
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump spiega ai giornalisti che è un peccato che Israele sia così piccolo, grande quanto la sua penna e il Medio Oriente è grande quanto la sua scrivania. Da fonti stampa americane si apprende che Trump sta preparando un pacchetto di aiuti da 1 miliardo di dollari per Israele che include circa 5.000 bombe GBU-28 da 2.000 libbre.
Il Washington Post: “Trump è interessato a ricostruire Gaza attraverso un accordo regionale con gli Emirati e l’Arabia Saudita, e non ci si aspetta che Netanyahu si opponga”.
Secondo l’Israeli Broadcasting Authority, citando l’ufficio di Netanyahu: “L’incontro di Netanyahu con il Consigliere per la sicurezza nazionale e inviato speciale degli Stati Uniti Witkoff è stato positivo”. ”Israele si sta preparando a inviare una delegazione di alto livello a Doha alla fine della prossima settimana”.
In Israele le autorità israeliane confiscano un appezzamento di terreno “temporaneamente” per 5 anni con il pretesto di stabilire “lavori di giardinaggio” nel quartiere di Al-Suwana nella città di Gerusalemme.
In Libano sarebbe in corso una campagna di pressione e tradimento contro il presidente designato Nawaf Salam. Questa campagna è guidata dal Partito di Geagea, Forze Libanesi, non soddisfatto della nuova composizione di governo.
Incontri tra il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, e quello egiziano, Badr Abdel Aati. “La Turchia respinge lo spostamento dei palestinesi dalle loro terre verso i paesi arabi e si schiera solidale con l’Egitto a questo proposito”. Il ministro degli Esteri egiziano in una conferenza stampa congiunta con la sua controparte turca ad Ankara: “Abbiamo discusso della situazione a Gaza e concordato di lavorare insieme per garantire la piena attuazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco”. “Abbiamo sottolineato l’importanza del sostegno della Turchia agli sforzi legati alla ricostruzione di Gaza e intendiamo organizzare una conferenza internazionale a questo proposito”. “Sottolineiamo l’importanza di attuare pienamente tutte le disposizioni dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Respingiamo qualsiasi violazione dei diritti del popolo palestinese e condanniamo le violazioni israeliane in Cisgiordania. Chiediamo la fine delle pratiche unilaterali israeliane in Cisgiordania”.
Ed ora uno sguardo agli scenari aperti aggiornato alle ore 15:00 del 4 febbraio.
Una delegazione delle Nazioni Unite arriva all’edificio del Governatorato di Quneitra per ispezionarlo dentro e fuori dopo il ritiro delle forze israeliane.
In Libano, il ministero degli Affari Esteri libanese ha presentato, attraverso la Missione Permanente del Libano presso le Nazioni Unite a New York, un reclamo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU in risposta alla violazione da parte di Israele della Risoluzione 1701 e della dichiarazione di cessazione delle ostilità, e la sua completa inosservanza dei propri obblighi relativi alle misure di sicurezza rafforzate verso l’attuazione della Risoluzione 1701.
L’Esercito libanese in nota stampa fa sapere che: “Ci siamo schierati nella città di Taybeh – Marjayoun nel settore orientale e in altre zone di confine nel sud della regione di Litani dopo il ritiro del nemico israeliano”.
L’IDF ha mostrato un video della distruzione delle infrastrutture di Hezbollah in Libano. Un Corrispondente di Al-Manar, testata vicina Hezbollah ha scritto in un post: “Una forza israeliana, tra cui diversi carri armati, sta avanzando da Jabal Sadana e KfarShouba verso la strada per la città di Kfar Hamam, sottolineando che l’esercito libanese è stato schierato nelle due città la scorsa settimana”.
Una pattuglia israeliana ha compiuto un’incursione a Kfarchouba. E ancora una forza meccanizzata israeliana è penetrata a Kfarshouba e si è diretta verso Kfarhamam, nonostante il dispiegamento dell’esercito libanese nell’area.
Le forze di israeliane hanno fatto saltare in aria l’impianto di trattamento delle acque nella pianura di Khiam, di fronte all’insediamento di Metula. Il rumore di un’esplosione ha raggiunto Zahrani, nel sud del Libano. Secondo fonti libanesi: “Ciò che si è sentito nei sobborghi di Nabatieh è stato il bombardamento da parte dell’esercito dei residuati bellici verso Mahmoudiyah”.
L’esercito israeliano chiude il valico commerciale di Kerem Shalom e arresta diversi camionisti.
Due soldati della riserva israeliana sono stati uccisi e altri otto sono rimasti feriti nell’attacco avvenuto nella zona della valle del Giordano. Secondo la radio dell’esercito israeliano l’operazione al checkpoint di Tayasir sarebbe avvenuta in questo modo: “Un uomo armato è riuscito a infiltrarsi nel complesso militare in cui si trovavano i soldati. È più simile a un sito militare, un punto militare contenente una torre di guardia fortificata e una serie di edifici in cui si trovano i soldati. All’interno del complesso, l’uomo armato ha iniziato a sparare e sono scoppiati degli scontri tra lui e le forze armate: gli scontri armati sono continuati per diversi minuti, finché i soldati non sono riusciti a eliminarlo. L’aeronautica militare stava utilizzando un drone “Zik” in aria, ma l’esercito ha deciso di non usarlo per colpire l’uomo armato dall’aria, per motivi operativi. Tra le considerazioni prese in considerazione c’era il timore che il drone avrebbe preso di mira le forze stesse, dato che l’uomo armato si trovava già all’interno della struttura militare”.
Infine il Portavoce dell’esercito israeliano afferma: “Un leader della fazione del battaglione 8211, la brigata Ephraim, è stato ucciso, oltre al ferimento di 8 soldati, due dei quali sono rimasti gravemente feriti a seguito di un attacco a fuoco contro un sito militare vicino al villaggio di Tayasir nel nord della Cisgiordania”.
Continuano gli scontri a Tulkarem e Jenin. Bombardamento nella mattina da parte delle IDF di una casa nel campo di Tulkarem, un altro bombardamento è stato registrato all’interno del campo di Tulkarem in Cisgiordania.
Si registrano scontri tra giovani e le forze di Israele nel villaggio di Yatma, a sud di Nablus. I veicoli israeliani hanno circondato Jenin e una forza a piedi esce dalla moschea di Al-Assir.
Bombardato anche nel 4 febbraio un sito a Tamoun, a sud di Tubas. Bulldozer di Israele hanno distrutto una casa nella città di Tamoun.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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