#ISRAELHAMASWAR. Israele appoggia la normalizzazione dei rapporti con Damasco

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Durante la scorsa settimana, numerose delegazioni diplomatiche da tutto il mondo sono arrivate per incontrare il nuovo leader siriano, Mohammad Al-Jawlani/Ahmed al Shara. Il Qatar ha ripreso le operazioni della sua ambasciata a Damasco per la prima volta dal 2011 e delegazioni delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti, della Germania, della Francia e del Regno Unito hanno incontrato Al-Jawlani/al Shara. Dopo l’incontro con la delegazione americana, è stato annunciato che gli Stati Uniti avevano rimosso la taglia di 10 milioni di dollari precedentemente posta sulla testa di Al-Jawlani/al Shara. Anche l’Arabia Saudita e Giordania sono accorse a Damasco per riprende le relazioni. Sembra che ci siano indicazioni che le nazioni occidentali e mediorientali stiano considerando di normalizzare le relazioni con il nuovo regime in Siria prima che il suo carattere e le sue politiche siano stati saldamente stabilite.

In questo contesto però non è tutto rosa e fiori. Restano imbrigliate le questioni inerenti alle popolazioni curde appoggiate dagli USA ma invise alla Turchia nell’area nord e nord est del paese. E ancora la questione dell’ingerenza israeliana che sta puntando sui drusi siriani e israeliani per dare vita a una regione autonoma del sud sotto l’influenza di Israele per evitare che Hezbollah l’asse della Resistenza si riformi. 

In una interessante nota di Alma Center, centro studi israeliano, si cerca di dare uno sguardo a quanto accade nel sud del paese area di forte interesse per Israele: “La Southern Operations Room (SOR), annunciata il 6 dicembre 2024, è una coalizione di diverse organizzazioni originarie della Siria meridionale. Le principali forze che operano in questo quadro sono le organizzazioni druse della provincia di Suwayda e le organizzazioni sunnite dell’area di Daraa. Inoltre, ci sono diversi gruppi locali che operano nella regione di Quneitra, ma non ci sono informazioni disponibili al riguardo. SOR ora controlla aree chiave nei distretti meridionali della Siria, tra cui la regione di confine con Israele nelle alture del Golan”. Ricordiamo che le truppe israeliane si trovano sul monte Hermon nel Golan e Quneitra anche se Alma center non ne fa menzione.

Alma scrive: “Durante la guerra civile, alcune delle organizzazioni che operano all’interno di SOR hanno combattuto contro il regime di Assad, ISIS, Hezbollah e milizie iraniane, così come contro organizzazioni attualmente affiliate a HTS e Mohammad al Joulani/Ahmed al-Shara. Alcune di loro hanno operato in modo indipendente, mentre altre facevano parte dell’Esercito siriano libero (FSA)”. Nel rapporto non si menziona o però le milizie alleate anche a DAESH e residenti nella zona soprattutto area di al Suwaida. 

E continua: “Dopo che il regime ha preso il controllo della Siria meridionale nel 2018, molti dei ribelli hanno scelto di trasferirsi nell’area di Idlib come parte degli “accordi di riconciliazione”, mentre altri hanno scelto di rimanere nella Siria meridionale ed essere soggetti alla supervisione della Russia e del regime. Dopo l’offensiva dei ribelli del dicembre 2024, molte di queste organizzazioni e agenti si sono uniti alla lotta contro il regime”. 

In queste ore i cristiani e i drusi di Sahnaya, vicino alla campagna di Damasco, stanno protestando in solidarietà con i cristiani della Valle dei cristiani. Chiedono che HTS rimuova tutti i combattenti stranieri islamici dalle aree cristiane e delle minoranze in Siria.

Nel frattempo il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha incontrato il leader spirituale druso Sheikh Muwaffaq Tarif, confermando il sostegno di Israele alle comunità druse in Siria e Libano. E il 22 dicembre il leader druso libanese Walid Jumblatt ha incontrato il leader siriano Ahmed al-Sharaa per portare avanti le sue istanze. In attesa delle elezioni di marzo la politica e la politica militare israeliana stanno monitorando e partecipando attivamente al processo di transizione di Jawlani. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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