
L’inviato di Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff: “ Mi piace fissare un calendario per la seconda fase dell’accordo e il cessate il fuoco a Gaza, e il Qatar si è comportato meravigliosamente con noi nei negoziati”. Secondo Channel 13, che cita funzionari: “C’è rabbia per il comportamento di Washington nei negoziati e Benjamin Netanyahu non sarà in grado di opporsi a Trump”.
Dopo aver bloccato l’ingresso degli aiuti, il ministro israeliano dell’Energia ha annunciato ufficialmente il taglio dell’elettricità nella Striscia di Gaza. La rete elettrica è distrutta nella Striscia di Gaza, ma ci sono ancora stazioni idriche che funzionano in aree in cui l’esercito israeliano non è entrato, in particolare nella regione centrale. La decisione di tagliare l’elettricità significa che le pompe dell’acqua e gli impianti di desalinizzazione smettono di funzionare. Israele sta progettando di creare una “Direzione della Migrazione” in connessione con il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di espellere forzatamente i palestinesi da Gaza.
Prigionieri in pericolo di vita: il governo ha dato il via libera a una nuova operazione a Gaza. L’emittente militare israeliana: “L’establishment militare e di sicurezza ammette di non avere informazioni sufficienti sui luoghi in cui venivano tenuti gli ostaggi a Gaza”. Gli israeliani chiedono a Netanyahu di attuare pienamente l’accordo di cessate il fuoco a Gaza per contribuire al rilascio dei prigionieri.
Il Capo di Stato Maggiore, generale Eyal Zamir, ha nominato il generale Effie Defrin come portavoce delle IDF. La nomina è stata approvata dal Ministro della Difesa, Israel Katz.
Daniella Weiss, capo del movimento di insediamento Nahla, chiede la distruzione della Striscia di Gaza, lo sfollamento della sua popolazione e l’insediamento nell’area, ed è considerata anche una sostenitrice dei progetti di insediamento nella Cisgiordania. Sono state riaperte le scuole negli insediamenti al confine con il Libano.
Il Gran Mufti dell’Oman Ahmed bin Hamad al-Khalili ha messo in guardia sulla terribile situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, dove il popolo palestinese è privato delle forniture di base a causa delle restrizioni imposte da Israele.
Stati Uniti, Francia e Germania hanno condannato i crimini di guerra commessi dagli uomini di al Jawlani/al Shara sulle coste siriane e hanno sottolineato in dichiarazioni separate che quanto accaduto è scioccante e che gli autori dei crimini devono essere consegnati alla giustizia.
Oggi scade l’ultimatum delmovimento Ansarullah dello Yemen ai mediatori internazionali per sostenere la ripresa della consegna degli aiuti nella Striscia di Gaza; altrimenti gli Houthi riprenderanno le operazioni navali contro Israele. Il leader Houthi Sayed Abdul-Malik al-Houthi ha risposto agli eventi che hanno avuto luogo sulla costa siriana e ha avvertito il leader del paese Jawlani che avrebbe dovuto fermarsi altrimenti sarebbero seguite ritorsioni.
Anche Hamas ha rilasciato dichiarazioni: “Il movimento di resistenza palestinese, Hamas, afferma che rimangono tre condizioni principali per riprendere i colloqui con Israele su un cessate il fuoco duraturo a Gaza”. Il canale saudita Al-Hadat riferisce che nei colloqui al Cairo con l’Egitto Hamas ha concordato in linea di principio di prolungare la prima fase del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza per almeno due mesi in cambio del rilascio di numerosi ostaggi in vita. Attesi i risultati del round dei colloqui di ieri a Doha con i mediatori di Israele, Hamas, Egitto, Qatar e Stati Uniti.
Il Capo di Hamas all’estero, Khaled Meshaal: “Il popolo palestinese è l’unico che governerà la propria terra e non gli verrà imposto alcun sistema politico straniero. Il nostro popolo non sarà disarmato finché sarà sotto occupazione. Gaza sarà solo per la sua gente, e nessuno lascerà Gaza o la Cisgiordania per scambiare la propria patria. Il pericolo non si limita più a Gaza e alla Cisgiordania, ma si estende anche all’Egitto, alla Giordania e all’Arabia Saudita, e questo è ciò che i leader hanno intuito”.
Secondo il Portavoce di Hamas Abdul Latif al-Qanou: “L’obiettivo di Israele è rafforzare l’assedio, chiudere i valichi e impedire aiuti alla nostra gente, costringendola a emigrare, e questo è un sogno irrealizzabile. I discorsi di Israele sui piani militari per riprendere i combattimenti a Gaza e la decisione di tagliare l’elettricità sono opzioni che hanno fallito e costituiscono una minaccia per i suoi prigionieri, che non saranno liberati se non attraverso i negoziati”.
Hezbollah nega categoricamente le “denunce infondate” di essere coinvolto nelle violenze in corso in Siria, dove le forze del governo ad interim hanno combattuto i lealisti del leader deposto Bashar al-Assad. E il Segretario generale degli Hezbollah libanesi, Naim Qassem ha dichiarato: “L’accordo di cessate il fuoco con Israele è chiaro e non esiste alcun accordo segreto o clausole sottobanco. Fa parte della risoluzione 1701 e Israele deve ritirarsi dal Libano. Abbiamo aderito all’accordo di cessate il fuoco e ci siamo ritirati dal sud del fiume Litani” ora Israele deve fare lo stesso.
Ed ora uno sguardo agli scenari militari aggiornati alle ore 15:00 del 10 marzo.
L’esercito siriano presidia il confine siriano in stato di massima allerta in caso di possibili attacchi di Hezbollah dal Libano. Il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane Eyal Zamir ha visitato l’area di Quneitra nel sud della Siria, conquistata dall’IDF dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.
Una delegazione delle Nazioni Unite il 10 di marzo è arrivata nei villaggi della costa siriana dopo gli scontri tra Jawlani/al Sahara e gli alawiti fedeli ad Assad che hanno portato alla morte di migliaia di civili. Una forza dell’esercito israeliana è penetra nella periferia del quartiere occidentale vicino al cimitero del villaggio di Maariya nell’area del bacino di Yarmouk, nella campagna occidentale di Daraa. Secondo fonti libanesi la “zona cuscinetto” istituita da Israele in Siria comprende una presenza militare permanente in 9 basi, che si estendono dal Monte Harmon a nord fino all’area di confine con la Giordania a sud.
Il Portavoce delle Forze di Difesa Israeliane in merito agli attacchi nel Libano meridionale durati tutto il fine settimana ha dichiarato: “Recentemente, le forze di difesa israeliane hanno attaccato le installazioni militari dell’organizzazione terroristica Hezbollah nel sud del Libano, dove sono state scoperte armi e lanciamissili dell’organizzazione. La presenza di armi e lanciatori in questi siti rappresenta una minaccia per lo Stato di Israele e costituisce una grave violazione degli accordi tra Israele e Libano. L’IDF continuerà ad agire per eliminare qualsiasi minaccia allo Stato di Israele e prevenire qualsiasi tentativo di ripristinare e fondare l’organizzazione terroristica Hezbollah”.
Scontri registrati nella città di Mina, nel Libano settentrionale, durati alcune ore e hanno causato diversi morti. Il flusso di armi dal lato siriano verso quelle aree si è tradotto in un aumento dell’illegalità e in un aumento degli omicidi, affermano account locali.
Aerei israeliani attivi per tutto il fine settimana nel sud del Libano, in particolare su Iqleem el-Tuffah, nel distretto di Hermel nel nord-est del Libano dove si sono registrati una vasta serie di attacchi israeliani. Un drone israeliano prende di mira l’area di Al-Jumaijma nel distretto di Bint Jbeil. Colpite anche: Aita al-Jabal, Foresta di Beit Yahoun, Wadi Burghouz, Montagna Rayha e ancora tra Bablieh e Zrarieh. In totale contati 20-25 attacchi aerei israeliani secondo fonti libanesi.
L’esercito libanese ha individuato dei tracker israeliani, l’ultimo in ordine di tempo, nella città di Kafarshouba e lo ha smantellato Secondo i militari libanesi vengono camuffati da rami di legno. A Kfarkila è stato colpito un soldato libanese che è rimasto ucciso. Il 10 marzo drone israeliano vola a bassa quota e densamente nello spazio aereo della catena orientale della Bekaa. L’esercito libanese afferma che un loro soldato è stato rapito Ziad Chebli: “Membri delle forze israeliane hanno aperto il fuoco su di lui mentre era in abiti civili alla periferia di Kafr Shuba, ferendolo e poi trasportandolo nei territori Israeliani”. On line si osserva la nascita di trincee israeliane all’interno del territorio libanese.
Il 9 marzo esplosione di un’auto a Tel Aviv. Sul posto sono state inviate le forze di polizia e, secondo quanto riferito, due israeliani sarebbero rimasti feriti.
Secondo Channel 12: “Il livello politico ha impartito istruzioni all’esercito israeliano di prepararsi per un ritorno immediato ai combattimenti nella Striscia di Gaza”. Il leader dell’opposizione, “Yair Lapid”: “Il ritorno della guerra a Gaza significa l’uccisione dei nostri prigionieri”. Nel fine settimana Israele uccide due palestinesi e ne ferisce molti altri in un attacco di droni a Rafah. Nella giornata del 10 di marzo Hamas ha continua a giustiziare agenti nella Striscia di Gaza in pubblico e per le strade.
Gli insediamenti dei coloni stanno divorando le terre di Gerusalemme e il governo di Israele intende approvare 1.030 nuove unità insediative nelle città di Sur Baher e Jabal Mukaber. Nel fine settimana i coloni, protetti dalle IDF, prendono d’assalto la Montagna delle Trincee nella città di Huwwara, a sud di Nablus. Preso d’assalto il campo di Al-Arroub, a nord di Hebron. Le IDF prendono d’assalto la zona di Abu Katila a Hebron.
I coloni al 10 marzo hanno circondato dozzine di fedeli nella moschea Beit al-Sheikh a Khirbet Tana, a est di Nablus, mentre eseguivano le preghiere di Tarawih. Irruzione delle IDF in un edificio residenziale attorno all’Università Aperta di Al-Quds, a ovest di Nablus. Preso d’assalto dalle IDF d’assalto la città di Nablus dal Checkpoint 1 e infine presa d’assalto la città di Qalqilya dal checkpoint meridionale.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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