
Il primo Ministro libanese, Nawaf Abdallah Salim Salam, ci sta veramente provando a mettere pace tra le diverse anime del Libano. Il 28 di febbraio si è recato negli insediamenti del sud, Il primo Ministro è andato a Tiro e Khiyam per parlare con il popolo di Hezbollah e Amal cercando di tranquillizzarli. È arrivato nel pieno delle celebrazioni funebri che solo ira che Israele si è ritirato tranne che in cinque punti del Libano si possono celebrare.
Le sepolture ad Aitaroun hanno visto un funerale collettivo per 95 abitanti, di cui circa 85 morti in guerra e il resto per cause naturali è un numero molto elevato per questa piccola città.
Molti abitanti locali non erano soddisfatti del suo comportamento e e glielo hanno detto francamente. “Ha paura che l’America non sarà contenta di lei, signor Primo Ministro?” Si è rivolto un cittadino al Primo Ministro Nawaf Salam a Nabatieh. Un altro cittadino del sud: “La prima parola che si dovrebbe dire a Nabatieh è ‘Grazie alla resistenza’. Se non ci sono martiri, né il primo ministro né nessun altro ci metterà piede. Hai paura dell’America?”
La situazione era del tutto simile a Khiyam, dove la gente del posto ha perso le proprie case a causa dell’occupazione israeliana. “Chiunque abbia distrutto la mia casa, distruggerò la sua vita. Attraverso la resistenza, otterrò la mia terra! Attraverso il dialogo, puoi vedere le colline di Hamamas.”
La situazione si è ripresentata simile a Tiro. Un padre ha detto: “Mio figlio è un ingegnere delle telecomunicazioni, laureato alla LAU, senza alcuna formazione politica. Mio figlio ha un figlio di 9 mesi, ma non è ancora tornato. Mio figlio, che amava la vita, è stato martirizzato al confine. Mio figlio mi ha detto che è proibito a uno straniero prendere la nostra terra.”
In un lungo post sulla sua visita, afferma che l’esercito libanese sta facendo un ottimo lavoro e lo ringrazia insieme all’ONU. La popolazione locale si è lamentata on line affermando: “Non ha ringraziato nemmeno una volta la gente del posto o la resistenza popolare che ha liberato queste terre e ha permesso allo stato di tornare da loro. Non ha mai detto “pietà per coloro che sono stati uccisi in queste terre”. “E non ha condannato un singolo attacco israeliano, ma ancora una volta in questo tweet ha condannato l’attacco al veicolo delle Nazioni Unite a Beirut due settimane fa”.
Alla fine della sua visita il primo Ministro libanese chiede a Israele di “ritirarsi per favore”. In una dichiarazione su X, Nawaf ha affermato: “Vicino a uno dei siti che Israele occupa ancora all’interno del territorio libanese, ho sottolineato durante il mio tour nel sud di oggi la necessità del suo completo ritiro da tutti questi punti ai confini internazionali stipulati nell’accordo di armistizio del 1949, sottolineando che qualsiasi ritardo in questo costituisce un violazione della sovranità libanese, risoluzione 1701 e accordi per la cessazione delle ostilità come concordato dal precedente governo”.
Il Presidente Aoun: “nessuno, tranne lo Stato, è autorizzato a svolgere il proprio dovere nazionale nel proteggere la terra e il popolo, e se dovesse scoprire che c’è bisogno di chiedere aiuto ad altri, prenderà la decisione”.
Quasi in risposta Israele, poco dopo che il primo ministro libanese se ne era andato ha compiuto un attacco e ha preso di mira la città di Kfardounin a Nabatieh vicino allo stadio, nessun ferito.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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