A qualche giorno dal botta e risposta tra Yoav Gallant e Benjamin Netanyahu si comincia a definire la difficile relazione politica tra i due e la diretta conseguenza politica per Israele: accettare gli accordi e trovare una quadra per vivere con i palestinesi oppure continuare una guerra che in primis potrebbe avere il volto di una guerra civile. Il dato certo è che il governo di guerra è in crisi.
Il giornalista israeliano Amit Segal ha detto: “La relazione tra Netanyahu e Gallant è una minaccia per la sicurezza di Israele, specialmente alla vigilia dell’anniversario della distruzione del Tempio e dell’anticipazione di un attacco esterno. Gallant ritiene che Netanyahu stia ingannando l’opinione pubblica e Netanyahu ritiene che Gallant sia una spia americana”.
Secondo alcune fonti, “Gallant affronta la realtà con una vera dose di fatti, confronta il delirante Netanyahu e il suo circo”. In un incontro a cui ha partecipato il ministro della Difesa israeliano alla riunione del Comitato per gli affari esteri e la sicurezza, ha affermato che Israele si trova a un bivio per la sicurezza e ha due opzioni: “o un accordo o un’escalation”.
Gallant ha detto: “La mia posizione e quella dei servizi di sicurezza (IDF, Shin Bet, Mossad) è quella di procedere verso un accordo con Hamas che includa un accordo per recuperare i rapiti e rimuovere le forze Radwan dal confine. L’11 ottobre volevo attaccare il Libano, ma il governo non ha approvato la richiesta, e ora non consiglio di farlo. Una guerra contro il Libano non è più possibile facilmente, e un attacco preventivo sarebbe inutile perché non c’è più un elemento di sorpresa”.
E ha continuato: “Sento i tamburi battere e parlare di vittoria assoluta (si riferisce alle affermazioni di Netanyahu, ndr) ma questa guerra sarà un’avventura. Anche l’accordo sugli ostaggi è stato ritardato da Israele e non succederà nulla se lasciamo Philadelphia per due mesi per consentire all’accordo di funzionare”
Gallant ha ribadito ai membri del Likud che lo hanno attaccato durante la revisione della sicurezza che ha presentato alla Commissione per gli affari esteri e la sicurezza della Knesset e lo hanno invitato a dichiarare guerra al Libano: “Le condizioni di guerra in Libano oggi sono l’opposto di quelle che erano all’inizio della guerra.”
Il ministro della Difesa continua ad attaccare Netanyahu davanti alla Commissione per gli affari esteri e la Difesa, dicendo: “Non mostra il coraggio di cui parla pubblicamente a porte chiuse.” Nella discussione, il parlamentare del Likud Tali Gottlieb, dello stesso partito di Galant, ha risposto: “Non sono disposto ad ascoltare sciocchezze sul primo ministro”. Galant ha risposto a Gottlieb: “Sono pronto ad affrontare fatti e azioni. Potrei essere debole nei media e in politica, ma so cosa dico sulla situazione della sicurezza. Per anni non c’è stato alcun contrabbando attraverso i tunnel attraverso l’asse di Philadelphia perché Al-Sisi non lo ha permesso”. “La maggior parte delle armi che hanno raggiunto la Striscia di Gaza sono entrate attraverso il valico di Rafah o attraverso i tunnel durante il governo di Morsi e ora li abbiamo distrutti entrambi”.
“Anche dopo la fine dei combattimenti, Rafah rimarrà sotto il nostro controllo di sicurezza”. Incalzante la domanda di Amit Halevi Likud: Cosa intendi per controllo di sicurezza?
Risposta di Galant a Halevi: “Costruiremo una barriera sotterranea lì… Dobbiamo ricordare che nell’attacco del 7 ottobre la barriera in superficie il muro è stato violato ma non sono riusciti a violare il muro sotterraneo (…) L’accordo ci porterà la pace a nord e a sud e dobbiamo convivere con il costo da pagare. È nostro dovere morale liberare i rapiti, anche se in cambio del rilascio degli assassini palestinesi”.
Anche Benny Gantz in occasione di Tisha B’Av ha parlato della necessità di accordi: “Se non torniamo in noi stessi, qui ci sarà una guerra civile. La verità non dovrebbe essere nascosta. Abbiamo persone che si smarriscono, reti che avvelenano il pozzo da cui viviamo”.
E ancora ha detto: “Come si presenta la guerra civile? Litigare e litigare sulla preghiera nello spazio pubblico invece di trovare soluzioni che rispettino tutti. Quando l’esercito israeliano combatte il nemico e i membri della Knesset attaccano le basi militari. Una guerra civile è quando una folla minaccia di irrompere nel cerchio di sicurezza attorno alla casa del primo Ministro e lo chiama “tiranno” sui social media. È una guerra civile quando la dignità dei genitori in lutto e delle famiglie dei prigionieri non viene rispettata. Quando i dipendenti governativi leali sono noti come traditori. Abbiamo varcato la soglia della violenza verbale e fisica. Finirà con un omicidio. Non abbiamo imparato dal 7 ottobre, non abbiamo interiorizzato la lezione di Tish’a Bav”.
Gantz ha aggiunto: “Questo è un campanello d’allarme, un chiaro avvertimento. Non possiamo dire di non sapere, non possiamo affermare di non essere stati informati. La maggioranza dei patrioti israeliani dovrebbe smettere di odiare e fare ammenda. Per sfrattare coloro che ci dividono dall’interno per isolare gli estremisti il cui elisir di vita è l’odio”.”No alla guerra civile”, gridò Menachem Begin nel momento della prova più difficile, perché aveva compreso la grandezza dell’ora della fondazione dello Stato”.
E ha chiosato: “Ma sappiamo tutti che Benjamin Netanyahu non sarà Menachem Begin. Non smantellerà la macchina del veleno, il governo non si sacrificherà per proteggere il suo popolo, non farà ciò che è necessario per prevenire la guerra civile. È tempo di fare ammenda. Nella sera di Yeshua, diciamo sì agli accordi – no alla violenza. Sì alle discussioni accese – no alla repressione. Stiamo affrontando enormi sfide contro il nostro nemico. Dobbiamo frenare la guerra civile tra di noi. È nelle nostre mani”.
Non si è fatta attendere la risposta di Netanyahu: “Gallant danneggia le possibilità di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi da Gaza”. In risposta ai commenti di Gallant, Netanyahu ha detto: Quando adotta la narrazione israeliana, danneggia le possibilità di raggiungere un accordo per il rilascio dei rapiti. Avrebbe dovuto attaccare Sinwar, che si è rifiutato di inviare una delegazione ai negoziati ed è rimasto l’unico ostacolo allo scambio di prigionieri, non io”.
Infine è arrivato il comunicato ufficiale del primo Ministro: “L’accusa secondo cui il primo Ministro Netanyahu avrebbe aggiunto nuove condizioni alla proposta del 27 maggio è falsa. La lettera del 27 luglio del primo Ministro Netanyahu non introduce condizioni aggiuntive e certamente non contraddice o indebolisce la proposta del 27 maggio. Infatti, è Hamas ad aver chiesto 29 modifiche alla proposta del 27 maggio, cosa che il primo Ministro si è rifiutato di fare”.
E il comunicato continua: “Ecco i fatti: Il valico di Netzarim. La proposta del 27 maggio stabilisce che solo i civili disarmati potranno attraversare il corridoio di Netzarim verso la Striscia di Gaza settentrionale. La lettera del 27 luglio stabilisce che dovrebbe essere stabilito un meccanismo concordato per garantire ciò (qualcosa che è stato inizialmente sollevato dal mediatore statunitense). La lettera non solo non contraddice la proposta del 27 maggio, ma la facilita”.
“Numero di ostaggi viventi da rilasciare. La proposta del 27 maggio stabilisce che un numero specifico di ostaggi verrà rilasciato “vivo o morto”. La posizione di Israele nella lettera del 27 luglio stabilisce che tutti gli ostaggi viventi nella categoria pertinente debbano essere rilasciati, ancora una volta in piena conformità con la proposta del 27 maggio”.
“Il modo in cui verranno rilasciati i prigionieri palestinesi. La proposta del 27 maggio stabilisce che Israele avrà un veto su un certo numero di prigionieri rilasciati e può designare che almeno un certo numero di prigionieri verrà rilasciato all’estero. Anche la lettera del 27 luglio è pienamente conforme a questa condizione. Pertanto, la lettera del 27 luglio non introduce nuovi termini. Al contrario, include chiarimenti essenziali per aiutare a implementare la proposta del 27 maggio”.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/