#ISRAELHAMASWAR. Israele si prepara ad attaccare Rafah. Houthi: colpite 54 navi. La guerra continua fino allo stop della guerra a Gaza

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Secondo la CNN, all’interno dell’amministrazione Biden cresce la preoccupazione che Israele si stia preparando alla guerra in Libano nella tarda primavera o all’inizio dell’estate se gli sforzi per raggiungere una soluzione politica fallissero. A breve si saprà quando partirà l’attacco su Rafah, secondo la pagina web di Anna Barsky: “Il piano per l’operazione militare a Rafah dovrebbe essere discusso in queste ore nel Consiglio del Gabinetto Politico e di Sicurezza”. 

La Gran Bretagna per voce del primo Ministro Rishi Sunak ha riferito: “Cerchiamo un cessate il fuoco permanente a Gaza che inizi con una tregua umanitaria che consenta il rilascio dei prigionieri e l’ingresso degli aiuti”. “Nessuno ha interesse ad un cessate il fuoco temporaneo a Gaza per poi tornare a combattere e non rilasciare gli ostaggi”. “La popolazione di Gaza sta soffrendo e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per fornire gli aiuti di cui ha bisogno”.

Dopo Giordania ed Egitto anche il Canada inizierà a fornire aiuti umanitari alla Striscia di Gaza per via aerea la prossima settimana, fonte CBC News. A Gaza però fonti giornalistiche in loco affermano: “Sentiamo fanfare, ma non vediamo farina”. I giornalisti negano l’arrivo di qualsiasi aiuto nella regione settentrionale di Gaza, in coincidenza con i paesi arabi che lanciano aiuti aerei nella Striscia per la prima volta dall’inizio della guerra.

Dopo gli attacchi di Hezbollah dal sud del Libano fonti israeliane rivelanodanni significativi all’insediamento di Kiryat Shmona nel nord del paese. Haaretz sottolinea che dall’inizio della guerra, l’esercito israeliano ha sparato erroneamente proiettili dai suoi carri armati contro Israele 5 volte. Il 28 febbraio, il vicepresidente della Knesset Moshe Solomon è fuggito in un rifugio dopo che la resistenza palestinese ha lanciato razzi su Ashkelon, dove era presente durante un tour elettorale.

Secondo il sito web israeliano Kol Hadashot: il Generale della riserva Yitzhak Barrick: “Gli ultimi cinque capi di stato maggiore hanno lasciato lo Stato di Israele impreparato per la prossima guerra regionale. “Hanno ridotto 6 squadre in 30 anni.” C’è molta preoccupazione per gli ostaggi ancora in mano ad Hamas, l’analista militare Ronen Bergman per il quotidiano Yedioth Ahronoth: “Israele” ha perso ogni pedina di scambio di fronte alla fermezza di Hamas e del popolo palestinese. 

Il 29 febbraio L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Gilad Erdan ha tenuto un discorso in cui si è rivolto alla Russia. Ha affermato che Israele fornirà all’Ucraina sistemi di allarme rapido missilistico, ma ha anche definito l’Ucraina un “alleato”. Inoltre identifica la Russia con Hamas e attacca la Russia per aver organizzato un’altra visita di Hamas a Mosca.

Hamas ha spiegato che al momento: “Il ritorno degli sfollati nelle aree del nord di Gaza è considerato finora l’ostacolo al completamento dell’accordo”. “Mostriamo flessibilità nei negoziati con Israele perché preoccupati per il sangue del nostro popolo”. “Vogliamo una clausola chiara nell’accordo che enfatizzi un cessate il fuoco globale dopo la prima fase di calma”.

Sono continuati gli attacchi contro gli Houti anche nella giornata del 28 e del 29 febbraio nella regione di Hodeidah. Una fonte militare per la guardia costiera yemenita in risposta ha dichiarato: “Il mare è quasi libero da navi mercantili nemiche. Nonostante le capacità militari e la tecnologia di cui dispongono, l’esercito yemenita rappresenta un vero terrore per la loro psiche. Qualsiasi organizzazione o paese che attacca lo Yemen non sarà mai in grado di garantire il passaggio pacifico delle sue navi. Ci siamo preparati in anticipo per tutte le possibilità e siamo pronti ad affrontare il mondo, perché la nostra causa è umanitaria, morale e religiosa, ed è un diritto impostoci da Dio. Se i paesi europei vogliono godere della stabilità nel Mar Rosso, nel Mar Arabico, nel Golfo di Aden e a Bab al-Mandab, non dovrebbero credere alle storie americane sulla militarizzazione del mare. La battaglia è la nostra battaglia, la vittoria è nostra e non ci arrenderemo fino alla vittoria”. 

Sempre dallo Yemen il 29 febbraio ha parlato il Comandante Abdul Malik Badr al-Din al-Houthi: “La fermezza dei Mujahideen a Gaza, che infliggono perdite al nemico e la coesione nell’affrontare il nemico è una lezione e una lezione per tutti i musulmani”. E ancora ha detto: “La fermezza e l’efficacia di Hezbollah sin dal suo inizio e la sua efficacia, e ora su un fronte molto caldo e ardente di fronte al nemico israeliano, è un grande esempio e una lezione per tutto il popolo della nazione.” Per Abdul Malik Badr al-Din al-Houthi: “Ci sono lezioni importanti sull’efficacia di coloro che, tra il popolo della nazione, agiscono seriamente, come nel caso dei fratelli Mujahideen in Iraq che sconfissero il nemico americano. L’efficacia, l’influenza e la forza del Fronte dello Yemen, riconosciuto dai nemici, sono lezioni chiare per tutti i musulmani”. E ancora ha mandato un monito a quanti: “guardano ancora agli eventi come se fossero semplicemente eventi accaduti e che stanno finendo. Gli inevitabili risultati del conflitto sono la delusione dei nemici, il fallimento degli ebrei e la loro inevitabile sconfitta secondo la promessa divina. Gli ebrei non hanno il diritto di controllare la Palestina, Gerusalemme o la Moschea di Al-Aqsa, non importa quanto criminali e oppressivi siano. Sono inevitabilmente condannati all’estinzione, alla sconfitta e alla delusione”.

Il Comandate Houthi ha chiuso il suo discorso affermando che: “Stiamo lanciando il nostro movimento contro l’oppressione del popolo palestinese e la tragedia di Gaza dal punto di vista della fede. Iniziamo il nostro movimento con la Palestina dalla consapevolezza della natura del conflitto e dalla comprensione del nemico e del fatto che siamo parte di questa battaglia.Le nostre operazioni dall’inizio fino ad oggi sono operazioni efficaci, influenti e continue. Le nostre operazioni a sostegno del popolo palestinese a Gaza ammontavano a prendere di mira 54 navi, e questo è un numero molto importante e elevato. Grazie a Dio Onnipotente, l’obiettivo di impedire il movimento del nemico israeliano da Bab al-Mandab sul Mar Rosso è stato raggiunto”. Secondo il comandante degli Hiouthi: “Il numero totale di missili e droni ha raggiunto 384 nelle operazioni con cui prendiamo di mira i nemici”. La minaccia Houthi è di continuare gli attacchi fino a che: “La posizione corretta che contribuisce alla stabilità dell’intera regione è fermare l’aggressione e porre fine all’assedio di Gaza”.

Il Comandante Abdul Malik Badr al-Din ha commentato l’incidente tedesco che ha sparato contro un drone americano e ha quasi colpito una nave mercantile chiosando che questa confusione si è generata dal desiderio europeo di militarizzare il Mar Rosso: “Ciò che potrebbe minacciare la navigazione sono gli americani che li stanno trascinando a militarizzare il Mar Rosso, creandovi il caos e trasformandolo in un campo di conflitto e un’arena di guerra. Le nostre posizioni sono chiare e le nostre operazioni continueranno con elevata efficacia in direzione del Mar Rosso, del Mar Arabico, del Golfo di Aden e dello Stretto di Bab al-Mandab”.

Ed ora uno sguardo al conflitto tra Israele e Hamas aggiornato alle 16:30 del 29 febbraio

L’IDF ha colpito il quartier generale di Hezbollah alla periferia di Beit Lev, nel sud del Libano. Colpite anche le postazioni di lancio e un sito militare in cui operavano gli uomini di Hamas. 

“Questa mattina sono stati identificati numerosi lanci che attraversavano il Libano verso Adamit e Shlomi, nel nord di Israele. L’IDF ha colpito la fonte dell’incendio”, si legge in una nota. 

L’esercito israeliano ha colpito il 28 e il 29 nel quartiere Al-Tuffah di Gaza City, morti e feriti. L’IDF parla di due morti della Brigata Givati ​​negli scontri nel quartiere di Zaytun, uno di loro era un comandante di compagnia e l’altro un comandante di plotone. 

Diverse vittime si sono verificate nel bombardamento da parte di Israele della moschea “Al-Nour e Al-Huda” nella città di Al-Fokhari, a est di Khan Yunis. Khan Yunis è stata teatro di scontri anche nella giornata del 29 di febbraio. 

Attualmente, l’argomento chiave nel conflitto israelo-palestinese è stato il sonoro attacco delle forze di difesa israeliane su un tratto dell’autostrada Ar-Rashid nel sud-ovest di Gaza. Secondo i media palestinesi, una serie di colpi ha colpito una folla di civili che aspettavano l’arrivo dei camion con gli aiuti umanitari.

Attualmente, le informazioni sul numero di morti e feriti variano. Mentre alcuni scrivono circa 40 morti, altri circa 150. Il numero dei feriti raggiunge addirittura il migliaio di civili. Alcune scene video accompagnate da didascalie parlano di attacco israeliano alla 17esima strada e dall’area della rotatoria di Nabulsi, a ovest della città di Gaza, dove Israele ha preso di mira i palestinesi che si recavano per ricevere aiuti umanitari, provocando la morte di dozzine e il ferimento di centinaia.

La versione dell’IDF è: “Questa mattina presto, durante l’ingresso dei camion degli aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, i residenti di Gaza hanno circondato i camion e hanno saccheggiato i rifornimenti in consegna. Durante l’incidente, dozzine di abitanti di Gaza sono rimasti feriti. L’incidente è in fase di revisione”.

Le notizie non sono congruenti né per dati né per geolocalizzazione degli eventi. Si aspettano ulteriori chiarimenti. 

In Cisgiordania fonti locali parlano di scontri tra residenti e milizie di coloni a Burin, a sud di Nablus. 

Il 29 febbraio l’aeronautica israeliana ha effettuato attacchi aerei alla periferia di Damasco.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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