#ISRAELHAMASWAR. Knesset: firme contro Netanyahu sul mancato accordo per i prigionieri. IDF nel Libano Meridionale. UNIFIL chiede il ritiro. Mossad chiede di colpire l’Iran

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Il presidente della Knesset fa intervenire i membri dell’opposizione che boicottano Netanyahu e protestano per le sue dichiarazioni sul dossier dei prigionieri detenuti a Gaza. Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid: “Non permetteremo a Netanyahu di eliminare lo Stato di Israele attraverso le sue politiche”. L’opposizione ha raccolto 40 firme per costringerlo a rispondere alle sue domande, comprese le accuse mosse contro di lui di aver tentato di minare i negoziati sull’accordo sui prigionieri.

Chiamato in causa politicamente il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto: “Non rivelerò i termini e i dettagli del nuovo accordo di scambio. Dobbiamo eliminare la minaccia iraniana e impedire all’Iran di possedere un’arma nucleare”. “Stiamo adottando misure importanti a tutti i livelli per restituire le persone rapite. Ci sono progressi riguardo all’accordo, dovuti, tra le altre cose, al fatto che Sinwar non è più con noi e agli attacchi che stiamo dirigendo contro Hamas. Non sono sicuro di quanto tempo avremo bisogno per completare l’accordo di scambio. Non permetteremo a nessun terrorista di basarsi sui nostri confini e, come ho detto, stiamo cambiando il volto del Medio Oriente”. “Proprio come abbiamo agito con forza contro le armi terroristiche dell’asse del male iraniano, agiremo contro gli Houthi: il risultato sarà lo stesso”. “Nei giorni scorsi l’amministrazione americana ha inoltre deciso di intensificare l’azione contro i ribelli Houthi. L’amministrazione Biden si sta coordinando con Israele su questo tema”.

Al Comando Nord si è svolta una riunione del Gabinetto dei Ministri israeliano con una dimostrazione dell’equipaggiamento catturato. Il capo del Mossad Dedi Barnea raccomanda di attaccare l’Iran in risposta all’attacco degli Houthi. Durante le discussioni tra l’élite politica israeliana, Barnea ha detto: “Dobbiamo andare frontalmente: se attacchiamo solo gli Houthi, non aiuterà”.

Per la prima volta, un funzionario politico israeliano, il ministro della Guerra Israel Katz, è entrato nel Libano meridionale e ha minacciato Hezbollah: “Se Hezbollah non si ritira oltre il Litani e cerca di violare il cessate il fuoco, gli faremo perdere la testa”. “Faremo in modo che la minaccia venga rimossa e che la sicurezza venga ripristinata per consentire ai residenti del nord di tornare sani e salvi alle loro case”.

Nel frattempo Hezbollah ha nominato il responsabile delle relazioni con i media in Hezbollah: Hajj Youssef Al-Zein, che succede a Hajj Muhammad Afif. 

Dal Libano giunge notizia che Beirut sta preparando i documenti per l’estradizione dei prigionieri siriani nel suo Paese. L’Interpol americana ha chiesto alle autorità libanesi di arrestare il generale Jamil al-Hassan, direttore dell’intelligence dell’aeronautica militare siriana sotto il governo di Assad. Gli Stati Uniti hanno tolto la taglia da 10 milioni di dollari su Mohammed al Jawlani. 

Ed ora uno sguardo alla linea del fronte aperta da Israele aggiornato alle ore 17:00 del 23 dicembre.

Tra il 19 e il 22 dicembre numerosi gli attacchi statunitensi-israeliani in Yemen. Quattro gli attacchi della scorsa settimana da parte dell’esercito americano sullo Yemen. Gli attacchi sono ripresi in seguito all’arrivo nell’area del gruppo d’attacco della portaerei CVN 75 Harry S. Truman.

Il comando centrale dell’esercito americano ha riferito di attacchi aerei contro strutture di stoccaggio e controllo dei missili Houthi. Mentre gli americani hanno parlato di abbattimento da fuoco amico di un F-18, gli Houthi hanno affermato che sono stati loro ad abbattere un caccia F/A-18 della marina americana durante un attacco nel Mar Rosso. 

Nonostante la “tregua” tra le parti, le forze curde delle SDF, alleate delle forze armate statunitensi in Siria, hanno affermato che cinque dei loro combattenti sono stati uccisi in un bombardamento delle forze filo-turche nella città di Manbij. Un convoglio americano di oltre 100 veicoli parte dalle basi Koniko e Omer a Deir ez-Zor verso la regione di Hasakah per ragioni sconosciute.

E ancora si registrano veicoli corazzati israeliani in territorio siriano.

Nel Libano meridionale, i soldati israeliani che sono di stanza all’incrocio tra le città di Ain Arab e Mari e stanno facendo irruzione nelle case del vicino villaggio di Rayhana Bri nel Libano meridionale. La Croce Rossa libanese, insieme a UNIFIL, ha ricevuto 7 libanesi che erano stati rapiti da Israele dopo il cessate il fuoco dalle aree di Wazzani e Tyre Harfa Triangle.

L’esercito israeliano issa la bandiera israeliana all’ingresso principale di Naqoura. Nella giornata del 23 dicembre il primo ministro libanese Mikati ha ispezionato le unità dell’esercito nel Libano meridionale insieme a Joseph Aoun, il comandante dell’esercito. Mikati da Marjeyoun: “L’esercito non si è mai sottratto ai propri doveri e stiamo affrontando una prova difficile e l’esercito dimostrerà di essere in grado di svolgere tutti i compiti richiesti e sono pienamente fiducioso in questa questione”. 

Mikati dalla città di Khiyam: “L’esercito è pronto a svolgere pienamente il proprio ruolo nel Libano meridionale e il comitato di monitoraggio deve fare pressione sull’aggressore israeliano affinché fermi le sue violazioni, fermi la distruzione e si ritiri dalle terre in cui è penetrato nel periodo precedente”.

L’UNIFIL sollecita con forza progressi accelerati nel ritiro dell’esercito israeliano dal Libano meridionale e nel dispiegamento dell’esercito libanese nel territorio.

Contrariamene alle aspettative per quanto riguarda il Libano meridionale, l’esercito israeliano ha continuato ad avanzare nelle foreste che non ha raggiunto durante il conflitto con Hezbollah, approfittando del cessate il fuoco. Hanno confiscato armi e localizzato sistemi di artiglieria precedentemente danneggiati e tubi di lancio di razzi (doppi) vuoti.

Stessa cosa dicasi per Naqoura, l’esercito israeliano la sta ancora spianando, nonostante il cessate il fuoco vi hanno anche posto la bandiera di Israele. Il 21 dicembre l’esercito israeliano si è ritirato dall’entrata occidentale della città di Naqoura dopo aver innalzato una barriera di sabbia in mezzo alla strada vicino al centro dell’esercito libanese, che è rimasto lontano dalle operazioni di spianamento a cui la città ha assistito. Questa città non era occupata prima del cessate il fuoco, quindi il ritiro non significa nulla. Finora, nessun progresso sul ritiro prima dei 60 giorni.

Stessa scena a Bani Hayyan, invece di ritirarsi dalle città di confine, l’esercito israeliano è avanzato verso una ennesima città. In questo villaggio, hanno aumentato la loro presenza e sono stati posizionati nuovi veicoli blindati. L’IDF sta facendo irruzione nelle case, alla ricerca di armi e infrastrutture.

Demolizioni israeliane tra Yaroun e Maroun. A partire dal 20 di dicembre demolizioni da parte di Israele nella città di confine di Kfarkila, hanno iniziato a spianare le strade e alcune case nel quartiere di Jabana, nel centro della città.

Le fazioni palestinesi come Fatah al-Intifada a Sultan Yacoub, il Fronte Popolare – Comando Generale a Qusaya e altre, hanno iniziato a consegnare le loro armi e i loro campi di addestramento all’esercito libanese. Secondo le fonti libanesi questa consegna è precedente a questa guerra e non è direttamente correlata al cessate il fuoco. I soldati israeliani stanno avanzando verso Wadi Hassan alla periferia di Majdal Zun nel Libano meridionale. La località si trova a diversi chilometri di profondità in Libano, verso un’area molto boscosa. Le forze di israeliane hanno bloccato l’autostrada Bint Jbeil-Aitaroun con blocchi di cemento dopo averla precedentemente bloccata con la terra. Non si ha dunque l’impressione che Israele si voglia ritirare dal Libano entro i 60 giorni dell’accordo. 

In una dichiarazione dell’esercito libanese: “In continuazione del processo dell’esercito di acquisizione dei centri militari occupati da organizzazioni palestinesi all’interno del territorio libanese, un’unità dell’esercito nella città di Kfar Zabad – Zahle ha preso il controllo del centro di Jbeil Ain al-Baida, precedentemente affiliato al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale. Abbiamo sequestrato grandi quantità di armi e munizioni oltre all’equipaggiamento militare. Queste missioni rientrano nel quadro del mantenimento della sicurezza e della stabilità e dell’estensione dell’autorità statale in varie regioni”. 

Hay’at Tahrir al-Sham aveva aperto contatti con Hezbollah prima della caduta di Bashar al-Assad per organizzare il ritiro da alcuni siti in Siria. Hanno cercato di evitare di combattere inutilmente sia i russi che Hezbollah, considerando il crollo dell’SAA.

L’IDF sta conducendo un’operazione di vasta portata per ripristinare e ripulire le comunità nel nord di Israele. Squadre di ingegneri insieme ad altri soldati sono state dispiegate e stanno operando in più di 40 comunità nel nord di Israele e in aree civili che sono state utilizzate come aree di raduno militare.

Le forze stanno sgomberando l’equipaggiamento militare, pulendo i rifiuti e rimuovendo le munizioni inesplose dalle comunità utilizzando strumenti di ingegneria. 

Un missile balistico lanciato dallo Yemen il 21 di dicembre è arrivato nel centro di Israele non è stato intercettato ed è esploso nella città di Tel Aviv. 16 persone sono rimaste leggermente ferite dai frammenti di vetro che si sono rotti negli edifici vicini a causa della caduta. Tra le vittime c’è una bambina di tre anni. On line c’è un video dell’intercettazione degli UAV Houthi da parte di elicotteri da combattimento israeliani AN-64D Saraf.

Il 23 dicembre, in CIsgiordania, le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese sigillano la maggior parte degli ingressi e delle uscite del campo di Jenin con terrapieni. Secondo fonti locali, il 23 dicembre, tre case sono bruciate nel campo di Jenin.

Il 21 dicembre registrati scontri a Hebron tra israeliani e arabi.

Le forze di difesa israeliane hanno affermato che la loro brigata Kfir ha completato un’operazione contro Hamas a Beit Lahia, nel nord di Gaza, con truppe di fanteria che ora operano nelle aree a ovest di Beit Hanoun. Durante l’operazione a Beit Lahiya, hanno detto i militari, i soldati Kfir hanno ucciso molti militanti e distrutto le infrastrutture di Hamas sul terreno e nel sottosuolo. Il raid vicino a Beit Hanoun è stato lanciato “dopo aver ricevuto informazioni di intelligence sulla presenza di uomini di Hamas e infrastrutture da loro utilizzate nell’area”, ha detto l’IDF.

Prima che le truppe entrassero nell’area, gli aerei da combattimento dell’aeronautica israeliana e il 215° reggimento di artiglieria hanno bombardato obiettivi di Hamas nell’area, compresi militanti e infrastrutture, hanno detto i militari.

Il 23 dicembre le brigate al Quds hanno riferito: “Uno dei nostri militanti è riuscito a prendere d’assalto un trasporto truppe e ad effettuare un’operazione facendo esplodere una bomba di guerriglia tra i soldati al suo interno, all’ingresso delle Torri Al-Awda a Ezbet Beit Hanoun. Le Brigate Al-Qassam hanno rivendicato attacco con colpi di mortaio contro un gruppo di forze israeliane che stanno cercando di entrare nell’area di Tawam, a nord di Gaza City”.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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