#ISRAELHAMASWAR. Rafah: ultima tappa di Israele che non sancirà vincenti o perdenti

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Secondo l’IDF, gli aerei da combattimento e l’artiglieria israeliani hanno effettuato attacchi su una serie di obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, nei giorni scorsi: “Circa 40 obiettivi ad Aita al-Shab sono stati colpiti dal fuoco aereo e di artiglieria in pochi minuti. Gli obiettivi erano depositi di armi e altri beni appartenenti a Hezbollah”, facevano “parte di uno sforzo per distruggere le infrastrutture dell’organizzazione nell’area di confine”.

Continuano i piani di Israele per l’attacco a Rafah. Il capo del Servizio d’informazione statale egiziano, Diaa Rashwan, smentisce quanto pubblicato da un giornale americano sulla circolazione dei piani d’invasione di Rafah da parte dell’Egitto insieme all’occupazione israeliana. Parole smentite via social dal Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano e il capo dello Shin Bet che riferiscono on line di aver visitato il 24 mattina il Cairo e hanno incontrato il capo dell’intelligence egiziana e discusso l’invio di truppe a Rafah.

Secondo gli analisti della social sfera, Israele continua a concentrare veicoli blindati in preparazione dell’imminente operazione a Rafah. Da un punto di vista strategico, ciò non porterà nulla di positivo per Israele, e la resistenza islamica subirà alcune perdite, mentre il rischio è che Israele subisca sempre più imboscate, visti i ripetuti annunci dell’imminente attacco su Rafah che hanno permesso a Hamas e alleati di preparare imboscate lungo l’asse dell’operazione di terra. Israele, nonostante i rischi, vede l’invasione di Rafah come un risultato che può essere raggiunto. 

È certo che l’operazione a Rafah non è in grado di risolvere nessuno dei problemi strategici che Israele deve affrontare. In ogni caso, è probabile che Rafah sia l’ultima tappa, e forse si può chiamare questa operazione la “fase finale”. 

Gli analisti filo palestinesi affermano che: “Dopo il fallimento che il nemico dovrà affrontare a Rafah, dove si renderà pienamente conto che la sua presenza a Gaza ha solo ha comportato ulteriori perdite e sconfitte” entrerà in scena in maniera più preponderante la resistenza islamica libanese. Ultimamente, per stessa ammissione statunitense, Hezbollah ha cominciato a colpire aree più in profondità entro i confini israeliani, e questo, se continua, avvicinerà la battaglia tra Hezbollah e l’esercito israeliano.

Il ministro degli Esteri giordano, nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme: “Ciò di cui abbiamo bisogno ora è fermare l’aggressione israeliana a Gaza e impedire loro di lanciare l’attacco a Rafah. Le continue incursioni dei coloni nella Moschea di Al-Aqsa e le attività di insediamento in Cisgiordania minacciano di deteriorare la situazione”.

E ancora ha detto: le“inchieste indipendenti condotte dalle Nazioni Unite hanno dimostrato la falsità delle accuse israeliane contro l’UNRWA. Ribadiamo il nostro appello ai paesi affinché riprendano i finanziamenti all’UNRWA dopo che le accuse israeliane si sono rivelate false”. 

Nei giorni scorsi è apparsa una Dichiarazione kuwaitiano-giordana in cui si legge: “Sottolineiamo la necessità di prendere una decisione che imponga un cessate il fuoco immediato a Gaza e protegga i civili”. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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