
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato un progetto di risoluzione che chiede che Israele sia ritenuto responsabile dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità commessi nella Striscia di Gaza. 26 paesi hanno sostenuto la mozione, 13 si sono astenuti e 6 contrari.
La CNN, citando fonti, ha riferito che gli Stati Uniti hanno approvato il trasferimento di 2.000 bombe a Israele, metà delle quali sono da 500 libbre. La concessione però avrebbe una contropartita: il segretario di Stato Antony Blinken ha infatti dichiarato: “Se non vediamo i cambiamenti di cui abbiamo bisogno da parte di Israele, ci saranno cambiamenti nella nostra politica”.
Anche Donald Trump è entrato nell’agone politico israeliano e ha detto: “Consiglio a Netanyahu di porre fine rapidamente alla guerra e di tornare alla vita normale (…) Israele sta definitivamente perdendo la guerra delle pubbliche relazioni”.
Il primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ritiene che: “L’Unione europea dovrà discutere se continuare le relazioni strategiche con Israele nel caso in cui la Commissione europea ritenga che abbia violato il diritto internazionale”.
Il viceministro degli Esteri polacco ha dichiarato che l’ambasciatore israeliano a Varsavia, Yaakov Livna ha ricevuto una lettera di protesta per l’uccisione di un operatore umanitario polacco nella Striscia di Gaza e ha chiesto le scuse di Israele. I polacchi chiedono misure disciplinari contro il personale militare coinvolto nell’incidente e chiedono la partecipazione della procura polacca alle indagini. Le informazioni fornite da Israele sull’indagine sono insufficienti, ma la Polonia “vede un cambiamento nel tono degli eventi”.
Il 4 aprile gli Emirati Arabi Uniti hanno interrotto il “coordinamento diplomatico” con Israele, riferiscono i media israeliani. Le autorità israeliane hanno sospeso il lavoro di 28 missioni diplomatiche in tutto il mondo a causa della minaccia proveniente dall’Iran. Lo ha affermato il canale Sky news Arabiya.
Secondo Sky “28 missioni diplomatiche sono state chiuse dopo la minaccia dell’Iran di rispondere all’attacco al suo consolato a Damasco”. Il 4 aprile, radio Kan ha riferito che, nell’ambito di una “preparazione senza precedenti” per la prevista risposta dell’Iran all’attacco attribuito a Israele a Damasco, il ministero degli Esteri israeliano, in consultazione con funzionari della sicurezza, ha deciso di evacuare un certo numero delle sue ambasciate in tutto il mondo.
Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha dichiarato che Israele prende sul serio ogni minaccia nei suoi confronti e che gli aerei da combattimento sono preparati per “una varietà di scenari”. “Da sei mesi stiamo combattendo una guerra su più fronti. Siamo in massima allerta in tutti i campi. Monitoriamo e interrompiamo continuamente le minacce su più fronti e siamo a un elevato livello di preparazione alla guerra. Valutiamo costantemente e prendiamo sul serio qualsiasi accusa e tutti i nemici”, afferma Hagari.
“Abbiamo aumentato la prontezza al combattimento nelle unità combattenti, rafforzato i sistemi di difesa aerea e disponiamo di aerei preparati a difendere e pronti ad attaccare”, “L’IDF è schierato su tutti i confini ed è pronto per una varietà di scenari”. “Non dobbiamo accontentarci e, allo stesso tempo, è importante per me sottolineare che non ci saranno cambiamenti nelle istruzioni del comando logistico”, continua Hagari. “Il vostro comportamento responsabile sul fronte interno è ciò che salva vite umane. Il mio unico consiglio è di essere vigili, stare al passo con i tempi e seguite i cambiamenti”, aggiunge. Israele avrebbe chiamato alla coscrizione degli studenti delle yeshivah (scuole religiose) per il servizio militare in Israele.
Secondo Fonti ICAD, Israele avrebbe sperimentato durante il bombardamento del consolato iraniano a Damasco un sistema di bombe laser altamente distruttive che non hanno lasciato alcun essere vivente nel luogo preso di mira e hanno creato un buco profondo oltre 15 metri. Si tratta di un esperimento israeliano per una presunta operazione mirata a colpire Il reattore nucleare iraniano di Qom per studiare il tipo di bombe che potranno essere utilizzate.
Secondo la testata Al-Mayadeen, vicina ad Hezbollah, la “ritorsione immediata” dell’Iran potrebbe potenzialmente avvenire l’8 aprile. Il canale israeliano Channel 12 afferma che l’Iran opterà per attacchi diretti sul territorio israeliano in risposta all’attacco aereo su Damasco. A quanto pare l’esercito israeliano si sta “preparando per una guerra diretta” con l’Iran.
Fonti vicine all’IRGC affermano che la Forza aerospaziale del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche colpirà stasera obiettivi vitali in Israele in risposta all’attacco a Damasco. Tuttavia, nessuna fonte ufficiale iraniana ha specificato i tempi dell’attacco diretto o indiretto previsto. Altre fonti riferiscono che l’Iran avrebbe informato gli Stati Uniti attraverso l’ambasciata svizzera a Teheran che avrebbe colpito obiettivi israeliani.
Nel tardo pomeriggio del 4 aprile si è registrata una esplosione in una base militare appartenente al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica nella città di Rask in Iran e vi sarebbero stati scontri nella base militare di Chabahar.
Infine il 5 di aprile Il ministro della Difesa iraniano, Mohammad Reza Ashtiani ad Al-Mayadeen: “Israele” riceverà un duro colpo per l’assassinio di consiglieri a Damasco.
Il leader degli Houthi Abd al-Malek al-Houthi ha riferito che 37 persone sono state uccise e 30 ferite in 424 attacchi statunitensi e britannici nello Yemen. E ha dichiarato che: “Dall’inizio della guerra abbiamo attaccato 90 navi”.
Tra queste una fregata della Danimarca, attacco che è costato il licenziamento al Capo di Stato Maggiore della Difesa danese, licenziato per aver insabbiato un incidente che ha coinvolto una nave che ha preso parte all’operazione contro gli Houthi.
Gli Houthi avrebbero lanciato quattro droni contro la fregata danese. Il sistema di difesa aerea della fregata danese ha segnalato per un po’ un errore di sistema e si è bloccato. In qualche modo qualcosa è stato sparato, più della metà dei proiettili si è rivelata inefficace ed è esplosa in aria. Il sistema radar della nave è stato colpito. E la nave è stata fatta rientrare in Danimarca.
La polizia bulgara ha scoperto un deposito di armi collegato a quattro sospetti membri di Hamas arrestati in Germania, tre, e nei Paesi Bassi, uno, a dicembre il 14 dicembre perché sospettati di aver pianificato attacchi contro obiettivi ebraici in Europa. Il leader di Hamas Osama Hamdan ha ribadito che “Il movimento ha mostrato grande flessibilità e positività per facilitare il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco”. “Il governo israeliano è evasivo, i negoziati procedono in un circolo vizioso e Netanyahu continua a frapporre ostacoli al raggiungimento di un accordo”.
Ed ora uno sguardo al fronte tra Israele e Hamas aggiornato alle ore 16:00 del 5 aprile.
L’IDF riferisce che due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza verso Netivot sono stati intercettati dal complesso Iron Dome. Mentre un missile o un drone è atterrato nell’insediamento di Manot nella Galilea occidentale, causando gravi danni al luogo. Sirene udite a Afdoun, Manot e Neve Zev nella Galilea occidentale per paura di infiltrazioni di droni. Colpita Manot, danni ad un edificio.
Hezbollah e la Resistenza islamica rivendicano attacco contro un veicolo militare all’ingresso del sito di Metulla con un missile guidato. Israele risponde sparando a Aita al-Shaab nel sud del Libano e Kafr Kila, distrutti anche mezzi dell’esercito libanese.
A Gaza nord: Aerei israeliani hanno attaccato Beit Lahia e Sheikh Zayed. E ancora Bombardamenti continui da parte di aerei e artiglieria d’occupazione contro Jabalia, a nord della Striscia di Gaza.
A Gaza centro l’artiglieria dell’occupazione prende di mira le vicinanze delle torri dei prigionieri a nord del campo di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza violenti bombardamenti di artiglieria registrati anche a est del campo di Bureij.
A Gaza sud Israele ha bombardato con aerei e spari dell’artiglieria da veicoli nel centro e a ovest della città di Khan Yunis
Si registrano scontri tra giovani palestinesi e le forze Israeliane nella città di Beit Fajjar, a sud di Betlemme. Le forze israeliane hanno preso d’assalto diversi villaggi nel Governatorato di Jenin, nel nord della Cisgiordania, rinforzate con veicoli militari. Ordigno esplosivo contro forze israeliane lanciato durante l’assalto al nuovo campo di Askar, a est di Nablus sono seguite sparatorie. IDF prende d’assalto la città di Dura, a sud di Hebron, e fanno irruzione nella casa del defunto Moamen Masalmeh, responsabile dell’operazione Qan Yaghan. Scontri ed esplosioni dopo la scoperta di una forza speciale dell’esercito di occupazione nel campo di Nour Shams a Tulkarem. Preso d’assalto dall’IDF il sobborgo di Artah, a sud di Tulkarem, in concomitanza con l’assalto al campo di Nour Shams. Eseguiti degli arresti.
Sparatoria da parte di veicoli israeliani a est di Rafah, intorno all’aeroporto, in concomitanza con il bombardamento dell’artiglieria sull’area. Lanciate bombe lanciarazzi da parte di Israele nel Mare di Rafah.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio