Il 27 ottobre si è tenuto a Doha con il primo Ministro del Qatar, il direttore della CIA e il capo del Mossad, il primo incontro per negoziare un accordo sullo scambio di prigionieri e la possibilità di un cessate il fuoco a Gaza.
A partire dal 25 di ottobre i media israeliani affermano che: “Le operazioni di terra in Libano hanno quasi pienamente raggiunto i loro obiettivi e la leadership di Hezbollah non esiste più”. Altri media affermano: “Dopo più di un anno di guerra e di un’invasione di terra, Hezbollah in qualche modo continua ancora a lanciare missili balistici da aree aperte”.
Sempre i media israeliani affermano: “La censura militare non ci permette di riferire molte cose, ma la situazione nel sud del Libano è catastrofica, il Gabinetto di Guerra cerca ogni scusa per dichiarare la vittoria”. Il Jerusalem Post: “dopo un mese di guerra… l’operazione in Libano lascia effetti disastrosi su “Israele”. “Il numero di soldati uccisi nel sud del Libano sta aumentando anziché diminuire nel tempo”.
Ancora commenti sull’attacco del 26 di ottobre di Israele all’Iran. Il Portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, alla fine delle tre ondate di attacchi ha dichiarato: “La nostra risposta all’Iran si è conclusa e ha avuto successo”. Secondo i media Israele ha inviato un messaggio all’Iran attraverso la Russia avvertendo di un imminente “attacco limitato”, esortando l’Iran a non rispondere. Il membro della Knesset, Vladimir Bilyak: “ C’è un enorme divario tra le dichiarazioni vanagloriose dei ministri e i risultati effettivi dell’attacco all’Iran. L’attacco israeliano all’Iran non ha causato alcun danno strategico”.
Per il Generale della Riserva, Amos Gilad: “È necessario raggiungere un accordo perché abbiamo molti morti e affogheremo nei pantani libanesi e di Gaza”.
L’attacco israeliano in Iran ha registrato sei esplosioni a Eslamshahr, città industriale, a sud-ovest della capitale. La Difesa aerea iraniana ha colpito obiettivi ostili a sud-ovest di Teheran. Colpite Eslamshahr e Robat Karim, entrambe a sud-ovest di Teheran. Israele ha chiuso lo spazio aereo fino alle 08:30 del 26 ottobre. Alle 03:45 era stata completata la seconda ondata di attacchi. Canale 14 di Israele afferma che: ”I risultati degli attacchi israeliani in Iran non sono attualmente chiari”.
Alle 04:50 del 26 ottobre l’emittente israeliana Kann scriveva: “Dopo tre ondate, l’attacco israeliano contro l’Iran è ormai terminato”. Tra gli insediamenti colpiti secondo i media iraniani: parti vuote delle installazioni dell’IRGC nei pressi di Teheran e una a Eslamshahr. Le esplosioni sono state molto piccole quindi dubito che ci siano stati danni importanti, probabilmente alcune di esse sono state causate dai quadricotteri. Colpiti poligoni di tiro e campi d’armi e alcuni magazzini e punti di raccolta di droni.
Le fonti ufficiali iraniane hanno parlato di: da tre a quattro impatti minori presso un impianto di miscelazione di carburante missilistico a Khojir e alcuni dei suoi edifici di supporto a Parchin. Non è chiaro se l’installazione fosse attiva. Un impatto su un magazzino nella città industriale di Shamsabad vicino all’Aeroporto Interanzionale Imam Khomeini, “Taksaz Industrial Innovators En.Co”, una società legata alle attrezzature agricole e minerarie. Un presunto impatto in un sito radar vicino alla provincia di Teheran. Impatti sui siti radar di Dezful/Andimeshk nel settore della difesa aerea sudoccidentale nella provincia del Khuzestan e forse anche nella provincia di Ilam.
Il 27 ottobre le immagini satellitari mostrano danni a due edifici di miscelazione nell’impianto di miscelazione del carburante di Khojir, utilizzato per produrre carburante per missili di difesa aerea e ATGM a corto e medio raggio, non missili balistici. I capannoni sembrano ancora in piedi e solo parzialmente distrutti, il che indica una testata estremamente leggera o forse addirittura dei droni. L’impatto pratico di questo attacco è pari a zero. Quattro i morti denunciati dalle autorità iraniane a causa degli attacchi Israeliani: “Facevano parte dell’esercito regolare “Artesh” del paese, non dell’IRGC. Tutti erano nelle forze di difesa aerea”.
Secondo le fonti israeliane i danni a un magazzino nella città industriale di Shamsabad vicino a Teheran colpito da Israele mostrano un luogo di assemblaggio di droni, ma ricerche di Geoosint mostrano che l’edificio fa parte di un’azienda specializzata in estrazione mineraria, perforazione e attrezzature agricole per gli agricoltori.
In una dichiarazione dello Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane si legge: “Hanno lanciato dallo spazio aereo iracheno a circa cento chilometri dai confini dell’Iran, una serie di missili balistici a lungo raggio con testate molto leggere, circa un quinto delle dimensioni dei missili balistici iraniani, verso diversi radar di confine nelle province di Ilam, Khuzestan e intorno alla provincia di Teheran. Molti di questi radar sono stati immediatamente ripristinati, alcuni sono ora in fase di riparazione”.
Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei, ha incaricato i militari di preparare una risposta “come ritengono opportuno” – ha detto che l’Iran deve “prendere l’iniziativa” e mostrare al nemico la sua forza e determinazione. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi: “Nonostante il fatto che l’attacco di Israele sia stato minore e molto più debole di quanto pubblicizzato, il sangue dei nostri martiri non sarà sprecato. Risponderemo”.
Tra le novità in ambito di notizie il ritorno della milizia sciita: “Resistenza islamica nella terra delle due sante moschee” dell’Arabia Saudita che ha annunciato la sua prima operazione contro Israele, nella quale ha lanciato un drone che mirava a un ‘sito vitale di Israele’. Affermiamo che il nostro contributo jihadista all’Asse della Resistenza nel combattere l’aggressione israeliana in questi delicati tempi storici!”. Il video postato è un fake, mentre la milizia in Arabia Saudita è attiva dal 1969.
Ansarullah dello Yemen ha pubblicato le immagini di una recente manovra, che simulava il confronto con quattro grandi ondate di attacchi via mare e via terra. Nella giornata del 27 ottobre si registra attività di droni da ricognizione iraniani sul Golfo Persico, seguendo un percorso simile a quello degli aerei da rifornimento USAF.
Nel Libano meridionale dopo la ritirata della 146a divisione dell’IDF, anche la 98a divisione si sta ritirando, lasciando solo due divisioni attive all’interno dell’area. La 146a divisione di riserva “Ha-Mapatz” dell’IDF ha cessato le operazioni la scorsa settimana, dopo essere stata respinta nel settore occidentale. La 98a divisione paracadutisti “Ha-Esh” si sta ora ritirando dal settore orientale, dopo aver subito pesanti perdite a Kfar Kila, Odaisseh, Markaba e Houla. Ciò potrebbe essere dovuto anche alla rotazione, cercando di sostituirle con divisioni “fresche”.
Il 27 ottobre, un mezzo su ruote ha investito dozzine di coloni vicino al quartier generale del Mossad a Tel Aviv. Si segnalano almeno 40 feriti. Sarebbero 5 invece i morti in un attacco con un’auto a Tel Aviv.
Numerosi gli attacchi aerei israeliani contro Hezbollah in Libano anche nella giornata del 28 ottobre: “Aerei nemici hanno effettuato una cintura di fuoco sui villaggi dei distretti di Tiro e Bint Jbeil nel sud”; raid aerei a Sir El Danniyeh, segnala la social sfera dell’Asse.
Dopo la dichiarazione urgente ai residenti della zona di Tiro in Libano, in particolare a quelli che si trovano negli edifici tra le strade: Dr. Ali Al-Khalil, Hiram, Muhammad Al-Zayat, Nabih Berri in cui Israele ha chiesto di evacuare, sono iniziati i raid aerei: almeno tre hanno colpito la città e la costa. Secondo il ministero della Salute libanese: 7 i morti e 17 i feriti dal raid israeliano contro un edificio nel quartiere Raml a Tiro. Almeno due hanno colpito Jabal Balat e Zibqin. L’IAF ha colpito le strutture di stoccaggio di armi e missili anticarro di Hezbollah, infrastrutture terroristiche e posti di osservazione nell’area di Tiro, nel Libano meridionale. I complessi colpiti sono stati tutti utilizzati dalle diverse unità di Hezbollah nelle sue attività terroristiche contro civili israeliani e truppe dell’IDF.
Due morti e 7 feriti nel bilancio preliminare del raid israeliano che ha preso di mira la città di Hellaniya, i bombardamenti dell’artiglieria israeliana colpiscono la periferia della città di Halta, in concomitanza con il lancio di colpi di mitragliatrice dal sito di “Samaqa” verso le foreste circostanti; un raid israeliano sulla città di Mashghara nella Bekaa occidentale. La Resistenza islamica afferma di aver colpito un raduno di soldati israeliani nell’area di El Hamra, a ovest di Al-Wazzani.
Allerta rossa in tutto il nord di Israele sia nella giornata del 26, che del 27 e 28 ottobre. Israele il 26 ottobre è stato colpito da terremoto, l’app Tzofar lo contrassegna effettivamente come un ‘allarme terremoto’. La società geologica israeliana conferma un forte terremoto nel nord di Israele, magnitudo 4,9 della scala Richter. Sirene in azione per infiltrazioni droni o razzi a: Kiryat Shmona, Al-Manar, Metulla. Nella regione della Galilea occidentale, si sono udite circa 40 esplosioni. L’ultima salva lanciata in direzione di Nahariya e della Galilea occidentale ha superato i 30 missili ad alta capacità esplosiva.
Hezbollah nella giornata del 27 ottobre ha chiesto l’evacuazione immediata di 25 insediamenti israeliani nel Nord: “A tutti i residenti degli insediamenti menzionati in questa dichiarazione viene ordinato di evacuare immediatamente. I vostri insediamenti si sono trasformati in luoghi di spiegamento e stazionamento delle forze militari israeliane che attaccano il Libano. In tal modo, sono diventati obiettivi militari legittimi per le forze aeree e missilistiche della Resistenza Islamica”. Gli insediamenti a cui è stato chiesto di evacuare: Kiryat Shmona, Yesod HaMa’ala, Ayelet HaShaher, Hatzo Hajilit, Karmiel, Maalot Tarshiha, Ivin Manihim, Nahariyya, Rosh Pina, Shamir, Shaal, Meron, Cabri, Avirim, Delton, Nafi Ziv, Katsrin, Kfar Hanina, Manot, Beit Ha’imik, Kfar Faradim, Harashim, Beeria, Kdmat Tsfi, Bar Yohai.
Hezbollah ha lanciato uno squadrone di droni d’attacco sulla Yodfat Military Industries Company a sud-est di Acri, provocando due feriti. Le sirene suonano nel “Krayut” a nord di Haifa e dintorni, ad Acri: 5 missili sono stati monitorati dal Libano verso Haifa, salve di razzi dal Libano verso Acri e Haifa.
Gli aiuti hanno ricominciato ad arrivare nella Striscia di Gaza dopo 3 settimane. Il 28 ottobre una grande missione di aiuto a Gaza. Ancora scontri tra le Brigate Al-Qassam e forze israeliane a est del campo di Jabalia, nel nord di Gaza. Successivamente sono stati visti elicotteri evacuare le vittime israeliane. Il 28 mattina l’esercito israeliano ha annunciato il ritiro della 460a Brigata dal campo di Jabalia. Cecchino israeliano ucciso dalle brigate al Qassam nelle vicinanze del Jabalia Services Club, nel nord della Striscia di Gaza.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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