Gli Stati Uniti continuano a negare il loro coinvolgimento negli attacchi in Libano: ”Gli Stati Uniti non hanno avuto alcun ruolo negli attacchi in Libano”, il Rappresentante degli Stati Uniti presso l’ONU presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca conferma: ”Israele non ci ha informato dell’attacco a Beirut!”.
La sessione di urgenza dedicata alla crisi in Medio Oriente del 20 settembre non ha spostato di una virgola gli attacchi tra Israele e Hezbollah che sono continuati ben oltre il fine settimana. Da un lato Cina, Russia, Iran, Algeria, sono fortemente critici nei confronti di Israele e condannano l’attacco ai cercapersone, radio e walkie talkie, dall’altro Stati Uniti, gran parte dei Paesi Europei tra cui Francia e Italia, hanno deciso di sostenere Israele.
“La storia non ha mai sentito parlare di un simile incidente. Si tratta di una violazione del diritto internazionale. Tutti ora capiscono chi ha commesso questo crimine e ha fatto saltare in aria i dispositivi di comunicazione in Libano,”, ha detto il Rappresentante della Cina presso l’ONU all’indirizzo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Siamo al fianco del Libano in questo momento difficile e rendiamo omaggio alla fermezza del popolo libanese e al modo in cui il governo sta affrontando questa crisi”, ha detto il Rappresentante dell’Algeria alle Nazioni Unite presso il Consiglio di sicurezza Onu. “Nessuno al mondo è più al sicuro dopo gli attacchi ai dispositivi elettronici, che hanno ucciso donne e bambini innocenti”, afferma il Ministro degli Esteri libanese al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Se questo Consiglio di Sicurezza non condanna Israele come terrorista, non lo ritiene responsabile e non gli dice di fermarsi, allora questo Consiglio ha fallito (…) È terrorismo quando si prende di mira un’intera popolazione che si occupa della propria vita quotidiana, a casa, facendo shopping, nei parchi (…) O fermare Israele e impedire una guerra. Oppure andremo in guerra, questa guerra non risparmierà né l’est né l’ovest. Scegliete tra un futuro migliore o il fuoco”, ha detto il Ministro degli Esteri libanese al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
A queste parole risponde Israele: “Stiamo difendendo il nostro diritto di esistere. Questo è un circo malvagio, l’ONU è ossessionata da noi. Non c’è nessun altro conflitto? (…) Questo ministro degli Esteri libanese non ha menzionato nemmeno una volta Hezbollah. Sapete tutti cos’è Hezbollah? (…) Dov’era questo consiglio quando Hezbollah ha attaccato i drusi? Abbiamo migliaia di sfollati nel loro stesso paese da un anno e aspettano ancora di tornare a casa (…) Non permetteremo che ciò continui. Ripristineremo la sicurezza nel nord, porteremo i nostri cittadini in sicurezza (…) Utilizzeremo ogni mezzo possibile. Se Hezbollah non farà le valigie, verrà utilizzato ogni mezzo possibile per rimuoverli oltre il Litani”, ha detto il Rappresentante israeliano presso l’ONU al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Numerose le accuse di Israele nei confronti dell’Iran, visto come mandante della crisi in atto.
In risposta l’Iran per voce del suo Rappresentante alle Nazioni Unite ha detto: ”Questo regime ha oltrepassato la linea rossa (…) Israele è impegnato da decenni in operazioni per destabilizzare il Medio Oriente, causando conflitti e instabilità (…) Il sostegno incondizionato degli Stati Uniti e dell’Occidente consente a Israele di comportarsi in questo modo. Questi crimini atroci sono sostenuti in particolare dagli Stati Uniti e dal Regno Unito (…) Questo è un regime terroristico guidato da un primo Ministro ricercato con mandato di arresto. Nessuno può prendere sul serio una nazione del genere (…) L’entità sionista (Israele ndr) è arrivata a un vicolo cieco e sta cercando di trascinare la regione nel pantano in cui è bloccata”. Ha detto il 24 settembre il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.
Il Pentagono schiererà il gruppo d’attacco della portaerei USS Truman nel Mediterraneo orientale in mezzo al crescente rischio di guerra in Libano e ha dichiarato lo stato di allerta in Medio Oriente per tutte le basi all’estero a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Hezbollah. Le forze armate di Giordania e Arabia Saudita sono in allerta dal 21 settembre per respingere possibili attacchi Houthi contro Israele.
Il 22 settembre, Isaac Herzog, Presidente di Israele, nega il coinvolgimento di Israele nelle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie avvenute in Libano. A partire dal 21 settembre, Israele ha chiuso lo spazio aereo del paese a nord di Hadera per tutti gli aerei”, fonte Channel 14. Sempre il 21 settembre, il portavoce IDF Hagari: “Il ministro della Difesa ha firmato un ordine speciale sul fronte interno. Stasera aggiorneremo la politica di difesa interna (…) Da Haifa e dal nord è possibile studiare e lavorare solo vicino alle aree protette.” La sera del 21 settembre le piattaforme di Hezbollah bombardate erano arrivate a quota 400.
Sempre a partire dal 21 settembre su Channel 14,”Israele si sta preparando per un’escalation immediata”, riferisce Yair Altman, corrispondente di guerra.
Il primo Ministro Benjamin Netanyahu ha annullato la sua visita programmata a New York per la riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a causa della situazione di sicurezza in corso. E il 22 settembre il primo Ministro israeliano alla stampa dichiara: ”Se Hezbollah non ha capito il messaggio, vi prometto che lo capirà”.
A partire dal 22 settembre il capo dell’aeronautica israeliana ha affermato che l’aeronautica è al massimo livello possibile di prontezza al combattimento in mezzo alle crescenti tensioni con Hezbollah. “Continuiamo a mantenere il più alto livello possibile di prontezza dell’Aeronautica Militare. Soprattutto sulla difensiva, ma questo va avanti da molto tempo, e sull’offensiva”, ha detto il generale Tomer Bar durante un incontro con i comandanti dell’aeronautica israeliana in un video diffuso dai militari.
Gideon Sa’ar ha rifiutato la carica di ministro della Difesa, secondo Channel 12, dopo settimane di voci secondo cui Gallant sarebbe stato licenziato e sostituito da Sa’ar.
“Il presidente francese Macron, in una telefonata con Netanyahu, lo ha accusato di aver spinto la regione alla guerra, Netanyahu ha risposto a Macron che invece di fare pressione su Israele, è ora di aumentare la pressione su Hezbollah,” Yedioth Ahronoth.
Hamas e gli Houthi hanno condannato l’escalation di violenza in Libano e si sono detti solidali con Hezbollah. Dall’Iran, il Capo di Stato Maggiore dell’Ufficio del leader iraniano Khamenei: “Presto seguirà la reazione all’omicidio di Haniyeh”. Sembra da fonti iraniane che Khamenei abbia ordinato un attacco diretto contro Israele. “Le forze armate iraniane sono pronte ad affrontare qualsiasi minaccia a qualsiasi livello, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”, ha detto Kiomars Heidari, comandante delle forze di terra iraniane.
Un portavoce delle milizie appoggiate dall’Iran in Iraq ha detto a un giornalista della Reuters: “Oggi (22 settembre ndr) abbiamo iniziato una nuova fase nel sostegno al Libano. L’escalation in Libano significa un’escalation in Iraq”. Con una mossa insolita, le milizie irachene hanno rivendicato oggi la responsabilità di quattro attacchi missilistici e droni contro Israele.
Il 20 settembre “Più di 200 razzi lanciati dal Libano contro Israele durante il giorno,” Channel 12. Hezbollah ha interrotto tutte le comunicazioni. I messaggi verranno consegnati tramite corrieri. ”Hezbollah sventola bandiere rosse come simbolo di vendetta nel sud di Da’iyah e in diverse altre città del sud”, Channel 12.
A partire dalla notte del 22 settembre si è aperta la notte più trafficata nei cieli del Medio Oriente. Inizia in Iraq e prosegue dall’area portuale di Hodeidah e dai porti iraniani. I missili ad alta precisione vengono ampiamente dispiegati. Il 23 settembre, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana ha ordinato a tutti i suoi membri di smettere di usare tutte le forme di comunicazione dopo che migliaia di cercapersone e walkie-talkie utilizzati dai suoi alleati Hezbollah in Libano sono esplosi in attacchi mortali la scorsa settimana, riporta Reuters
Il 23 settembre in Libano sono stati attaccati 150 obiettivi: ”Tutte le forze di sicurezza devono osservare qualsiasi movimento sospetto e dobbiamo essere tutti in allerta”, ha detto Bassam Mawlawi, ministro degli Interni libanese. E ha continuato affermando: ”C’è una breccia e il nemico israeliano sta utilizzando tecniche tecnologiche avanzate”. Stando a rapporti non confermati, le autorità libanesi chiedono di spegnere le telecamere di sicurezza dopo essere state ripetutamente hackerate. A partire dalla notte del 21 settembre si registrano in Libano, “movimenti delle forze di Hezbollah”, stando a Noam Amir, corrispondente di guerra per Channel 14. Alle 10 del mattino del 24 settembre, l’ufficio del ministro libanese dell’Informazione ha ricevuto una chiamata israeliana, durante la quale una segreteria telefonica richiedeva l’evacuazione dell’edificio.
Il 20 settembre, 12 missili hanno colpito la base militare americana ad Ain al-Assad. Gli americani hanno riferito che si trattativa di esercitazioni. Il 21 notte “Si sono udite esplosioni vicino al confine tra Iraq e Siria”, secondo Sabereen emedia iracheni. Ricordiamo che ai confini tra Siria e Iraq esistono tunnel per il trasporto delle armi. Il Ministero della Difesa siriano ha sospeso tutti i permessi per ufficiali e membri dell’equipaggio della difesa aerea fino a nuovo avviso, amnistia per i disertori purché si presentino all’ufficio di arruolamento.
“Il Consiglio regionale israeliano del Golan annuncia la chiusura di un gran numero di strade e incroci in Galilea”, al-Mayadeen e media libanesi. In 45 minuti, il 21 settembre, Israele ha compiuto oltre 100 attacchi aerei. Udite esplosioni a Jbaa a Habbouch, Tefahta, Hasbaya. Il 23 mattina I libanesi notano una portata insolitamente pesante degli attacchi aerei israeliani di prima mattina nell’area di Nabatiyeh e Tsur, nel sud del Libano
Hezbollah nella giornata del 21 ha risposto con il lancio di 90 razzi in risposta ai 120 attacchi aerei israeliani. Hezbollah ha sparato per otto ore ininterrottamente. Colpite: caserma Beria con missili Katyusha, Safed e Katzrin, Kiryat Shmona, Ramot Naftali. Una sinagoga a Biriya è stata danneggiata da un razzo di Hezbollah. I media israeliani riferiscono della chiusura di tutto lo spazio aereo a nord di Haifa. Sirene suonano nel nord di Israele, a Manara, in Galilea, Alonei Habashan, nel Golan meridionale. Droni rilevati vicino al Monte Meron
Il 22 settembre massicci allarmi rossi nel nord di Israele e nella Galilea centrale. Sono stati segnalati allarmi rossi vicino a Haifa e a seguire l’attacco. Le sirene suonano per Haifa e Nazareth, l’attacco più a sud che Hezbollah abbia mai iniziato dall’8 ottobre. Hezbollah ha preso di mira l’aeroporto militare di Ramat David, la più grande base aerea di Israele, colpita più volte nella giornata. Le sirene stanno suonando in ben 74 città e paesi in Israele, a 50 km di profondità, di gran lunga il più grande attacco di Hezbollah dall’inizio della guerra. “Oltre 100 razzi Hezbollah lanciati contro Israele finora”, fonte al-Hadath, media statale saudita.
Fonti israeliane affermano che 300.000 israeliani in tutto il paese si sono rifugiati durante gli attacchi di Hezbollah. L’Home Front Command ha emesso nuove istruzioni di sicurezza per tutti gli insediamenti a nord di Haifa, passando da una minaccia di pericolo di livello 2 a una di livello 3.
Nella giornata del 22 settembre sono state segnalate esplosioni nella Galilea occidentale, inclusa la città di Nahariyya, senza l’attivazione di sirene o Iron Dome e relativi impatti Nahariya. Sirene in allerta a Kiryat Haim, sobborgo del nord di Haifa. Le sirene hanno suonato a nord di Eilat, sulla costa del Mar Rosso, a causa dell’infiltrazione di droni, vicino al confine terrestre con la Giordania. L’IDF ha condotto un’operazione speciale nella città vecchia di Nablus; in un attacco aereo israeliano a nord di Gaza coinvolte 13 persone, tra cui 3 bambini e 3 donne.
Intercettazioni israeliane di missili provenienti dal Libano sopra Nazareth; impatti di proiettili a Tamra. Colpita anche Acri e le zone industriali situate nella città sono sotto il fuoco dei razzi.
Sono oltre “800 attacchi aerei in Libano da questa mattina”, riporta il 24 settembre Yair Altman, corrispondente di guerra di Channel 14. Nel pomeriggio esce un comunicato IDF arma die vertici militari, il capo di stato maggiore e il comandante dell’aeronautica militare israeliana: “L’IDF ha colpito circa 800 obiettivi terroristici appartenenti all’organizzazione terroristica Hezbollah. Da questa mattina (lunedì), l’IDF ha condotto attacchi aerei estesi contro obiettivi terroristici di Hezbollah in Libano. Finora, l’IAF ha condotto attacchi basati su informazioni di intelligence precise su circa 800 obiettivi terroristici di Hezbollah nel Libano meridionale e nell’area di Beqaa nel profondo del territorio libanese. Tra gli obiettivi colpiti c’erano edifici in cui Hezbollah nascondeva razzi, missili, lanciatori, UAV e ulteriori infrastrutture terroristiche.
L’IDF sta colpendo per rimuovere le minacce ai civili israeliani e degradare le infrastrutture e le capacità terroristiche di Hezbollah”.
Quella del 23 settembre è stata una giornata convulsa: nella mattina, la leadership dell’UNIFIL ha ordinato a tutto il personale civile e alle loro famiglie di evacuare in aree sicure a nord del fiume Litani, stando ad Al-Akhbar, testata giornalistica libanese. UNIFIL ha poi fatto sapere che “qualsiasi ulteriore escalation di questa pericolosa situazione potrebbe avere conseguenze di vasta portata e devastanti per l’intera regione. Ribadiamo l’appello per una soluzione diplomatica e sollecitiamo tutte le parti a dare priorità alla vita dei civili”.
Nella mattinata, i residenti delle aree di Aisha Bakkar e Al-Malla, vicino alla sede centrale del Gruppo Islamico a Beirut, hanno ricevuto messaggi e chiamate da Israele che intimava loro di evacuare le proprie case. Account pro Hamas riportano che Yahya Sinwar aveva avvertito Israele che Hamas ha 10000 combattenti “suicida” nei territori palestinesi occupati, cioè in Israele: “Affermiamo la nostra solidarietà, il nostro sostegno e un legame di fratellanza indistruttibile con i fratelli in Hezbollah e il popolo libanese”, riporta un comunicato.
Hezbollah ha rilasciato 4 dichiarazioni contemporaneamente, nel pomeriggio del 23 settembre “a sostegno della Palestina e in difesa del popolo libanese: 1. Lancio di decine di missili alla base ‘Ein Zeitim’, il quartier generale del Comando Settentrionale delle IDF. 2. Lancio di decine di missili sul Complesso Militare Industriale Rafael nell’area ‘Zovulon’ a nord di Haifa. 3. Lancio di decine di missili sulla base aerea di Ramat David dell’aeronautica militare israeliana. 4. Lancio di decine di missili sui magazzini situati nella base ‘Nimra’ del Comando Settentrionale delle IDF, per la seconda volta”.
Nel pomeriggio del 23 settembre, la social sfera locale segnala evacuazioni di massa in tutto il Libano meridionale: mentre in Israele, tutte le scuole israeliane a nord di Haifa saranno chiuse il 24 settembre.
Il bilancio delle vittime registrato dal ministero libanese edella Sanità è di almeno 275 morti, con 1024 feriti, molti in condizioni critiche; mentre i i media israeliani riportano diversi feriti in Galilea.
Segnalazioni di impatti a sud di Haifa, dopo un bombardamento di Hezbollah che afferma di aver preso di mira i principali magazzini delle IDF per il Northern Command nella base “Nimra” vicino a Haifa, con decine di razzi; allerte rosse tra Nablus e Tel Aviv, Hezbollah ha ampliato la portata dei suoi attacchi a 120 km.
Israele ha chiuso il suo spazio aereo da “Hadera” al confine con il Libano fino alla fine di settembre.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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