#ISRAELHAMASWAR. Israele chiude tutti i valichi di Gaza. Cisgiordania: notifiche di distruzione e attacchi ai campi. Attentato ad Haifa

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L’analista militare israeliano Amos Harel su Haaretz: “Se volessimo essere precisi, i titoli avrebbero dovuto annunciare: ‘Israele viola l’accordo sui prigionieri: non si è ritirato dal corridoio di Filadelfia, ha rinnegato il suo impegno di fermare i combattimenti e si rifiuta di entrare nella seconda fase dell’accordo’”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’esperto di sicurezza Yossi Milman-Harsus: “Il governo israeliano ha violato l’accordo con Hamas, che è stato firmato a Doha il 17 gennaio e ratificato dal governo, ora finge di essere la vittima e accusa Hamas di violarlo”.

Si conclude tra mille tensioni la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Le autorità israeliane hanno accettato il piano americano di prolungare la cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza per il periodo del Ramadan e della Pasqua.

Hamas ha chiesto di passare alla fase due dell’accordo firmato a Doha, ma il primo Ministro Netanyahu non solo non si ritira dal corridoio Filadelphia ma ha annunciato che tutti i beni e le forniture per Gaza sarebbero stati bloccati a partire dal tre marzo mattina. Channel 7 in Israele ha riferito che il ministro delle Finanze Smotrich ha accolto con favore la decisione di interrompere gli aiuti umanitari a Gaza, definendola un passo importante contro Hamas.

Le organizzazioni umanitarie internazionali, l’Unitone Europea hanno protestato contro la decisione del governo israeliano. Il ministero degli Esteri del Qatar ha detto: “Fermare l’ingresso di aiuti a Gaza è una flagrante violazione del cessate il fuoco e del diritto internazionale umanitario”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda il Parlamento arabo: “Condanniamo la decisione di Israele di fermare l’introduzione di aiuti a Gaza e la consideriamo un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità. La decisione è una flagrante violazione del diritto umanitario internazionale e una violazione dei patti e degli accordi internazionali che garantiscono l’arrivo degli aiuti ai civili. Chiediamo al Consiglio di sicurezza e alle Nazioni Unite di assumersi le proprie responsabilità e di agire con urgenza per costringere l’occupazione a introdurre aiuti immediatamente e senza condizioni. Siamo messi in guardia contro l’abbondanza di vite innocenti usando la fame contro i palestinesi, specialmente durante il mese del Ramadan”.

Il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid: “Chiedo al governo di restituire subito tutti i prigionieri”. Secondo Channel 14: Netanyahu e il capo dello Shin Bet hanno concordato le dimissioni di quest’ultimo.

Anche Hamas si è pronunciato sulla chiusura dei valichi: “Chiediamo all’Egitto e al sistema arabo di adottare misure concrete per impedire al nemico di continuare la politica della fame che apre la strada al piano di sfollamento della nostra gente a Gaza”.

Ma a quanto pare il primo Ministro Netanyahu non è solo impegnato contro Hamas, ha minacciato la Siria: “Se il nuovo regime siriano danneggia i drusi, faremo del male anche a loro”. 

Il 2 marzo il governo israeliano ha confermato la possibilità di richiamare altri 400mila riservisti ai sensi dell’articolo 8 della Reserve Service Law N5768 del 2008.

Secondo Al Jazeera nelle ultime 48 ore si sono tenuti incontri tra la delegazione negoziale israeliana e i mediatori: Israele ha chiesto ad Hamas di rilasciare gli ostaggi vivi e morti in cambio di un’estensione della prima fase di una settimana in preparazione della seconda fase. Israele ha chiesto ad Hamas di rilasciare 5 ostaggi vivi e 10 morti in cambio di detenuti palestinesi e maggiori aiuti. Israele, attraverso intermediari, ha chiesto ad Hamas di rispondere a questa proposta entro la mezzanotte di venerdì. Hamas ha informato i mediatori di aver respinto le proposte israeliane, affermando che ciò costituiva una violazione dell’accordo. Hamas ha espresso il proprio impegno ad attuare gli accordi negoziati e firmati tramite mediatori.

L’Iran nei giorni scorsi ha riportato l’avvertimento ufficiale degli Houthi all’Arabia Saudita: “Impara una lezione dal caso ucraino: questo è ciò che accade a coloro che fanno affidamento sugli Stati Uniti.”

Ed ora uno sguardo agli scenari militari aggiornato alle 15:00 del 3 marzo

Il Corrispondente di Al-Mayadeen afferma: “Si registra Ii ritiro di una forza israeliana che è penetrata vicino a Nasiriyah nella campagna meridionale di Quneitra dopo aver compiuto sabotaggi e distruzioni nella regione”. È stato raggiunto un accordo a Jaramana, in Siria, che consente alle forze di sicurezza del nuovo regime di entrare, smantellare i posti di blocco illegali ed estradare gli aggressori.

Tensione molto alta ai confini tra Libano e Israele. Il primo marzo i soldati israeliani che operano nella zona cuscinetto di pochi metri nell’area di Kfarkila hanno issato una bandiera israeliana all’interno del territorio libanese. Secondo le fonti libanesi “Questo è uno delle decine di punti nell’area di confine, dove tali presenze sono segnalate. L’esercito libanese non si è schierato al muro di confine per salvaguardare la nostra sovranità” riferiscono i canali social libanesi. 

I jet israeliani sono stati uditi a media quota sul Libano meridionale per tutto il fine settimana e hanno volato sul Libano meridionale e sulla valle della Beqaa. Fonti libanesi riferiscono di cittadini feriti dalle IDF vicino al muro di Kafr Kala, nel sud.

Nella mattina del 3 marzo segnalato attacco con coltello al terminal degli autobus di Haifa, un morto e quattro feriti. L’attacco è avvenuto in Histadrut Boulevard, a Haifa. Il Magen David Adom ha confermato la morte di 1 colono e ha fornito cure mediche a 4 israeliani feriti, di cui 3 in gravi condizioni e 1 in condizioni moderate. I feriti sono stati trasportati al Rambam Hospital per ulteriori cure. Un individuo è stato ucciso durante lo scontro con le forze di sicurezza intervenute. L’area è stata messa in sicurezza e sono in corso le indagini.

L’attaccante è Yitro Shaheen, 20 anni, un giovane arabo druso di Shafa Amr con cittadinanza tedesca. Altri riportano il nome di Jethro Shaheen. Secondo la Radio israeliana sono “6 feriti in un attacco con accoltellamento a una fermata dell’autobus vicino a un complesso commerciale ad Haifa”.

A Gaza i droni israeliani hanno bombardato un obiettivo a est di Beit Hanoun, a nord della Striscia di Gaza. Sono stati segnalati un morto e diversi feriti dopo che gli attacchi dei droni israeliani hanno preso di mira un gruppo di civili nel quartiere di Al-Masryeen a Beit Hanoun. Segnalati pesanti colpi di fuoco dai carri armati israeliani a est di Al-Qarara e Abasan, a est di Khan Yunis Gaza meridionale.

La mattina del 3 marzo, il governo israeliano ha ordinato la chiusura di tutti i valichi che conducono alla Striscia di Gaza. Le forze israeliane hanno aperto il fuoco a Beit Hanoun, Gaza settentrionale. Le autorità israeliane hanno dichiarato che si stanno preparando ad aumentare la pressione militare su Hamas se i rapiti non verranno rilasciati. Diverse persone sono rimaste ferite da colpi d’arma da fuoco israeliani a est di Abasan, a sud di Gaza. Un carro armato israeliano ha bombardato il quartiere di Al-Janina, a est di Rafah, ferendo una persona. Due persone sono state uccise in un attacco di droni israeliani a est dell’aeroporto di Gaza distrutto a Rafah. Una fonte della resistenza palestinese ha riferito ad Al-Araby Al-Jadeed che i prigionieri israeliani feriti sono stati riportati nei tunnel dopo i bombardamenti israeliani a Gaza.

Finora, sono state danneggiate 11.000 unità abitative nella sola Rafah e si prevede che il numero salirà a 31.000 nell’intero governatorato. 

In Cisgiordania, la città di Tulkarem entra nel suo trentaseiesimo giorno consecutivo di scontri, parte della continua campagna militare contro le città e i campi nella Cisgiordania settentrionale; il campo di Tulkarem ha anche subito una distruzione massiccia: gli abitanti vengono allontanati dalle loro case senza potervi fare ritorno.

Negli ultimi due giorni, le forze IDF hanno demolito 25 appartamenti residenziali tra il quartiere Abu Bakr Al -Siddiq e il quartiere Mansheya, nel campo di Nur Shams, con continue operazioni di demolizione e incendio delle case. Le IDF hanno ampliato le operazioni di evacuazione nel campo di Nour Shams e le famiglie hanno reso nota l’evacuazione delle loro case nell’area dietro la strada della scuola nel campo di Nour Shams. Il numero di sfollati dal campo di Nour Shams è arrivato a 9mila, su 13.500 persone, dopo aver costretto i residenti delle strade di Al -Mansheya, Jabli Al -Nasr, Al -Salihin, Al -Sakhl, Wadi Qalansuwa e il centro del campo, a evacuare sotto la minaccia delle armi.

Le forze Israeliane nella giornata del 3 marzo hanno consegnano notifiche di demolizione di case e negozi commerciali nel villaggio di Deir Zaya, a ovest di Ramallah. Le forze di Al-Ahta prendono d’assalto il campo di Jalazoun, a nord di Ramallah. Le IDF prendano d’assalto la città di Deir Abu Mishaal, a ovest di Ramallah. Assaltato anche il campo di Aqaba Jabr nella città di Gerico. Un arresto tra i rilasciati nei giorni scorsi. 

Ripetuti attacchi registrati nella città di Nablus. Le IDF hanno preso d’assalto la città di Al -Dhahiriya, a sud della città di Hebron. Scontri tra giovani e IDF dopo l’assalto alla città di Beit Ummar, a nord di Hebron in Cisgiordania.

Demolizione durante l’assalto alla città di Al-Issawiya a Gerusalemme. Oltre 20.000 palestinesi sono stati sfollati dal campo di Jenin nei quarantadue giorni di scontri. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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