All’indomani dell’attacco alle 16 città in Yemen, a Sanaa capitale dello Yemen del Nord si è tenuta una grande manifestazione. Preceduta dalle parole del presidente della Repubblica dello Yemen del nord: Mahdi Al-Mashat in cui si legge: “Dimostreremo agli americani e agli inglesi che lo Yemen è un cimitero di invasori”.
Uno dei leader degli Houthi Muhammad Al-Bukhaiti ad Al-Arabi ha dichiarato: «Gli interessi americani e britannici saranno un obiettivo per le nostre forze ovunque si trovino». Non esclusivamente nei pressi dello Yemen. Il timore è dunque che avvengano attentati terroristici in aree di interesse statunitense o britannico. Resta centrato l’obiettivo Houthi del blocco del Mar Rosso e del Mar Arabico: blocco della navigazione delle navi.
Il 12 gennaio il colosso cinese COSCO ribadisce che interrompe i trasporti verso Israele. Il colosso cinese delle spedizioni COSCO ha notificato agli importatori ed esportatori che sospenderà i suoi servizi verso Israele. L’annuncio arriva dopo che alcune aziende leader del settore hanno annunciato che si asterranno dal navigare nel Mar Rosso, ma continueranno a recarsi in Israele attraverso altre rotte.
In precedenza è stato riferito che COSCO stava lanciando una nuova rotta per il trasporto di veicoli elettrici cinesi in Israele, che è diventato il terzo nell’elenco degli importatori di automobili per il Celeste Impero di questo tipo. Fonti del settore marittimo stimano che la decisione della COSCO riguarderà principalmente il porto di Haifa, sebbene sia gestito da una società cinese.
Il blocco dei porti per Israele significa anche blocco dei commerci e stallo economico. La Banca d’Israele è intervenuta per stabilizzare la moneta non ha venduto valuta a dicembre, le riserve hanno superato i 200 miliardi di dollari.
Le riserve valutarie di Israele sono aumentate di 6,4 miliardi di dollari a dicembre e ammontavano a 204,3 miliardi di dollari alla fine dell’anno, riferisce la Banca di Israele. Dopo due mesi durante i quali la Banca d’Israele è intervenuta sul mercato valutario nazionale, a dicembre la banca centrale non ha venduto valuta.
All’inizio della guerra, in ottobre, la Banca d’Israele lanciò un piano per vendere fino a 30 miliardi di dollari delle sue riserve valutarie sul mercato dei cambi, nel timore che la guerra avrebbe portato ad un forte deprezzamento dello shekel. La stessa decisione della Banca d’Israele ha portato stabilità al mercato e lo shekel è rapidamente tornato ai livelli prebellici e si è ulteriormente rafforzato nelle ultime settimane.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio