#ISRAELHAMASWAR. L’Egitto apre Rafah. Israele distrugge i collegamenti terrestri Siria-Libano. 200 morti in Libano dalla tregua. Oggi liberi altri tre ostaggi

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L’inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff ha detto che “la ricostruzione di Gaza potrebbe richiedere dai 10 ai 15 anni”. Nel frattempo l’aeronautica americana ha effettuato un attacco aereo su un’auto nella regione di Idlib, nel nord della Siria. Israele ha ricevuto il suo primo lotto di bulldozer Caterpillar D9 dopo che la loro consegna era stata ritardata di diversi mesi dalla precedente amministrazione statunitense.

La vice inviata degli Stati Uniti per il Medio Oriente Morgan Ortagus ha iniziato la sua prima visita in Libano ieri con un incontro con il capo del comitato di monitoraggio del cessate il fuoco, il generale statunitense Jasper Jeffers, presso l’ambasciata statunitense. Non è stata ancora annunciata una nuova data per la riunione del comitato, sospesa da circa due settimane. 

Non ci sono state inoltre indicazioni di garanzie che le forze israeliane saranno obbligate a ritirarsi entro il 18 febbraio e che saranno costrette a interrompere i loro continui attacchi. Il presidente Aoun ha discusso gli sviluppi nel sud con il comandante in carica dell’esercito, il generale Hassan Odeh e il direttore dell’intelligence, il generale Tony Kahwaj.

Secondo i primi resoconti, e come previsto, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha deciso di nominare il direttore generale del ministero della Difesa, il generale riservista Eyal Zamir, Capo di Stato Maggiore, in sostituzione di Herzi Halevi. Canale i24NEWS: “Oggi, venerdì, la pubblica accusa israeliana ha presentato un atto d’accusa alla Corte Centrale di Haifa contro i riservisti Yuri Eliasbub e Georgi Andreev, con accuse che includono spionaggio a favore dell’Iran, aiuto al nemico in tempo di guerra, fuga di informazioni al nemico, comunicazione con un agente straniero e altre accuse (ciascuno a seconda del suo ruolo nel caso). Secondo l’accusa, uno degli imputati avrebbe fatto trapelare informazioni militari top-secret relative al sistema Iron Dome”.

Itamar Ben Gvir, ex ministro della Pubblica sicurezza israeliano, ha affermato che uno dei prigionieri palestinesi rilasciati nello scambio odierno aveva precedentemente tentato di assassinarlo. Ha descritto la liberazione del prigioniero come un simbolo della sconfitta di Israele e della resa ad Hamas.

Lo scambio dei prigionieri tra mille tensioni proseguirà anche oggi. La radio dell’Esercito israeliano: “I tre prigionieri che saranno rilasciati sabato da Hamas sono vivi”. Tra questi ci dovrebbe essere un americano e la ragazza israelo-russa, rapita in Iraq.

Il giornalista Amit Sehgal riferisce che l’esercito israeliano ha ampliato l’area del terminal merci al valico di Erez per consentire a più merci che trasportano aiuti umanitari di entrare nella Striscia di Gaza. Molti canali social hanno dato risalto al fatto che Hamas quando ha rilasciato i prigionieri aveva fucili “Tavor” appartenenti all’élite dell’esercito israeliano.

Il Presidente Donald Trump insiste sul fatto che Egitto e Giordania accoglieranno gli sfollati di Gaza, respingendo i loro rifiuti: “Lo faranno… Noi facciamo molto per loro e lo faranno”. E sempre a proposito di Egitto, il presidente libanese Aoun davanti al ministro degli Esteri egiziano: il Libano è impegnato nel ritiro israeliano del 18 febbraio e rifiuta di procrastinare con qualsiasi pretesto e chiede il ritorno dei prigionieri libanesi. 

L’Egitto il 31 gennaio ha aperto il valico di Rafah per far entrare malati e feriti dalla Striscia di Gaza. Le ambulanze egiziane si allineano davanti al valico di Rafah in preparazione al trasporto dei malati e dei feriti da Gaza. L’attraversamento dal lato palestinese sarà gestito dall’Autorità Palestinese.

Abu Obeida annuncia l’uccisione del Capo di Stato Maggiore delle Brigate Qassam, Muhammad al-Deif, e di alcuni comandanti: Marwan Issa (Vice Capo di Stato Maggiore delle Brigate Qassam), Ghazi Abu Tama’a (Comandante della Sezione Armi e Servizi di Combattimento), Raed Thabet (Comandante della Sezione Risorse Umane), Rafeh Salama (Comandante della Brigata Khan Yunis) altri due membri del suo consiglio militare.

Ed ora uno sguardo alle situazioni militari aggiornate alle ore 15:30 del 31 gennaio.

Le IDF affermano di aver attaccato i valichi di frontiera con la Siria, le strutture per le armi e i siti di produzione sotterranei. Attaccata anche una strada non ufficiale tra Libano e Siria. Questa strada si trovano a Wadi Khaled e in altre città sunnite e non utilizzate da Hezbollah. Sono utilizzate dalla gente del posto per contrabbandare carburante e beni libanesi in Siria.

Gli aerei da guerra israeliani, il 31 mattina hanno tagliato la strada principale che collega la Siria al Libano, che collega la città libanese di Tufail alla città siriana di Assal al-Ward nel Qalamoun occidentale. Il raid ha creato una buca profonda sette metri e ha interrotto la strada principale, danneggiato i pali della corrente e interrotto le linee elettriche tra Siria e Libano.

Sono almeno 200 le vittime da fuoco israeliano in Libano dall’inizio del cessate il fuoco, secondo fonti libanesi. Le IDF hanno attaccato il 30 sera diverse località nell’area di Janta e Beqaa, prendendo di mira luoghi che rappresentavano una minaccia per il fronte interno israeliano che si trovano a circa 200+ km di distanza. Due morti e 10 feriti. 

Un drone dell’IDF ha attaccato veicoli di ingegneria nella città distrutta di Taybeh mentre la difesa civile stava scavando alla ricerca dei resti dei morti a seguito dei bombardamenti aerei. Altri attacchi aerei si registrano sulla valle della Bekaa nel Libano nord-orientale. L’IDF ha bruciato nuove case civili ad Aita al-Shaab e Kfarkila tra le altre città.

In Cisgiordania si registrano ancora scontri nella città di Tulkarem per il quinto giorno consecutivo, e siamo all’11 giorno consecutivo di scontri a Jenin. Si sono registrati scontri diretti tra le forze israeliane e i combattenti palestinesi del Battaglione Tulkarm delle Brigate Saraya Al-Quds (l’ala armata della Jihad islamica palestinese). Sono state segnalate esplosioni nel campo profughi di Tulkarem, probabilmente a causa di ordigni esplosivi improvvisati (IED) fatti esplodere dai combattenti palestinesi.

Secondo fonti palestinesi: “Nel campo Jenin continuano i bombardamenti, gli incendi delle case e la demolizione delle infrastrutture, e la portata della distruzione non ha precedenti. Continui rinforzi verso l’accampamento. Tutti i suoni delle esplosioni che si sentono sono causati dai bombardamenti e dalle esplosioni delle case del campo. La situazione è molto difficile e tragica e non ci sono ancora segni di ritirata”.

Le Brigate Al-Quds – Battaglione Jenin riferiscono: “I nostri combattenti della compagnia Al-Yamoun sono riusciti, all’alba del 31 gennaio, a confrontarsi con le forze israeliane e i veicoli militari che circondavano una casa nella città, provocando feriti accertati far esplodere una serie di ordigni esplosivi preparati in anticipo nei veicoli militari”. Ci sarebbero dei feriti 10 militari coinvolti. Lo scontro sarebbe durato 10 ore. 

Forze speciali israeliane nella città di Qabatiya, a sud di Jenin hanno arrestato delle persone prima di ritirarsi. Hanno fatto esplodere un auto.

Le IDF hanno fatto sapere in un comunicato: “Abbiamo ucciso più di 60 militanti in 500 attacchi effettuati a Jenin e Tulkarem dall’inizio della nostra operazione militare”.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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