
Il primo Ministro Benjamin Netanyahu: “Ho detto che cambieremo il Medio Oriente e lo stiamo cambiando. Ho parlato con Trump della necessità di portare a termine la vittoria fino alla fine.” Nel frattempo Israele mantiene la sua presenza in Siria nonostante il governo di transizione di HTS abbia già fatto richiesta all’ONU di applicare al risoluzione del 1974.
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto, ha annunciato la disponibilità del Paese a schierare truppe di mantenimento della pace in Libano e nella Striscia di Gaza. Continuano i negoziati per liberare tutti gli ostaggi. Anche se da parte palestinese c’è una denuncia in merito alle repressioni in corso nella Striscia di gaza e in Cisgiordania.
La Russia avverte che l’annessione delle alture del Golan da parte di Israele è inaccettabile. Israele deve tornare a rispettare pienamente il noto accordo del 1974 con la Siria. La Russia ha lanciato un avvertimento alle “teste calde” in Israele contro il “cogliere le opportunità” nel contesto dell’evoluzione della situazione in Siria, sottolineando che l’annessione delle alture del Golan è assolutamente inaccettabile”, ha affermato il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov. Alla domanda su quali attori esterni siano coinvolti “dietro le quinte” nella crisi siriana, Ryabkov ha risposto: “Gli Stati Uniti sono inequivocabilmente lì”.
“Indubbiamente, Israele è il principale beneficiario dei recenti sviluppi. Vorrei mettere in guardia alcune “teste calde” a Gerusalemme Ovest dal sopravvalutare la loro influenza. Vorrei anche ricordare loro, tra le altre cose, che l’annessione delle alture del Golan, come molti stanno dicendo ora, rimane del tutto inammissibile. Israele deve tornare al pieno rispetto del noto accordo del 1974 con la Siria. Media libanesi hanno riferito che mercoledì il primo Ministro libanese arriverà mercoledì in Turchia per discutere della situazione in Medio Oriente. Il Premier libanese, Najib Mikati, ha ordinato la riapertura dell’ambasciata libanese a Damasco, che era stata chiusa a seguito dei recenti eventi.
Il segretario generale di Hezbollah Naim Qassem ha detto sul rovesciamento di Assad: “Hezbollah ha perso le sue linee di rifornimento militare in questa campagna, ma questi sono solo dettagli nelle attività della resistenza. Forse il nuovo regime consentirà il ritorno di questo percorso in modo naturale, o forse in modo diverso. La resistenza è una cosa flessibile che non si ferma a un confine.”
Il 14 dicembre c’è stata anche una dichiarazione di Ahmad al-Shar’a, alias Mohammed al Jowlani, su Israele (primo commento diretto dall’inizio dell’offensiva il 27 novembre): ”Non ci impegneremo in un conflitto con Israele. Le argomentazioni di Israele per entrare in Siria non esistono più, Hezbollah e l’Iran non ci sono più. Israele usa la presenza iraniana come scusa per entrare in Siria. Le argomentazioni di Israele sono finite ma gli israeliani hanno oltrepassato i limiti dell’impegno”.
Nella mattina del 16 dicembre, sono stati visti aerei compiere cerchi nei cieli del Kurdistan iracheno, gli stessi cerchi sono stati disegnati nei cieli delle città israeliane, e i media israeliani affermano che si tratta di un aereo israeliano.
Gli Houti hanno lanciato un nuovo attacco contro Israele. Dopo aver subito un attacco americano-britannico.
L’esercito libanese è al lavoro per ripulire gli ordigni inesplosi da un’area della municipalità di Khiam e da un centro di detenzione nel sud del Libano. A partire dal 13 pomeriggio l’esercito libanese si è schierato nella città di Khiam, nel Libano meridionale, in particolare in piazza Al-Husseiniya e nella periferia del centro di detenzione. Si è scoperto che il centro di detenzione era stato completamente distrutto. Nella giornata del 14 dicembre, si apprende dalla social sfera che, l’esercito libanese sta ancora bonificando gli ordigni inesplosi attorno al comune di Khiam e al centro di detenzione. I piani per avanzare verso Wadi al-Asafir nella periferia meridionale rimangono in sospeso a causa della presenza di forze israeliane nella pianura adiacente di Sarda. Il comandante del reggimento di ingegneria (lavori), il generale di brigata Youssef Haidar, e il capo della terza sezione delle operazioni della settima brigata, il generale di brigata Joseph Mazraani, hanno ispezionato la città di Khiyam per esaminare gli sforzi compiuti nella città e l’apertura delle strade in preparazione del ritorno dei suoi residenti. Stanno anche lavorando con la Croce Rossa per localizzare il corpo dei martiri.
Le ruspe dell’esercito libanese continuano oggi ad aprire le strade attorno al centro di detenzione e alla vista sulle montagne.
A partire dal 13 di dicembre si sono osservati una serie di attacchi con droni di Israele in Libano Sud: periferia della città di Zrarieh, la valle tra Al-Shaitiya e la montagna di Al-Batm, Bint Jbeil, un veicolo strada di Khardali, nel Libano meridionale. Esplosioni a Chihine, a Naqoura e hanno condotto rastrellamenti con mitragliatrici su Wadi Hassan e Safarjel alla periferia di Majdal Zoun. L’esercito libanese: “il comando dell’esercito ribadisce il pericolo dei cittadini che si avvicinano all’area e l’importanza del loro impegno alle istruzioni delle unità militari fino alla fine dello spiegamento”.
Nel frattempo Israele continua la demolizione de edifici in Libano sud: quartiere di Al-Dweir a Yaroun, Tyre Harfa e Kfar Kela. Secxondo i media libanesi si tratta di decine di case civili, perse giorno dopo giorno durante il cessate il fuoco.
Nel Libano meridionale resta operativa la 98a divisione dell’IDF. Il Portavoce dell’IDF: “Un aereo dell’aeronautica militare ha attaccato lanciatori carichi e pronti al lancio puntati sul Paese, in violazione degli accordi tra Israele e Libano. L’IDF resta impegnato negli accordi di cessate il fuoco in Libano, si schiererà nell’area meridionale del Libano e lavorerà per eliminare qualsiasi minaccia allo Stato di Israele e ai suoi cittadini”.
In un comunicato del 16 dicembre l’IDF afferma: “La 769a Brigata ha localizzato lanciarazzi, missili anticarro e proiettili di mortaio durante le attività difensive nel Libano meridionale. Le truppe dell’IDF nel Comando settentrionale continuano a operare per rimuovere le minacce poste da Hezbollah e agire contro le violazioni del cessate il fuoco da parte di Hezbollah in conformità con gli accordi tra Israele e Libano”.
“Nelle attività della 769a Brigata, le truppe hanno localizzato diversi depositi di armi, tra cui un lanciarazzi mobile da cui sono stati sparati numerosi razzi nel corso dell’ultimo anno verso le comunità nella Galilea Panhandle, decine di proiettili di mortaio, missili anticarro, razzi, esplosivi, lanciatori mobili e ulteriore equipaggiamento militare. Tutti i reperti sono stati confiscati”.
Un enorme incendio il 14 dicembre ha colpito il villaggio di Aqeb, nel nord di Gerusalemme. L’attacco israeliano alla scuola di Khan Yunis uccide 20 persone. Ancora scontri registrati a Jabalia. Attacco israeliano anche al campo Nuseirat al centro della Striscia di Gaza. Infine si segnala un incidente di sicurezza a Rafah. Numerosi feriti tra le fila dell’esercito israeliano in seguito al crollo di un edificio per bombardamento a Rafah. IDF prendono d’assalto la città di Bani Naim, a est di Hebron, Cisgiordania.
Gli attacchi israeliani in Siria si sentono in Libano, in particolare nel nord. L’esercito israeliano continua a demilitarizzare la Siria, distruggendo tutte le armi strategiche e le strutture di ricerca. Aerei israeliani hanno colpito depositi di armi nella città di Mahaja, a nord di Daraa. L’IDF è in dialogo con i funzionari locali nei villaggi drusi nel sud della Siria – e durante i negoziati sono stati raggiunti accordi secondo i quali le forze di sicurezza locali nei villaggi raccolgono armi nell’area, le posizionano in un certo punto predeterminato, e poi l’IDF viene e porta via le armi. Secondo fonti siriane l’obiettivo di Israele sulla Siria si svolgerà in tre fasi: la prima fase è in corso; la seconda fase includerebbe la presa della provincia di Deraa; la terza fase prevede la creazione di una zona sicura per l’entità sionista che si estende dal Monte Hermon a Suweida.
Israele ha già conquistato il Monte Hermon (Jebel al-Sheikh), ha l’opportunità di posizionare l’artiglieria sulle sue alture e sparare direttamente su Damasco, poiché la Siria non ha più aerei e missili balistici. “La situazione dal punto di vista politico-militare per la Siria è terribile, perché Israele oggi può minacciare di bombardare la capitale siriana senza alcuna conseguenza per sé, perché ora i siriani non hanno mezzi di difesa per questo caso”.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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