Uniti di uno Stato palestinese al prossimo vertice Golfo-USA a Riyadh, in Arabia Saudita”, a riferirlo anche il The Jerusalem Post. Di certo c’è che l’interesse statunitense in Medio Oriente, dal punto di vista militare sta finendo: tutti e 6 i bombardieri B-2 statunitensi sono partiti dalla base aerea di Diego Garcia. Tre sarebbero già arrivati alla base aerea di Whiteman, in Missouri. Gli ultimi tre sono in viaggio di ritorno, come confermato dalle comunicazioni radio di Brisbane, mentre si avvicinano alla base aerea di Darwin, in Australia.
Non solo Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti, alla NBC domenica ha dichiarato: “L’espansione delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza è una perdita di tempo perché renderà più difficile ricostruire l’enclave”. Secondo la NBC Trump si oppone all’occupazione militare su vasta scala di Gaza pianificata da Netanyahu, con l’operazione che dovrebbe iniziare nelle prossime settimane.
Sulla stessa lunghezza d’onda Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, in un’intervista in diretta su Channel 12 ha detto: “Vogliamo che i detenuti vengano restituiti, ma Israele non vuole porre fine alla guerra”, ha dichiarato. “Witkoff, tramite i mediatori, ha presentato ad Hamas una proposta per un accordo parziale che inizierebbe con il rilascio di 10 ostaggi israeliani, in cambio di una cessazione dei combattimenti fino a 70 giorni, durante i quali si negozierebbe un accordo finale”. Nella giornata del 12 maggio l’inviato statunitense Steve Witkoff ha tenuto incontri con i principali dirigenti israeliani, tra cui il Primo Ministro.
Alle 21:00 ore italiane dell’11 maggio, Hamas ha annunciato il rilascio dell’ostaggio israeliano-americano Idan Alexander. Secondo Yaron Avraham, giornalista israeliano di Channel 12: “Israele non è stato coinvolto in alcun modo nei colloqui per il rilascio di Idan Alexander”. Yaron Avraham ha lamentato che: “A differenza degli accordi con gli Houthi e gli iraniani, qui ci sono cittadini israeliani la cui vita dipende immediatamente da questo accordo”, ha chiosato il giornalista Yaron Avraham. Sempre secondo Channel 12: ”Con questo accordo diretto e senza precedenti tra Hamas e l’amministrazione statunitense, Trump non solo ha dato uno schiaffo in faccia a Netanyahu, ma ha anche garantito ad Hamas una legittimità e una vittoria senza precedenti dall’inizio della guerra”. Israele nel frattempo fa sapere che non rilascerà i prigionieri palestinesi in cambio del rilascio di Idan Alexander.
L’ambasciatore israeliano all’ONU ha dichiarato su Fox News che, se non si raggiungerà un accordo sulla presa degli ostaggi dopo la visita del Presidente Trump in Medio Oriente, più di “50.000 dei nostri migliori militari prenderanno completamente Gaza”.
Ilprincipe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha organizzato un incontro a quattro tra lui, il presidente Trump, il presidente siriano Ahmed al-Sharaa e il presidente libanese Joseph Aoun, che si terrà a Riyadh durante la visita di Trump. Lo scopo dell’incontro è pianificare il riconoscimento di uno Stato palestinese, secondo quanto riportato dal israeliano Channel 301. Secondo Channel 11: ”L’Arabia Saudita sta cercando di sfruttare Trump per riconoscere uno stato palestinese, porre fine alla guerra a Gaza e normalizzare i rapporti con Israele”.
Secondo Israel Today: “Netanyahu accusa i media di aver cercato di creare artificialmente un divario tra il suo governo e l’amministrazione Trump”. “Non ci sono divari tra noi e gli americani. Dermer è lì ogni giorno, e tutti i discorsi sui divari tra noi e gli americani riguardo all’Iran o agli Houthi sono una campagna che proviene da un certo canale [riferendosi al canale israeliano di sinistra Channel 12]. Indovinate quale? È tutto sui media”, – Benjamin Netanyahu, Primo Ministro israeliano, nel programma Yinon News di Channel 14. E ancora Netanyahu ha detto: “Non vedo una situazione in cui non avremo il controllo completo della sicurezza a Gaza e in Cisgiordania, dal fiume Giordano al mare, compresa Rafah”. “Penso che dovremo sbarazzarci degli aiuti americani alla sicurezza”, ha dichiarato oggi Netanyahu, alla sua Commissione Affari Esteri e Difesa, come riportato da Yuval Segev del Canale 13.
L’ex Ministro della Difesa israeliano Yoav Galant ha detto : “Il successo nella guerra ha creato per noi una ristretta finestra di opportunità, che ci obbliga ad agire contro il potenziale nucleare dell’Iran. Se non agiamo il prima possibile, questo potrebbe essere un disastro irreversibile per il futuro dello Stato di Israele. Nonostante i suoi impressionanti successi nella guerra, Israele deve ancora affrontare una minaccia esistenziale: la capacità nucleare militare nelle mani di un regime irresponsabile e pericoloso come l’Iran, e oggi l’Iran non ha un portiere. Israele avverte che qualsiasi riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese comporterebbe “azioni unilaterali” in risposta. Nel frattempo il governo è sempre più diviso.
Ben Gvir: “Dobbiamo impegnarci per incoraggiare la migrazione volontaria dalla Striscia di Gaza”.
Hamas conferma ad al-Jazeera i colloqui diretti in corso con gli Stati Uniti! “I negoziati diretti con l’amministrazione statunitense sono in corso da giorni e stanno valutando la possibilità di consentire l’ingresso degli aiuti a Gaza e di fermare la guerra”.
Ed ora uno sguardo agli scenari militari aggiornato alle ore 14:30 del 12 maggio. A partire dal 10 di maggio Yedioth Ahronoth, citando fonti: “Israele sta valutando la possibilità di colpire obiettivi iraniani in risposta ai missili Houthi”. Violento bombardamento di Ansarullah sulla città di Taizz, Yemen controllato dal Consiglio presidenziale yemenita sostenuto dall’Arabia Saudita. Jalal al-Ruwaishan, ex Ministro degli Interni del Consiglio presidenziale yemenita sostenuto dall’Arabia Saudita, afferma che “le portaerei americane non sono state in grado di contrastare le operazioni della milizia [Ansarullah]”. Al-Ruwaishan ha anche confermato che portaerei e navi americane sono state colpite. Al-Ruwaishan, ritiene che Ansarullah possa “puntare le armi verso l’interno” contro Taizz, Marib e Aden, ora che il gruppo non deve più preoccuparsi degli Stati Uniti. Taizz e Marib sono sotto il controllo del Consiglio Presidenziale yemenita sostenuto dall’Arabia Saudita. Aden è sotto il controllo del Consiglio di Transizione Meridionale sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti.
L’11 maggio Israele emette avvisi di evacuazione per i porti di Ras Isa, al-Hodeidah e Salif. Tutti e tre si trovano nella regione di al-Hodeidah, nello Yemen occidentale controllato da Ansarullah. La prima ondata di attacchi è stata di avvertimento. I porti sono stati intercettati da Israele ma non ancora colpiti. L’11 maggio il portavoce arabo delle IDF, Avichai Edrei, ha lanciato un avvertimento a chiunque si trovi nei porti marittimi di Ras Issa, Al-Hodeidah e Al-Salif controllati dagli Houthi.
Il 10 maggio gli aerei israeliani hanno volato rompendo la barriera del suono su Damasco e la Siria meridionale. L’11 maggio le IDF hanno fatto sapere che continuano a monitorare gli sviluppi in Siria. Le truppe della 210ª Divisione sono schierate, pronte a rispondere a diversi scenari sulla base delle valutazioni situazionali in corso e sono pronte a impedire l’ingresso di entità ostili nell’area dei villaggi drusi, fornendo al contempo assistenza alla popolazione drusa siriana nella regione.Nella giornata del 12 maggio in Siria: “aerei militari israeliani sorvolano l’aeroporto T4 di Homs”.
L’esercito libanese ha arrestato 35 persone che hanno sparato durante le elezioni comunali in diverse zone dei governatorati del Libano settentrionale e di Akkar
Il 10 maggio nove riservisti della Brigata di Gerusalemme sono rimasti leggermente feriti durante la notte nella zona di Sajaiya, nella Striscia di Gaza settentrionale, dopo aver calpestato un ordigno esplosivo durante un’operazione di rastrellamento nella zona. Tra i feriti lievi c’erano due ufficiali superiori: il vice comandante della 252ª divisione (un ufficiale con il grado di colonnello) e il comandante del battaglione 6310 (un ufficiale di riserva con il grado di tenente colonnello). I combattenti sono stati evacuati per ricevere cure mediche in un ospedale e le loro famiglie sono state avvisate. Un caccia F-16I dell’aeronautica militare israeliana ha sganciato questa mattina munizioni in un’area aperta nei pressi della base aerea di Ramat David, nel nord di Israele, a causa di un malfunzionamento tecnico che ha impedito all’aereo di atterrare in sicurezza, ha affermato l’esercito. Secondo le Forze di difesa israeliane, la bomba è stata sganciata in “maniera controllata”. Non ci sono state vittime. L’esercito riferisce che l’incidente è oggetto di ulteriori indagini.
Il 12 maggio un palestinese è stato ucciso dal fuoco di un drone israeliano che ha preso di mira il quartiere di Shuja’iyya, a est della città di Gaza. Le IDF si stanno preparando ad accogliere Idan Alexander, il cui rilascio è previsto a breve dalla zona di Khan Yunis. Il rilascio di Aidan Alexander porterà immediatamente a colloqui su un accordo più ampio volto a porre fine alla guerra a Gaza.
Le ruspe delle IDF continuano a demolire le case nel campo di Nour Shams a Tulkarem, teatro di un’aggressione diffusa da oltre 100 giorni. Le IDF continuano a prendere d’assalto il villaggio di Al-Hadab, a sud di Hebron, e trasformano una casa in una caserma militare. IDF: La Brigata Nahal conclude le sue attività antiterrorismo in Giudea e Samaria.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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