In un articolo dell’Alma Research and Education Center si legge che: “Al momento, le operazioni dell’IDF hanno effettivamente ridotto il rischio di infiltrazione terrestre da parte dell’unità Radwan nella sua forma prevista. Inoltre, riteniamo che la probabilità di eseguire un piano di infiltrazione su scala più limitata sia ugualmente minima (coinvolgendo “solo poche” decine o centinaia di operativi all’interno di un’area geografica limitata”.
In risposta all’articolo dell’Alma dell’8 ottobre, le unità delle Radwan hanno mandato on-line un video che mostra le capacità operative delle unità.
Questa unità di Hezbollah è la più preparata militarmente, ne entrano a far parte i “migliori” e i più giovani. Non c’è una questione di nazionalità ma una questione di condivisione di intenti e di nemico: Israele. E per questo sono tra le più temute dall’IDF e dallo Shin Bet.
Sempre nell’articolo di Alma leggiamo: “Riteniamo che le due linee guida di cui sopra non costituiscano più un pericolo chiaro e attuale. Allo stesso tempo, è importante riconoscere il potenziale di infiltrazione limitata da parte di piccoli team di singoli operativi nell’intero settore. Questa opzione persisterà sempre”.
Sempre secondo l’articolo del centro di ricerca israeliano: “Dall’inizio della guerra, l’IDF si è concentrata sul minare le capacità e l’infrastruttura dell’unità Radwan, con conseguente eliminazione di 31 membri senior, tra cui il comandante dell’unità in carica Wassam al-Tawil e i suoi successori. Tra gli eliminati c’erano individui di alto rango sia in ruoli sul campo che di staff: nove comandanti regionali (equivalenti a comandanti di brigata), comandanti senior e operativi, nonché alti funzionari all’interno del quartier generale dell’unità e della schiera di missili e razzi”.
E continua: “Il 20 settembre 2024, in un attacco aereo di precisione sul Dahiyeh a Beirut, l’IDF ha eliminato Ibrahim Aqil, il capo delle operazioni di Hezbollah, a cui è soggetta la forza Radwan. L’attacco è avvenuto mentre Aqil era impegnato in una conferenza con i leader dell’unità Radwan. Quindici leader chiave all’interno della struttura di comando di Radwan sono stati eliminati in questo attacco”.
Secondo il Centro di ricerca: “L’obiettivo principale della forza Radwan è attaccare Israele e conquistare la Galilea. All’interno della struttura organizzativa, si possono osservare i comandanti responsabili delle zone di attacco designate, che avevano il compito di orchestrare l’incursione in Galilea attraverso sei regioni distinte: l’area costiera, Qana, Bint Jbeil, Hajir, al-Khiam e Har Dov”.
Questo però contrasta con l’eredità lasciata da Hassan Narsallah che ha chiesto alle sue unità di “logorare” Israele. Ovvero prima di passare a qualsiasi progetto di conquista il compito di Hezbollah e alleati, quindi anche delle Radwan è quello di logorare il nemico. In questa ottica si inseriscono gli agguati, le imboscate, i campi minati e le IED che i militari israeliani stanno trovando nel tentativo di penetrare nel territorio libanese.
In un anno dei guerra osservando – via social media – queste unità armate di Hezbollah la suddivisione “regionale” “provinciale” “comunale” ci è sembrata più di difesa che di offesa. Nel senso che, si sapeva a chi spettava fare che cosa e quando, una sorta di replica di battaglioni regionali dell’Europa dello scorso secolo. E se questo fosse confermato, eliminare i vertici non porterà alla soluzione del problema, continueranno. Fare quello che l’unità è designata a fare, visto che geograficamente l’unità ha determinati compiti. Di certo Israele non ha dato modo a queste unità di prendere iniziativa, è questo ne ha limitato le capacità ma non possiamo aspettarci una operazione in Libano di breve termine.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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