Secondo i media israeliani: il nuovo Capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir, assumerà il suo incarico il 6 marzo al posto Herzl Halevi. Israele ha annunciato ufficialmente e unilateralmente l’estensione della sua presenza nel territorio libanese.
Il primo Ministro libanese Nawaf Salam: “Lavoreremo per completare il ritiro israeliano in tempo, anche prima, e faremo pressione su Israele attraverso quadri diplomatici”. L’IDF è comunque ancora nella maggior parte delle città in cui si trovava da 4 mesi. La radio dell’esercito israeliana ha annunciato nella giornata dell’11 di febbraio che Israele resterà in Siria per un tempo illimitato, di sicuro per tutto il 2025.
Il Libano rifiuta per la seconda volta qualsiasi estensione della presenza israeliana in Libano. Nella riunione del comitato che supervisiona l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco di domani, verrà discussa una proposta francese per le forze francesi di assumere il controllo del dispiegamento dei cinque punti. Tuttavia, il Libano ha rifiutato e ha informato i negoziatori che l’esercito libanese e le forze internazionali (ONU) concordano sul meccanismo di dispiegamento solo in questi punti. Il Comitato di monitoraggio del cessate il fuoco e la risoluzione 1701 è stato informato che l’esercito israeliano sta chiedendo di rimanere in alcuni punti nel Libano meridionale fino al 28 febbraio e la parte libanese ha categoricamente respinto questa richiesta. Alcuni resoconti affermano che l’esercito statunitense vuole essere di stanza il Libano. La proposta è già stata rifiutata dal Libano.
ll primo Ministro Benjamin Netanyahu in una dichiarazione video ha detto che: “Se Hamas non restituisce i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco finirà e le IDF torneranno a combattere intensamente finché Hamas non sarà completamente sconfitto”. Netanyahu afferma che in seguito all’annuncio di Hamas di posticipare il rilascio degli ostaggi, ha ordinato alle IDF di radunare le forze nella Striscia di Gaza e nei dintorni. “Questa azione sta avvenendo in quest’ora. Sarà completata presto”, afferma.
Rami Igra, ex funzionario della Divisione Prigionieri e Persone Scomparse del Mossad: Netanyahu, “quello con una grande esperienza”, è entrato in questo tunnel e siamo stati costretti ad arrenderci ad Hamas per liberare i nostri prigionieri. Il Leader dell’opposizione Lapid: “Smotrich non vuole che vengano liberate le persone rapite. Vuole piuttosto ripristinare il “permesso di pubblicare”. Intende aumentare il numero dei morti, sia tra l’esercito che tra i rapiti”. Nel frattempo le famiglie dei prigionieri bloccano una strada vicino alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme per chiedere la continuazione dell’accordo di scambio dei prigionieri.
Nella giornata dell’11 febbraio, il presidente degli Stati Uniti ha incontrato il re di Giordania Abdullah II. La Giordania ha accettato di accogliere immediatamente 2.000 bambini palestinesi affetti da patologie durante l’incontro del Re con Trump. Nel frattempo il presidente degli States ha minacciato Giordania ed Egitto, per l’ennesima volta, di tagliare gli aiuti ai paesi se non accettano i cittadini di Gaza.
Nella giornata del 12 febbraio, al Cairo si è tenuto il vertice arabo a cinque tra i leader di Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Emirati e Giordania. A cui ha partecipato anche una delegazione di Hamas guidata da Khalil Al-Hayya, capo del movimento Hamas nella Striscia di Gaza. Il Cairo propone un piano per ricostruire Gaza entro 3-5 anni senza sfollare la popolazione. La proposta egiziana su Gaza include un lavoro in due fasi per rimuovere le macerie e costruire complessi residenziali. I dettagli della proposta egiziana per la ricostruzione di Gaza dovrebbero essere annunciati la prossima settimana. La proposta egiziana su Gaza prevede che la ricostruzione inizi da Rafah e dal sud e finisca nel nord della Striscia. La proposta egiziana su Gaza stabilisce un piano di ricostruzione con la partecipazione degli stati arabi, UE, ONU.
L’Egitto ha iniziato anche, secondo il canale televisivo saudita Al-Arabiya: a preparare i piani di emergenza per far fronte alla pressione americana sullo sfollamento degli abitanti di Gaza. È stato notato che il Cairo ha preso la decisione definitiva sulla questione di Gaza e rifiuta di ritirarsi da essa. Secondo il rapporto, il Cairo non è stato informato di alcuna interruzione nella fornitura degli aiuti americani, ma ha deciso di prendere precauzioni in caso di possibili interruzioni.
L’Egitto ha chiesto una riunione straordinaria dell’Organizzazione per la cooperazione islamica e della Lega degli Stati arabi. L’Egitto ha annunciato di aver preparato due piani per Gaza. Si prevede che non un solo palestinese verrà deportato da Gaza. Il gas verrà ripristinato in loco. La visita del presidente egiziano Sisi a Washington è stata rinviata fino a nuovo avviso. Dicono che Sisi non verrà, a meno che Trump non abbandoni il suo piano per Gaza.
Il ministro degli Esteri giordano ha riferito: “Esiste un piano arabo-egiziano-palestinese per ricostruire Gaza senza sfollare la sua popolazione”. Esercito egiziano in massima allerta.
Hazem Qassem, portavoce ufficiale del movimento Hamas in una nota alla stampa ha detto: “Le fazioni palestinesi hanno un consenso sulla posizione del movimento Hamas di sospendere la consegna dei prigionieri sionisti fino a quando tutte le disposizioni dell’accordo non saranno attuate”. Il Portavoce militare delle Brigate Al-Quds, Abu Hamza sempre in una nota stampa ha detto: “I fatti e gli eventi successivi dall’inizio dell’operazione Al-Aqsa Flood fino ad oggi hanno dimostrato che l’unica soluzione per recuperare i prigionieri e ripristinare la stabilità è solo attraverso l’accordo di scambio, sapendo che la resistenza palestinese ha adempiuto pienamente ai suoi doveri e obblighi in un momento in cui il nemico ha lasciato i suoi prigionieri nel cerchio del pericolo e dell’ignoto”.
Il Congresso popolare per i palestinesi all’estero ha indetto manifestazioni di massa in tutte le piazze internazionali: “venerdì di rabbia globale” contro il piano americano-israeliano volto a liquidare la causa palestinese e conquistare Gaza. “Chiediamo alle masse del popolo palestinese in tutti i loro luoghi di residenza e alle persone libere di tutto il mondo di partecipare a marce di rabbia ed eventi di protesta venerdì prossimo”. Si legge nel comunicato.
Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa/ Mohammed al Jawlani: “È disumano e immorale che Trump guidi il processo di espulsione dei palestinesi dalle loro terre. La popolazione di Gaza ha sopportato sofferenze, uccisioni e distruzione per un anno e mezzo e si è rifiutata di lasciare la propria terra”.
Le Nazioni Unite hanno annunciato ufficialmente la sospensione di tutte le attività nello Yemen settentrionale controllato dagli Houthi, comprese quelle del Programma alimentare mondiale e dell’Organizzazione mondiale della sanità, dopo che gli Houthi hanno arrestato arbitrariamente otto membri del personale delle Nazioni Unite alla fine di gennaio. In risposta il leader Houthi dello Yemen, Abdel Malik al-Houthi: “Pronto a riprendere gli attacchi contro Israele se riprenderanno i combattimenti a Gaza”.
Da fonti social si apprende che: “L’impeto degli attacchi missilistici e dei droni provenienti dallo Yemen ha costretto i caccia statunitensi nel Mar Rosso ad atterrare su una portaerei per ricaricare i missili, mentre le minacce volavano ancora nel cielo. Dopo aver rapidamente esaurito le armi aria-aria, l’equipaggio di un F-15E dell’aeronautica militare statunitense è stato costretto a passare alle armi da fuoco dopo aver esaurito i missili durante le operazioni nel Mar Rosso, ma non è riuscito ad abbattere alcun bersaglio proveniente dallo Yemen”. La notizia non è verificabile.
Ed ora uno sguardo agli scenari militari.
Nella giornata dell’11 febbraio la radio dell’esercito israeliano ha detto che l’esercito israeliano resterà a tempo indeterminato in Siria. Israele ha distrutto tutte e aree, mezzi e case nei luoghi vicino alle 9 aree in cui sorgeranno i siti militari israeliani in Siria.
Le forze israeliane continuano a bruciare numerose case nella città di Adaisseh in Libano. Inoltre, un carro armato Merkava è posizionato dietro le barriere di terra agli ingressi delle città di Rab Thalatheen e Taybeh. Il portavoce dell’IDF, in un comunicato, minaccia i civili libanesi, affermando che la loro presenza è stata estesa e che alle persone non è consentito tornare a casa”. Le ruspe israeliane stanno eseguendo lavori di scavo alla periferia della città di Al-Dhahirah, dove sono state viste anche delle lastre di cemento installate dalle gru israeliane sulla striscia di confine tecnica della Blue Line.
Alla 252a Divisione del Sinai, una divisione di riserva del Comando meridionale dell’IDF, è stato ordinato di prepararsi per il dispiegamento immediato nella Striscia di Gaza. Si dice che il suo comandante, il generale di brigata Yehuda Wah, sia arrivato al confine tra Israele e Gaza.
Il sindaco di Rafah Al-Sufi: “Chiediamo un intervento internazionale urgente per fermare le infiltrazioni portate avanti da Israele nella città dopo la firma dell’accordo di cessate il fuoco. Esprimiamo la nostra profonda insoddisfazione per il fatto che i residenti della città non beneficiano degli aiuti umanitari e delle forniture per gli alloggi che avrebbero dovuto essere forniti in base all’accordo di cessate il fuoco”. “L’accordo aveva lo scopo di facilitare l’arrivo degli aiuti, delle tende e delle attrezzature necessarie per riabilitare la città, compresa l’apertura delle strade e la rimozione delle macerie”. “Molte delle sue case sono ancora sotto il controllo di Israele. Gli ostacoli posti dalle forze di Israele impediscono l’arrivo di questi aiuti, il che aumenta la sofferenza dei cittadini e ritarda gli sforzi di ricostruzione”.
Il Comitato popolare per i servizi nel campo di Al-Fara’a a Tubas: “Dopo 11 giorni di aggressione e assedio, Israele si ritira completamente dal campo di Al-Faraa”. Si registra una massiccia distruzione nel campo, demolizione delle infrastrutture, bombardamento di case e di alcune strutture non adatte all’abitazione. Il campo è rimasto quasi senza strade. I cittadini stanno lentamente ritornando.
Le Brigate Al-Qassam – Battaglione Tulkarm rivendicano una imboscata insieme alle Brigate Al-Quds contro una forza di fanteria israeliana nel quartiere Al-Manshiyya del campo di Nour Shams. Ci sarebbe almeno un morto.
Le IDF in un comunicato hanno fatto sapere che “le forze di sicurezza continuano l’operazione antiterrorismo nella Samaria settentrionale. L’IDF e le forze di sicurezza israeliane stanno continuando l’operazione antiterrorismo nella Samaria settentrionale. Le forze stanno operando per localizzare le armi e smantellare le infrastrutture terroristiche. Nelle ultime ore, i soldati dell’unità Maglan hanno incontrato uomini di Hamas che hanno aperto il fuoco contro di loro a Nur Shams. I soldati hanno eliminato uno degli uomini. Un fucile M-16, munizioni e ulteriore equipaggiamento militare sono stati trovati sull’uomo ucciso”. “Durante lo scontro a fuoco, un soldato dell’unità Maglan è rimasto moderatamente ferito ed è stato evacuato in ospedale”.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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