#ISRAELHAMASWAR. Kobi Yaakobi: Hamas sta già riorganizzando i vertici dalle carceri

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Il ritrovamento e l’esfiltrazione da Gaza dei corpi dei prigionieri israeliani ha riaperto la questione della gestione militare e dell’intelligence israeliana prima e dopo il 7 ottobre 2023 e si teme che la guerra avrà una lunga coda.

L’ex capo di stato maggiore dell’IDF, membro della Knesset Gadi Eisenkot, che ha perso suo figlio e suo nipote nella guerra con Hamas, ha affermato che tutti gli alti comandanti dell’esercito israeliano responsabili del fallimento del 7 ottobre dovrebbero dimettersi non appena ci sarà una pausa nella guerra. Il primo Ministro dovrebbe seguirli. “Parliamo di persone meravigliose dedite a Israele, ma sono responsabili del più grande fallimento che questo Paese abbia visto dalla sua fondazione. Pertanto tutti, dal comandante della brigata al primo ministro, devono compiere il proprio dovere”.

Il capo della direzione delle carceri, Shabas, Kobi Yakobi ha scritto una lettera segreta al Capo di Stato Maggiore generale, al capo dello Shin Bet e al ministro della Difesa, in cui metteva in guardia dal pericolo di rilasciare indiscriminatamente tutti i terroristi di Hamas imprigionati come un risultato dell’accordo, scrive Israel Hayom.

Jacobi ha detto che i prigionieri terroristi sono così sicuri del loro imminente rilascio che hanno già distribuito tra loro in anticipo le posizioni di leadership nell’organizzazione – chi occuperà quale posizione quando verranno rilasciati. Il capo di Shabas è fiducioso che l’integrazione dei terroristi liberati nelle strutture di Hamas nella Striscia di Gaza, in Giudea e Samaria avverrà immediatamente e inietterà “nuovo sangue” in questa organizzazione terroristica, compensando le perdite subite da Hamas durante i combattimenti.

“Israele sta preparando il suo “dopodomani” dopo la guerra per la Striscia di Gaza, e Hamas sta preparando il suo”, scrive Jacobi, citando i dati di sorveglianza operativa nelle carceri. Nella lettera si sottolinea che il capo di Shabas non è in disaccordo con la necessità stessa di liberare i terroristi se senza di essa un accordo è impossibile. Insiste solo per non farlo sconsideratamente, per non rilasciare tutti e chiede di tenere conto dell’opinione della sua organizzazione.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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