La Camera dei Rappresentanti americana ha approvato una proposta legislativa per imporre sanzioni contro la Corte penale internazionale dopo l’emissione di mandati di arresto per Netanyahu e Gallant. Il governo polacco ha annunciato ufficialmente che il primo Ministro israeliano Netanyahu potrà partecipare alla cerimonia in occasione dell’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz senza timore di essere arrestato a causa del mandato di cattura internazionale.
Le cose non vanno altrettanto bene in Israele. Eyal Hulata, ex capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano ha lamentato: “Non capisco cosa stia facendo l’esercito israeliano a Gaza da molto tempo, e non capisco in particolare perché i negoziati sull’accordo sui prigionieri non siano ancora stati completati e non sia stato raggiunto un cessate il fuoco che porrà fine alla guerra e al ritiro delle forze dell’esercito israeliano da Gaza”.
A fare da eco a questo parole la brigata di Hamas, Saraya Al-Qudsche via social invia un messaggio: “Alle famiglie dei prigionieri nemici… La vostra leadership sta uccidendo i vostri figli con determinazione e insistenza”. Il ricercatore di intelligence Yossi Melman alla testata Haaretz ha dichiarato: “Durante i negoziati, Hamas ha ammorbidito la sua posizione. Per quanto ci riguarda, “il pubblico israeliano” si aspetta ancora che il governo non peggiori con brutalità e isolamento per quanto riguarda la sorte dei prigionieri. È diventato chiaro a chiunque segua il comportamento del primo Ministro Benjamin Netanyahu che ogni volta che si fanno progressi, solleva una nuova richiesta per renderli più difficili, eliminando così la possibilità di raggiungere un accordo”.
Anche Il leader di Hamas Osama Hamdan ha replicato sulla questione ostaggi: “La resistenza ha sventato i piani dell’occupazione di liquidare la causa palestinese e l’unica soluzione è porre fine completamente all’occupazione. Qualsiasi accordo a Gaza deve includere una cessazione dell’aggressione e un ritiro completo dalla Striscia”. “La comunità internazionale deve fare pressione su Israele affinché rispetti quanto concordato nei negoziati. Continueremo la lotta finché non libereremo la nostra terra e non istituiremo uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale”.
L’Iran si sta preparando al peggio. l’IRGC, tramite Tasnim News, ha mostrato ufficiosamente una nuova munizione vagante chiamata “Radwan” durante le esercitazioni militari in corso del “19° Grande Profeta” (o “Eqtedar”), iniziate cinque giorni fa con esercitazioni di difesa aerea con vari sistemi nazionali presso il sito nucleare di Natanz. Il generale Shaykhian, comandante dell’unità di difesa aerea delle forze aerospaziali dell’IRGC, annuncia che un sistema di difesa antimissile antimissile recentemente testato diventerà presto operativo e sarà integrato nella vasta rete di difesa aerea dell’Iran. Durante le esercitazioni all’esercito è stato detto di aspettarsi il peggio e mantenere la prontezza al combattimento.
Il 10 di gennaio massiccio attacco contro gli Houthi a Sanaa. Secondo i media israeliani: 20 aerei hanno partecipato all’attacco sullo Yemen e hanno sganciato 50 bombe. Il leader del movimento “Ansar Allah”, Hazam al-Assad, minaccia in lingua ebraica: “Preparatevi a ciò che sta arrivando, non lanceremo minacce come fa il pagliaccio “Netanyahu”, ma lasceremo che i missili e i droni parlino nel cuore del nemico”. “Faremo in modo che i coloni maledicano “Herzl”, “Balfour”, “Ben Gurion” e la Gran Bretagna, e tutti coloro che li hanno portati in Palestina, e non lasceremo Gaza”.
Attesa dunque una risposta a breve del movimento Houthi contro Israele. Il Consiglio politico di Ansar Allah: “Chiediamo alla comunità internazionale di condannare l’escalation israelo-americana prima che trascini la regione in guerra. Condanniamo l’attacco alle strutture civili nella centrale elettrica di Haziz e nei porti di Ras Issa e Salif”. In risposta il Ministro della Difesa israeliano Katz: “Nessuno è immune. Perseguiremo anche i leader dell’organizzazione Houthi”. Sarebbero stati almeno 12 gli obiettivi Houti colpiti da bombardamenti israelo-americani vicino a Sanaa. Tra questi anche la centrale elettrica di Haziz, a sud di Sanaa, con 13 raid.
Ed ora uno sguardo alla Linea del fronte.
Secondo fonti libanesi per il secondo giorno di fila gli israeliani hanno spostato grandi forze da Maroun al-Ras verso la periferia di Bint Jbeil per fare irruzione nelle case e perquisirle. Sempre il 10 di gennaio l’esercito israeliano ha attaccato un veicolo nel Libano meridionale sostenendo che trasportava armi che venivano spostate da una posizione precedentemente associata a Hezbollah. Nessuna esplosione secondaria o incendio segnalato. I libanesi sulla social sfera lamentano che questo è “il secondo attacco di questo tipo di recente e in entrambe le dichiarazioni hanno annunciato di aver preso di mira il veicolo, ma non le persone intorno e dentro”.
Le forze israeliane hanno fatto saltare in aria diverse case nell’area di Al-Kharzeh tra Ramyeh e Aita al-Shaab. Ulteriori demolizioni a Kfarkila. Droni israeliani hanno volando sopra Beirut.
L’esercito libanese arriva alla periferia della città di Aita al-Shaab nel triangolo Aita-Ramia al-Quzah.
Sei morti nel distretto di Tiro a seguito di un bombardamento israeliano che ha preso di mira un furgone e un autobus nella città di Teir Debba nel Libano meridionale. Le IDF in un comunicato hanno riferito: “IDF: In mattinata (venerdì), diversi terroristi sono stati identificati mentre caricavano un camion con armi usate dall’organizzazione terroristica Hezbollah nel Libano meridionale. Un aereo dell’IAF ha colpito l’arma sul veicolo per eliminare la minaccia. L’IDF continua a operare in conformità con gli accordi di cessate il fuoco tra Israele e Libano. L’IDF rimane schierato nel Libano meridionale e opererà contro qualsiasi minaccia allo Stato di Israele e ai suoi cittadini.”
Continuano gli scontri e i bombardamenti a Gaza, la Protezione civile di Gaza: “Le nostre squadre si stanno dirigendo per gestire un attacco israeliano a un edificio residenziale a est di Al-Nazzaz Street nel quartiere di Al-Shuja’iyya, a est di Gaza City”. Ne bombardamento vi sarebbero stati feriti. Raid delle IDF a Gaza City. Aerei israeliani lanciano un raid nei pressi della moschea di Sayyid Ali nel quartiere di Shuja’iyya, a est di Gaza City.
Secondo fonti mediche citate da Al Jazeera: 21 i morti nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza da 12 dei quali nel centro e nel sud della Striscia. Ucciso anche un giornalista che seguiva gli scontri nel campo a Nuseirat zona centrale della Striscia: Saed Nabhan.
Le Brigate Al-Quds insieme al Battaglione Jenin rivendicano attacchi e scontri con esplosioni sui percorsi dei veicoli militari, neo sarebbero dei feriti a Jenin. Sempre in Cisgiordania, i combattenti della Compagnia Qabatiya (sepre sfera Hamas al Quds) hanno continuato – secondo fonti palestinesi – fin dalle prime ore del mattino del 10 gennaio a combattere battaglie contro le IDF su più fronti”. Scontri tra giovani e forze IDF nel villaggio di Triangle of Martyrs, a sud di Jenin.
Infine si segnala che i coloni “Bnei Hefer” sradicano e spezzano decine di ulivi nella zona di Hawara, a est di Yatta, a sud di Hebron.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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