
Dal 24 febbraio 2022, lo spionaggio è tornato di gran moda e non solo in televisione. Sono sempre più numerosi gli arresti nei paesi con l’accusa di spionaggio. Stessa cosa dicasi per la guerra Israele – Hamas che ha anche un altro protagonista, nemico giurato di Israele: l’Iran.
In Iran sono state giustiziate l’ultima settimana di gennaio quattro persone con l’accusa di spionaggio per il Mossad. Anche la Turchia che sostiene apertamente Gaza e ha ospitato alcuni leader di Hamas il due febbraio ha dichiarato che ha arrestato sette sospetti, che hanno venduto informazioni ottenute al servizio di intelligence israeliano Mossad attraverso investigatori privati, arrestati in un’operazione congiunta della National Intelligence Organization (NIO) e della Direzione generale della sicurezza turca.
Ma la notizia che ha fatto il giro del globo ha riguardato ancora una volta l’Iran che sostiene di aver smascherato dozzine di spie del Mossad in 28 paesi. A darne notizia il Ministero della Sicurezza iraniano, il due febbraio, che ha rivelato appunto che un certo numero di spie affiliate al Mossad israeliano risiedono in 28 paesi in tutto il mondo, oltre a rivelare informazioni private relative ad alcune delle più importanti installazioni militari segrete di Israele. La clamorosa notizia arriva, secondo il Ministero, dopo una vasta operazione di intelligence.
Il Ministero della Sicurezza ha dichiarato in una nota: “Questa operazione è la più grande operazione di intelligence contro gruppi di spionaggio e di sicurezza affiliati a Israele”.
Ha aggiunto che “sono state ottenute informazioni ineguagliabili su questi gruppi”, sottolineando che “le informazioni vengono ora analizzate e studiate in modo che possiamo trarne beneficio”.
Il ministero ha spiegato che “un certo numero di spie sono state monitorate e arrestate a Teheran e in alcune province del Paese, mentre altre sono ancora sotto sorveglianza di sicurezza”, rilevando che “sono state scoperte anche alcune spie iraniane residenti all’estero, e a ciascuna persona verrà assegnato un trattamento di sicurezza. A seconda della sua situazione.”
Ha anche rivelato che “ci sono alcuni punti su dozzine di spie che sono state smascherate nei continenti dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa”, aggiungendo che “informazioni sulle spie straniere sono state inviate a paesi che scambiano informazioni di sicurezza con l’Iran, e questi paesi le hanno arrestate”.
Il Ministero della Sicurezza ha sottolineato che “il Mossad israeliano ha messo alla prova queste spie assegnando loro missioni dannose per il loro Paese”. Oltre ad ottenere precedenti informazioni sulla sicurezza, il Ministero della Sicurezza iraniano ha anche ottenuto informazioni speciali relative ad alcune delle più importanti installazioni militari segrete, depositi di armi e industrie strategiche non militari di “Israele”, secondo quanto dichiarato.
È interessante notare che l’Iran ha annunciato, lo scorso settembre, di aver sventato una complessa operazione di sabotaggio che il Mossad stava per realizzare contro le sue industrie missilistiche, sottolineando che questa “operazione di sabotaggio è la più grande degli ultimi 100 anni di storia del paese. “
I servizi segreti iraniani stanno lanciando campagne di sicurezza contro agenti e spie in patria, in particolare quelli affiliati ai servizi segreti israeliani, britannici e americani, nonché agenti e spie affiliati ai paesi europei.
Di strano c’è che se ne parli. Una volta le operazioni di intelligence che smascheravano le reti di spionaggio degli altri paesi non venivano comunicate. Si seguivano, contro-spiavano, e poi nel silenzio più totale sparivano o venivano rimpatriati.
C’è da chiedersi dunque quale il vero motivo che sta dietro queste rivelazioni. Se è per mettere in fuga le reti esistenti di cui si sa l’esistenza ma non la presenza reale o se come avvertimento per non innescare una escalation contro l’Iran e alleati, leggasi Hezbollah.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio