#ISRAELHAMASWAR. Shin Bet: Ora tocca al nord della Cisgiordania. La vittoria sul terrorismo può essere ottenuta solo attraverso la difesa”. Israele non lascerà il Libano il 26 gennaio

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Secondo Channel 12: “i funzionari dell’amministrazione Trump hanno informato i funzionari israeliani che non intendono iniziare il suo mandato con una nuova guerra in Medio Oriente. Trump vuole raggiungere un accordo molto rigido che impedisca all’Iran di dotarsi di un’arma nucleare”. Inoltre secondo quanto riferito dalle stesse fonti: “Trump crede che gli iraniani si precipiteranno a sedersi al tavolo delle trattative sotto la sua guida”.

Il presidente Donald Trump ha anche parlato di Ansar Allah: “Gli Houthi non devono colpire le nostre navi e qualsiasi altra nave. Nei prossimi giorni terrò riunioni per discutere del dossier Iran”. 

i24NEWS Channel invece ha parlato del cessate il fuoco a Gaza in preparazione del nuovo rilascio di ostaggi: “Stiamo per assistere ad un evento che credo avrà un grande impatto sulla società israeliana. Vedremo il ritorno in gran numero della popolazione palestinese nel nord della Striscia di Gaza. Dal punto di vista di Hamas, questo sarà uno dei immagini importanti di vittoria per loro in questa battaglia, perché vogliono riportare la popolazione nelle loro case”.

Hamas in merito ha fatto sapere a Israele che domani non presenterà l’elenco completo di tutti i nomi dei rapiti che verranno rilasciati, ma specificherà soltanto il numero dei vivi e dei morti. Le famiglie dei rapiti non sapranno quindi quali di loro è vivo e morto.

Israel Hayom ha fatto sapere che: “L’Indonesia si oppone al trasferimento di alcuni abitanti di Gaza nel Paese, a seguito di un rapporto secondo cui l’amministrazione Trump sta valutando la possibilità di trasferirli temporaneamente in Indonesia durante il periodo di ricostruzione della Striscia di Gaza”.

Il Capo dello Shin Bet israeliano a Jenin: “Ora è il momento nel nord della Cisgiordania. La vittoria sul terrorismo può essere ottenuta solo attraverso la difesa”. Infine secondo le fonti libanesi gli israeliani stanno imponendo/proponendo la loro presenza in Libano sud oltre il tempo prefissato dall’accordo di cesare il fuoco: “perché l’esercito libanese non è in grado di schierarsi nel sud del Libano”.

A confermare che le IDF resteranno in Libano oltre il 26 gennaio, è Binyamin Gantz: “All’esercito israeliano non è consentito lasciare la zona cuscinetto in Libano. Dobbiamo insistere affinché il governo libanese attui pienamente l’accordo. Dobbiamo insistere sulla sicurezza degli abitanti del nord e non minacciare gli insediamenti, altrimenti non impareremo dal 7 ottobre. L’esercito deve continuare a intensificare le operazioni contro qualsiasi violazione da parte di Hezbollah, sia lieve che grave”. 

Il 24 gennaio la leadership politica ha dato istruzioni all’esercito di non ritirarsi dal settore orientale del Libano meridionale ma secondo i media israeliani “Dopo la fine della riunione di gabinetto, non c’è una decisione chiara riguardo alla permanenza nei punti “dell’esercito” israeliano nel sud del Libano”.

Ed ora uno sguardo alle situazioni militari aggiornate alle ore 14:00 del 24 gennaio.

L’esercito libanese entra per schierarsi ad Al-Jebeen, Shehin, e il reggimento del genio inizia a ripulire le strade dalle munizioni. Le forze Israeliane sparano con mitragliatrici da Tallet Al-Hamams, a sud di Al-Khiyam, verso Sarda e Al-Umrah. Israele ha effettuato un’operazione di bombardamento nella città di Aitaroun, nel sud del Libano. Due carri armati Merkava sono penetrati nella periferia settentrionale della città di Maroun al-Ras, sparando contemporaneamente sul posto con colpi di mitragliatrice, prima di ritirarsi verso il lato meridionale della città.

Le IDF in un comunicato informano: “La 769a Brigata, sotto il comando della 91a Divisione, continua i suoi sforzi per rimuovere le minacce nel Libano meridionale mantenendo al contempo gli accordi di cessate il fuoco tra Israele e Libano. Durante l’attività operativa dell’IDF nell’area di Saluki la scorsa settimana, le truppe della 769a Brigata hanno individuato diversi percorsi sotterranei significativi destinati a essere utilizzati dagli operatori terroristi di Hezbollah. I soldati dell’ingegneria di combattimento e dell’unità Yahalom hanno esaminato i percorsi prima di smantellarli. Le truppe hanno anche individuato un nascondiglio di armi all’interno di una moschea, un veicolo carico di armi, centinaia di proiettili di mortaio, esplosivi, razzi, armi e ulteriore equipaggiamento militare di Hezbollah. In altre attività operative della Brigata Golan, i soldati hanno localizzato camion carichi di lanciarazzi pesanti, insieme a diversi depositi di armi contenenti un gran numero di razzi, missili da spalla, lanciatori, proiettili di mortaio, esplosivi ed equipaggiamento militare. Tutte le armi sono state confiscate e i depositi di armi sono stati smantellati”. 

Negli insediamenti a Nord di Israele la popolazione non vuole rientrare. “Mi dispiace, non so cosa fare”. “Più di ogni altra cosa”, con l’avvicinarsi della fine del cessate il fuoco nel nord – David Azoulay, capo del Consiglio di Metulla, in un’intervista a “GALTZ”: “Se fossi un padre di bambini piccoli, non sarei tornato a vivere al nord. Saremmo tornati alla stessa situazione di prima della guerra”.

Nella giornata del 24 gennaio centinaia di persone sono bloccate all’ingresso sud della città di Gerico a causa della chiusura del checkpoint da parte dell’occupazione. 

A Gaza nella notte del 24 gennaio registrata sparatoria da veicoli nel quartiere di Al-Zaytoun, appostati vicino alla fabbrica di tende. E ancora sparatorie da veicoli in corsa. 

Secondo le fonti palestinesi 7 soldati israeliani sono rimasti feriti, di cui 4 gravemente, nell’esplosione di un ordigno esplosivo a Jenin il 23 tarda sera, citano fonti israeliane. Nella giornata del 24 sono riprese le demolizioni a Jenin . Le forze speciali Israeliane hanno arrestato Qais Al-Saadi dal campo di Jenin, mentre si trovava nella città di Beit Qad, a est di Jenin, l’arresto avviene dopo la sua liberazione in base agli accordi.

Le Brigate Al-Quds – Battaglione Jenin hanno rilasciato una dichiarazione secondo cui: “Dopo aver ripreso contatto con una delle nostre formazioni di combattimento nel campo, ci hanno confermato che, insieme alle Brigate Al-Qassam e alla Gioventù della Vendetta e della Liberazione, sono stati in grado durante le ore serali e mattutine di impegnarsi in feroci battaglie con i soldati. Forze nemiche in diverse zone del campo sono tate attaccate, e i nostri eroi sono riusciti anche a far esplodere diversi ordigni antiuomo. Nelle forze di fanteria israeliane si registrano vittime”.

I bombardamenti a Jenin fuori dal campo sono continuati per tutta la mattinata e per il primo pomeriggio. A conferma di ciò la Rete Quds fa sapere: “Le operazioni di incendio e demolizione di case sono concentrate nelle vicinanze del campo di Jenin e nelle aree che vi conducono, e non all’interno del campo stesso, mentre l’occupazione continua ad assediare il campo con i droni, cecchini e minacce alla gente, invitandola a fuggire”.

Arrestato da forze Israeliane Abu Talal e consegnato alle Autorità palestinesi; anche questo detenuto era stato rilasciato in base agli accordi di cessate il fuoco. Allam e Karim Owais sono stati arrestati da Khallet Al-Soha.

Le IDF hanno distrutto le case dei cittadini nella città di Yamoun, a ovest di Jenin, assaltata la città di Qabatiya, a sud della città di Jenin, in Cisgiordania

Presa d’assalto la città di Halhul, a nord di Hebron.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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