Fine settimana intenso sullo scenario mediorientale. A dare il via alle ostilità, l’8 settembre, una sparatoria al confine tra Israele e Giordania. Tre ufficiali della sicurezza israeliani sono stati uccisi da un camionista giordano. I media giordani riportano la chiusura del ponte King Hussein/Allenby, il più grande valico tra Israele e Giordania, a causa dell’incidente. Israele ha chiuso tutti i valichi che sono stati poi riaperti il 10 settembre. L’attentatore era un uomo di 39 anni giordano: Maher Al-Jazi. Settimane fa all’indomani della morte di Ismail Haniyeh a Teheran l’Asse della resistenza islamica aveva dichiarato di avere pronti gruppi in Giordania.
Nella notte dell’8 settembre Israele ha compiuto l’attacco più importante contro siti siriani in particolare colpendo Hamas, cinque i raid aerei e almeno 15 gli attacchi missilistici. Il primo bilancio dei morti parla di 16 vittime e almeno 40 feriti. Colpita anche Tartus, Damasco, Homs distrutto il centro di ricerca di Mezaif ad Hama. Con tutta probabilità Israele ha voluto azzerare le possibilità offensive siriane in previsione di un attacco in Libano contro Hezbollah.
In Siria questo attacchi sono stati registrati come una delle più grandi ondate di attacchi israeliani contro la Siria dall’operazione House of Cards del 2018. Secondo fonti israeliane il Centro di ricerca scientifica ad Hama, era un presunto sito di produzione di armi pesanti, colpito per impedire ai missili di raggiungere Hezbollah e altri partner dell’Asse della Resistenza. Sempre fonti israeliane affermano che che gli obiettivi in Siria sono affiliati al Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).
Il ministero degli Esteri siriano, guidato da Faisal Mekdad fa sapere: “La Siria afferma il suo fermo diritto a difendere la propria sovranità territoriale e a liberare la terra occupata con tutti i mezzi legittimi. Israele ha lanciato un palese attacco aereo dal Libano nordoccidentale, colpendo diverse aree, uccidendo 16 persone e ferendone altre 36. Il sostegno degli Stati Uniti e dei paesi occidentali ha incoraggiato Israele nella sua continua aggressione, il che rende questi paesi partner nell’aggressione. Affermiamo il nostro fermo diritto a difendere la sovranità delle nostre terre e a liberare da esse i territori occupati con tutti i mezzi legittimi garantiti dal diritto internazionale.Chiediamo ai paesi del mondo di condannare l’aggressione israeliana contro la Siria e di impegnarsi per porre fine ai crimini sistematici dell’occupazione e di ritenere i suoi leader responsabili”.
Anche l’Iran ha rilasciato dichiarazioni; il comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica Hossein Salami: “La vendetta dell’Iran su Israele questa volta sarà diversa. L’incubo della reazione iraniana scuote i sionisti giorno e notte. I loro leader sono impazziti, sono confusi e aspettano la morte. Israele sentirà il sapore amaro della vendetta: quando? Come? Dove? Questa volta sarà fatto in modo diverso e questo segreto sarà svelato a tutti”. “Gli israeliani non dovrebbero pensare di poterci colpire e scappare, saranno sicuramente colpiti e non potranno scappare”.
Il 9 settembre a parlare il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani secondo cui il regime sionista di Israele sta aprendo le porte dell’inferno rifiutando di firmare un cessate il fuoco che potrebbe porre fine a quasi un anno di brutale guerra a Gaza.
A Tel Aviv si è tenuta una manifestazione di protesta per chiedere al governo israeliano di adottare misure per liberare gli ostaggi di Hamas. Secondo gli organizzatori alla manifestazione hanno partecipato circa 500mila persone. Secondo il Times of Israel, ciò rende la manifestazione la più grande nella storia del paese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta preparando le IDF ad aprire il fronte nord. “Ho dato istruzioni all’esercito israeliano e a tutte le forze di sicurezza di prepararsi a un cambiamento nella situazione nel nord”. Fonte Maariv. E Channel 12 riporta: “La battaglia in Libano si avvicina, anche se non è ancora stata decisa la tempistica esatta, e Israele ha due possibilità, o raggiungere un accordo per fermare la guerra a Gaza o il crollo dei negoziati e lo scoppio di una guerra su larga scala con Hezbollah”. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz minaccia di sciogliere l’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania fonte Ynet. “Se i palestinesi, con le loro azioni, provocano misure serie contro Israele, allora ricorreremo a misure severe contro l’Autorità Nazionale Palestinese, fino a una completa cessazione della cooperazione con essa e il suo scioglimento”, ha chiosato Katz, ministro degli Esteri di Israele.
A far pensare che si arriverà presto all’apertura del fronte nord, l’arrivo del comandante statunitense del CENTCOM Michael Kurilla insieme ad alti dirigenti militari statunitensi arrivati a Tel Aviv per incontrare Herzi Halevi, Capo di Stato maggiore israeliano. Ori Gordin, capo israeliano del Northern Command, presenterà i “piani operativi delle IDF per il Libano” durante il suo incontro con il comandante statunitense del CENTCOM, Michael Kurilla. Alcune fonti israeliane asseriscono che le prossime 48 ore saranno decisive per l’apertura del fronte o per gli accordi di pace.
In favore di un accordo si è espressa la Russia per voce di Sergej Lavrov: “Le autorità israeliane ignorano il “piano Biden” e a Gaza occorre raggiungere immediatamente un cessate il fuoco. C’è chi vuole che in Medio Oriente scoppi una vasta guerra regionale, con la quale dobbiamo affrontare, Israele impone condizioni impossibili in cambio delle iniziative razionali presentate dai mediatori, tra cui Egitto e Qatar. Lavoriamo con tutte le parti perché la crisi palestinese si è trasformata in conflitti al confine libanese-israeliano e nel Mar Rosso. Il Medio Oriente è sull’orlo di una grande guerra regionale”.
Hamas in risposta a Israele ha annunciato che Mohammed Deif è ancora vivo, nonostante le affermazioni di Israele secondo cui sarebbe stato assassinato a luglio.
Il 7 settembre un UAV statunitense MQ-9 Reaper è stato abbattuto dall’esercito yemenita guidato dagli Houthi nella zona rurale di Marib. Negli ultimi 10 mesi, gli Houthi hanno abbattuto otto droni MQ-9 Reaper, il cui costo complessivo raggiunge i 240 milioni di dollari. L’8 settembre il Pentagono ha affermato di aver distrutto nelle ultime 24 ore tre UAV e due sistemi missilistici Houthi nello Yemen. L’Ufficio politico di Ansar Allah in una nota ha condannato l’attacco israeliano “contro la regione siriana di Masyaf, che costituisce una palese violazione della sovranità della Siria e delle leggi internazionali”
Hezbollah ha lanciato in segno di vendetta per gli attacchi in Siria una serie di lanci contro Israele nord. Fonti israeliane riferiscono che circa 100.000 coloni sono entrati nei rifugi dopo che Hezbollah ha attaccato varie aree nel nord di Israele con uno sciame di droni.
Le Brigate Al-Quds hanno rivendicato attacchi contro Ashkelon e gli insediamenti intorno alla Striscia di Gaza con attacchi missilistici. Le sirene hanno suonato nella “Arab Al-Aramsha” nel nord di Israele. Allerta rossi nel nord di Israele direzione Kiryat Shmona. Rilevati lanci di razzi dal Libano nel “dito della Galilea”. Canale 12 ha segnalato per tutta la mattinata “cieli rumorosi” nel nord e nel sud di Israele. L’Asse della resistenza ha attaccato Nahariyya. Il giornale israeliano Hadeshot Bazman segnala un impatto diretto di un drone suicida contro un edificio a Nahariyya. Intorno alle ore 10:00 del mattino è arrivata la seconda ondata di droni contro Israele nord. Colpito un grattacielo a Nahariyya. Da frammenti di missili per la difesa israelaina. Sono stati lanciati allarmi rossi nel nord di Acri, più a sud di Nahariyya. Altri droni in arrivo.
La Resistenza Islamica in Libano ha rivendicato attacco al sito “Jal al-Alam” preso di mira da due aerei d’assalto che hanno colpito direttamente i loro obiettivi. Le Forze Al-Fajr, l’ala militare del Gruppo islamico in Libano hanno riferito di aver attaccato il sito “Beit Hilal” nell’insediamento “Kiryat Shmona”.
Israele ha compiuto bombardamenti d’artiglieria contro la periferia della città di “Naqoura” nel sud del Libano.
Fonti palestinesi riportano bombardamenti dell’artiglieria israeliana nei pressi dell’Università di Gaza sulla strada 8 nel quartiere di Al-Zaytoun, a sud-est della città di Gaza. E ancora bombardamenti nel nord di Gaza in via al Silka. Bombardamento israeliano contro una casa appartenente alla famiglia “Al-Hanawi” a Jabalia Al-Balad, a nord della Striscia di Gaza. E ancora raid aerei a sud del quartiere di Al-Sabra, a sud di Gaza City. Registrati rinnovati spari da parte di veicoli israeliani e droni nelle vicinanze di Al-Dawa Street, a est del campo di Al-Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. L’artiglieria nel pomeriggio ha sparato proiettili e incendi nella città di Khuza’a, a est della città di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza.
Le forze dell’IDF stanno conducendo un “accerchiamento” di Gerico, Cisgiordania, in risposta all’attacco al ponte di Re Hussein. Il ponte di Re Hussein collega direttamente Gerico alla Giordania. Le Brigate Al-Quds – Brigata Tulkarem: rivendicano un attacco con IED contro veicolo militare israeliano nel campo di Tulkarem.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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