#ISRAELHAMASWAR. Netanyahu: non abbandoneremo mai l’asse Filadelfia: Hamas potrebbe ricostituirsi. Hamas: uccideremo tutti gli ostaggi se IDF gli si avvicina

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Tensioni in Turchia. Manifestazioni a Izmir per protestare contro l’attracco della nave da guerra americana USS Wasp, incaricata di proteggere Israele, nel porto della città. Membri dell’Unione della gioventù turca hanno gettato una borsa addosso a un soldato americano in servizio sulla nave americana UDC LHD 1 Wasp ancorata nel porto di Izmir: “I soldati americani, che portano sulle mani il sangue dei nostri soldati e di migliaia di palestinesi, non possono inquinare il nostro Paese”. 

Sempre dalla Turchia ma da Istanbul arriva la notizia di un arresto da parte dei Servizi segreti turchi: “Abbiamo arrestato il ‘direttore finanziario’ del Mossad in Turchia (…) Si tratta di un cittadino del Kosovo che ha trasferito fondi ad operatori di droni che hanno fotografato obiettivi e effettuato operazioni psicologiche contro i palestinesi”, si legge nella nota. L’uomo avrebbe confessato. 

La testata Yedioth Ahronoth: “Il governo Netanyahu ha presentato un documento ai mediatori il 27 luglio, intitolato “Documento esplicativo”. Questo documento è stato inviato dal governo Netanyahu con l’obiettivo di ostacolare i negoziati dopo che l’approvazione di un altro documento da parte di Hamas ha sorpreso il governo israeliano. Quando l’ufficio del Primo Ministro ha visto che c’era l’opportunità di raggiungere un accordo, ha deciso di fare marcia indietro e ha inviato il capo del Mossad Didi Barnea a Doha per fornire ulteriori “chiarimenti”. Era previsto che Hamas rilasciasse 4 dei 6 ostaggi i cui corpi sono stati trovati a Rafah. Un funzionario della sicurezza ha affermato che questo documento non dovrebbe essere intitolato “Documento esplicativo” ma piuttosto “Documento di sangue” perché ha ostacolato i negoziati e causato la morte di persone che avrebbero dovuto tornare vive durante uno scambio”.

Il reporter del canale in lingua ebraica Kan, Roy Sharon, afferma che 11 israeliani sono stati uccisi nelle ultime 24 ore. L’ex ministro delle telecomunicazioni di Israele Yoaz Hendel ha ribadito che ogni cadavere di un prigioniero israeliano che torna in Israele è una sconfitta per l’intero governo.

Il 2 settembre in un discorso in pubblico, Benjamin Netanyahu si è scusato per la morte degli ostaggi, dicendo che Hamas sarà punito per la loro morte. Aggiunge che non accetterà di lasciare il corridoio di Philadelphia, perché una volta che lo lasciano, non torneranno mai più e il Corridoio è importante per negare ad Hamas la possibilità di ricostruirsi in futuro.

Aggiunge che rifiuterà qualsiasi accordo di ostaggi che richiederà l’evacuazione del corridoio. Netanyahu, secondo fonti della social sfera, avrebbe chiesto all’apparato di sicurezza di fornirgli raccomandazioni per una risposta all’uccisione dei prigionieri. Ciò è stato comunicato non solo all’IDF, ma anche al Mossad. La risposta decisiva, che Netanyahu chiede, include obiettivi al di fuori di Israele.

Il portavoce di Hamas rivendica l’esecuzione degli ostaggi, afferma che le regole sono cambiate. In una dichiarazione su Telegram, il portavoce di Hamas afferma che dopo il massacro israeliano di oltre 200 civili palestinesi nel campo di Nusayrat durante il tentativo di salvataggio di 3 ostaggi, le regole sono cambiate. Afferma che da quel momento, ogni volta che l’esercito si avvicinerà agli ostaggi, questi verranno giustiziati e all’esercito non sarà più consentito di operare in tali questioni. Questo è ciò che è successo con i 6 ostaggi della scorsa settimana. Aggiunge che la colpa è interamente di Netanyahu e che porterà il peso dello spargimento di sangue palestinese e israeliano.

Il tre di settembre la Saudi National Shipping Company (Bahri) afferma che la petroliera Amjad stava passando nel Mar Rosso vicino ad un’altra petroliera che è stata attaccata e non è stata presa di mira e non ha riportato ferite o danni. La nave è ancora pienamente operativa e si dirige verso la destinazione prevista senza interruzioni. 

Nella notte del due settembre il portavoce delle Forze Armate yemenite ha riferito in una nota sulla piattaforma Telegram: “Le Forze Armate yemenite hanno effettuato un’operazione militare prendendo di mira la nave (BLUE LAGOON I) nel Mar Rosso, con una serie di missili e una serie di droni, colpendola”. “L’attacco alla nave è avvenuto dopo che la compagnia che la possedeva ha violato la decisione di vietare l’ingresso nei porti di Israele”. “L’operazione è stata effettuata congiuntamente tra la forza missilistica, le forze navali e la Unmanned Air Force”.

Il portavoce ha proseguito: “Le forze armate yemenite rinnovano i loro avvertimenti a tutte le compagnie che trattano con il nemico israeliano che le loro navi saranno prese di mira durante il loro passaggio nell’area dichiarata delle operazioni marittime, indipendentemente dalla loro destinazione”. “Le operazioni delle Forze Armate yemenite continueranno le operazioni finché non si fermeranno le operazioni a Gaza”. 

Ed ora uno sguardo alla situazione tra Israele – Hamas – Hezbollah aggiornato alle ore 16:00 del 3 settembre.

L’aeronautica israeliana ha attaccato in Libano sud tra la sera del 2 e il 3 settembre a: Merkabah, due i feriti secondo fonti libanesi, colpito uomo di Hezbollah per IDF; doppi attacchi aerei israeliani sul villaggio di Hula, una serie di attacchi aerei nelle valli alla periferia di numerosi villaggi nel settore occidentale, in particolare Wadi Zebqin, Wadi Maryamin e la periferia di Al-Jbeen e Sheheen, attacco aereo israeliano è stato segnalato nella montagna di Al-Rayhan. L’artiglieria israeliana ha bombardato la città di Aita al-Shaab. Altro attacco aereo segnalato alla periferia della città di Maroun al-Ras. Raid aereo segnalato nel sud del Libano.

Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione annunciando di aver attaccato due volte in un giorno l’insediamento di Ein Yaakov, Ja’aton e Yehiam in risposta agli attacchi israeliani ai villaggi libanesi e in particolare a Naqoura. Nella giornata del tre settembre Hezbollah ha rivendicato diversi attacchi: “Abbiamo preso di mira l’attrezzatura spia nel sito di Raheb; colpito un raduno militare israeliano nelle vicinanze del sito di Al-Samaqa sulle colline libanesi di Kfar Shuba e ancora colpiti i sistemi tecnici del sito di Al-Asi.

La Resistenza islamica in Libano afferma: “Preso di mira l’equipaggiamento di spionaggio nel sito di Al-Jardah e il sito Al Raheb. Secondo la radio dell’esercito israeliano: numerosi missili anticarro sono stati lanciati dal Libano verso l’area Arab Al-Aramsha nella Galilea occidentale. Confermato il fuoco diretto dal Libano verso il sito di Al-Samaqa nelle colline occupate di Kfar Shuba”.

Sirene in azione a Tawa e Shatula nella Galilea occidentale e a Kiryat Shmona e negli insediamenti circostanti. La Resistenza in Libano lancia uno sciame di droni e le sirene suonano in un gran numero di insediamenti nel nord di Israele. Sirene in azione negli insediamenti di Nata’u’a e Shatula nella Galilea occidentale.

Ritornano i bombardamenti in tutta la Striscia di Gaza, sarebbero 26 i morti o feriti nella striscia seguito dei bombardamenti. Secondo fonti palestinesi: “I bombardamenti dell’artiglieria israeliani hanno colpito i terreni agricoli nella città di Abasan Al Kabira, a est di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza. Colpiti terreni agricoli nella città di Abasan Al Kabira, a est di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza. Bombardamenti a est della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Spari anche a Sheikh Radwan, a ovest di Gaza City. Bombardamento israeliano ha preso di mira le vicinanze di Al-Shanti Land in Ahmed Yassin Street nell’area di Al-Saftawi, a nord di Gaza. Israele lancia un attacco aereo su Abu Hosni Street nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza”.

Duri scontri si registrano anche nella Cisgiordania meridionale e settentrionale. Le Brigate Al-Qassam rivendicano una imboscata ai danni dei militari israeliani all’interno del quartiere Al-Balawneh nel campo di Tulkarem, nel nord della Cisgiordania, causando alcune vittime. Secondo la Sanità cisgiordana sarebbero 30 i morti e circa 130 feriti da mercoledì scorso, che portano il bilancio delle vittime nei governatorati della Cisgiordania a 682 morti e 5.700 feriti. Nuovi scontri armati con le forze israeliane nei pressi del sobborgo di Dhanaba, a est di Tulkarem. Quattro giornalisti sono rimasti feriti a Kafr Dan, a ovest di Jenin, dopo essere stati presi di mira direttamente dall’Idf. Combattimenti ravvicinati segnalati nell’asse Balouneh.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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