L’ambasciatore designato degli Stati Uniti in Israele Mike Huckabee in un’intervista su Channel 7 ha detto: “Per quanto riguarda l’applicazione della sovranità, questa è una decisione che deve essere presa da Israele, non dagli Stati Uniti, per imporla. Donald Trump non sarà il tipo di presidente che vuole dettare ai paesi come e cosa fare. Vuole accompagnare, assistere, incoraggiare gli sforzi di pace e rafforzare i partenariati. Vorrei sottolineare che non c’è mai stato nella storia un presidente più filo-israeliano di Trump. La soluzione dei due Stati non è né pratica né applicabile: ha invece promosso gli Accordi di Abramo”.
“Ci sono questioni che il mondo ama definire controverse e, naturalmente, tutto ciò che riguarda la Giudea e la Samaria è una di queste. Non ho mai accettato di usare il termine “Cisgiordania”. Non esiste una cosa del genere. Sto parlando di “Giudea e Samaria”. “Dico alla gente che non esiste ‘occupazione’ perché questa terra è controllata da un popolo che ne ha avuto la proprietà legale per 3.500 anni, dai tempi di Abramo” ha aggiunto Huckabee.
Samir Geagea delle Forze Libanesi ha detto a Reuters: “La resistenza libanese deve rinunciare alle sue armi per porre fine alla guerra e risparmiare il Libano dalla distruzione”. E ancora: “Lo sfollamento degli sciiti libanesi verso aree sunnite e cristiane causerebbe problemi in un Paese economicamente sofferente”.
Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha dichiarato in un comunicato: “Un tunnel è stato scavato sotto il villaggio di Qila, nel sud del Libano, per prepararsi ad un attacco contro Israele”. Da fonti libanesi si apprende che nell’ambito dell’accordo concluso tra Israele e Libano, Israele avrebbe accettato di armare l’esercito libanese con un paese terzo (apparentemente Francia o Stati Uniti) ma non ci sono conferme in merito”.
Gli Houthi yemeniti hanno armi molto moderne nel loro arsenale, compresi missili che “possono fare cose straordinarie”, ha affermato il sottosegretario americano alla Difesa per l’acquisizione e il sostegno delle armi Bill LaPlante. Ha detto che ciò che ha visto fare agli Houthi negli ultimi sei mesi è stato “semplicemente scioccante”. Axios sottolinea che, a causa dei missili balistici e da crociera acquisiti, il gruppo minaccia quasi tutte le navi che attraversano il Mar Rosso, sia civili che militari. In un comunicato stampa gli Houthi hanno fatto sapere che: “Le operazioni di questa settimana sono state effettuate con ventinove missili balistici e alati e un drone”.
Secondo il Wall Street Journal, Israele ha chiesto aiuto alle truppe russe in Siria per impedire a Hezbollah di ricostituire le sue scorte di armi attraverso il contrabbando. Le forze di difesa israeliane hanno confermato gli attacchi aerei in Siria, affermando che avevano preso di mira diversi edifici e centri di comando appartenenti al gruppo terroristico palestinese del Jihad islamico. L’esercito ha affermato che gli attacchi sono stati un “colpo significativo” per il gruppo terroristico palestinese con sede a Gaza e i suoi militanti. Il gruppo Jihad islamico ha lanciato un’offensiva il 7 ottobre con Hamas e ha anche partecipato ad attacchi contro Israele dal Libano con Hezbollah. Le autorità siriane riferiscono di 16 morti e 15 feriti.
Incidente diplomatico a Beirut: il capo dell’apparato di sicurezza dell’aeroporto di Beirut, il generale di brigata Fadi Kfoury, ha emesso un ordine per sottoporre la squadra di sicurezza dell’ambasciata iraniana, che era venuta ad accompagnare il signor Ali Larijani, in visita in Libano, a una perquisizione approfondita.
Dopo che la delegazione di sicurezza ha rifiutato di essere perquisita sostenendo di essere diplomatici e di godere di immunità, Kfoury ha ordinato la chiusura di tutti i cancelli che conducevano alla sala VIP dell’aeroporto, impedendo loro di entrare e impedendo alla delegazione di uscire.
Ed ora uno sguardo alla linea del fronte aggiornato alle ore 16:30 del 15 novembre.
Dalla sera del 14 novembre si registra un raid “israeliano” nella città di Anqoun. E ancora attacchi aerei israeliani hanno preso di mira Jwaya nel sud del Libano e tutta Taraya Bazailieh e Rasm al-Hadath a Baalbek
La Resistenza libanese ha abbattuto, con un missile terra-aria, un drone israeliano Hormuz 450 nello spazio aereo del settore orientale nel Libano meridionale. Nella mattina del 15 di novembre ancora attaccherei a sud di Beirut. L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione dei residenti dei quartieri Burj al-Barajneh e Ghobeiri, nella periferia sud di Beirut. Secondo un comunicato IDF: “Nelle ultime ore, l’IAF ha condotto una serie di attacchi basati sull’intelligence contro i depositi di armi di Hezbollah nell’area di Dahieh, una roccaforte chiave di Hezbollah a Beirut, dove Hezbollah ha sistematicamente incorporato la sua infrastruttura tra la popolazione civile libanese, sfruttandola cinicamente come scudo umano”.
Nella giornata del 15 novembre si segnalano scontri sull’asse del triangolo Jbin – Tayr Harfa – Shama tra la resistenza e i militari israeliani che cercano di avanzare verso Al-Bayada e Wadi Hamoul, nel Libano meridionale. La resistenza ha preso di mira un raduno di soldati israeliani nelle valli che separano Tayr Harfa e Shama.
L’intensità degli scontri tra i combattenti della resistenza e IDF sull’asse Aitaroun-Ainata-Bint Jbeil è diminuita dopo i colpi ricevuti dalle IDF, specialmente negli scontri di Ainata. Le IDF hanno sostituito gli scontri armati intensificando i suoi raid e bombardamenti di artiglieria sulle città circostanti Bint Jbeil, dove dall’alba di oggi, sono stati registrati raid e bombardamenti di artiglieria su Hanin, Al-Tayri, Kounin e Beit Yahoun, inclusi 15 proiettili su Ainata e 12 su Al-Tayri.
Hezbollah ha annunciato di aver preso di mira un raduno di forze israeliane nella città di Maroun al-Ras, con un grande drone kamikaze, e di aver colpito il bersaglio. Missili contro Markaba. Le IDF hanno postato un’illustrazione di Kfarkela, che mostra l’infrastruttura appartenente a Hezbollah e alle sue Forze Radwan nel cuore di un villaggio civile, che è stata demolita da attacchi israeliani.
Hezbollah ha annunciato nella notte del 14 novembre nell’ambito dell’operazione denominata Khaybar giunta alla 30a dichiarazione di aver colpito la base israeliana “Tel Haim” (appartenente alla Divisione di intelligence militare dell’esercito israeliano), che si trova a 120 km dal confine libanese-palestinese, nella città di Tel Aviv, con una salva di missili di qualità. Hezbollah sostiene di aver sparato anche contro: di Kiryat Shmona con una salva di razzi.
L’ufficio del Portavoce dell’esercito israeliano ha confermato l’infiltrazione di un drone di Hezbollah che dal Libano si è schiantato nella zona di Eliakim vicino ad Haifa. Esplosione anche a Cesarea. Secondo fonti israeliane le indagini preliminari indicano che un drone lanciato Hezbollah si è diretto verso la casa di Yoav Galant nel Kibbutz “Amikam” vicino a Zikhron Ya’akov. Nella mattina del 15 novembre 3 israeliani sono rimasti feriti dopo che un razzo di Hezbollah ha colpito la Route 79 a Kryot, Haifa settentrionale. E ancora, tentativo di colpire la base di Tira el-Kermel nel sud di Haifa.
Sirene suonano nell’insediamento Avivim, Israele nord. Hezbollah annuncia attacchi alla base di Shraga (il quartier generale amministrativo del comando della Brigata Golani) a nord della città di Acri, con una salva di missili. Colpito da Hezbollah l’insediamento di Misgav Am, con una salva di missili. Colpito raduno delle forze israeliane nella caserma di Yiftah, con una salva di missili. Colpito l’insediamento di Dishon con una salva di razzi.
Nelle ultime 48 ore, le forze israeliane hanno compiuto tre raid 3 nella Striscia di Gaza, secondo fonti palestinesi ci sarebbero stati 136 morti e feriti. Il Ministero della Sanità palestinese ha affermato il 14 novembre nel suo rapporto statistico quotidiano che gli ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto 24 morti e 112 feriti a causa di questi attacchi.
Le Brigate del martire Abu Ali Mustafa hanno postato immagini di attacchi a est di Khan Yunis contro le IDF con una salva di razzi da 107 mm. Registrati Bombardamenti di artiglieria e spari da veicoli militari verso Jabalia al-Balad, a nord della Striscia di Gaza.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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