#ISRAELHAMASWAR. IDF in Libano fino al 18 febbraio. Katz: resteremo in Siria a tempo indeterminato. Cisgiordania a ferro e fuoco

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Si registrano ancora, forti disaccordi tra le famiglie dei prigionieri di Gaza e Ben Gvir durante una sessione del Comitato per gli Affari Esteri e la Sicurezza della Knesset. Il relatore delle Nazioni Unite sui diritti umani: “La situazione a Gaza è ancora molto difficile e non c’è più nulla in cui gli sfollati possano tornare”. “Arrivano i camion degli aiuti, ma le quantità sono insufficienti e mancano alloggi temporanei”. “Gli sfollati che ritornano nel nord necessitano di beni di prima necessità, in particolare di tende-rifugio”. “I paesi che sponsorizzano l’accordo devono garantire l’arrivo di 6.000 alloggi temporanei come concordato”.

Il presidente Joseph Aoun, il 28 gennaio, ha condotto negoziati duri e lunghi con i leader stranieri interessati e ha chiesto alla nuova amministrazione americana e ai francesi di fare pressione su Israele affinché si ritirasse entro il periodo di 60 giorni, mentre quest’ultima ha insistito per estendere fino alla fine del prossimo marzo, il che alla fine ha portato a stabilire il 18 febbraio come data per il ritiro. Aoun ha chiesto agli americani di confermare il loro impegno a dare seguito alla questione degli 11 prigionieri libanesi e di lavorare per liberarli prima del 18 febbraio. Gli 11 sono combattenti della resistenza che sono stati catturati durante la guerra. 

Nel frattempo i media israeliani riferiscono le parole dell’ex comandante della divisione delle operazioni israeliane: “L’esercito israeliano nel sud del Libano è in una situazione confusa e le sue sparatorie contro i civili sono molto gravi”.

L’IDF in un comunicato scrive: ”Le truppe del Comando Settentrionale continuano a operare per rimuovere minacce e infrastrutture terroristiche nel Libano meridionale, in conformità con gli accordi tra Israele e Libano, nonostante i tentativi di Hezbollah di tornare nel Libano meridionale.”

Ed ora uno sguardo alle situazioni militari.

Il ministro della difesa Israel Katz, ha annunciato che i militari israeliani rimarranno a tempo indeterminato nello strategico monte Hermon siriano. “Rimarremo nell’area che controlliamo in Siria per un periodo indefinito!”.

Il 28 gennaio, tutti gli 11 libanesi rapiti il ​​26 novembre sono stati rilasciati e riportati in Libano. Le unità dell’esercito libanese sono state dispiegate nella città di Deir Mimas – Marjeyoun nel settore orientale e in altre zone di confine dopo il ritiro israeliano.

In una nota per la stampa l’Esercito ha detto: “Continuiamo a coordinarci strettamente con la Forza delle Nazioni Unite in Libano – “UNIFIL” per quanto riguarda la situazione nell’area del Litani meridionale”. Il 28 mattina, gli abitanti di Kafr Kila sono riusciti a raggiungere l’ingresso della città verso Deir Mimas, ma non hanno attraversato la barriera di terra creata dagli israeliani. Dopo essere entrati, hanno trovato i corpi di cinque combattenti di Hezbollah nelle vicinanze del loro raduno.

Sempre nella giornata del 28 gennaio l’esercito libanese si è schierato nel vecchio quartiere di Yaroun e sono in corso i lavori per aprire le strade che portano alla piazza. L’esercito libanese e i residenti sono entrati nella periferia occidentale di Yaroun con l’ingresso di una squadra della Croce Rossa libanese per recuperare i corpi dei morti di Hezbollah e i corpi dei civili. L’esercito libanese nel tardo pomeriggio del 28 gennaio si è schierato in tutti i villaggi del settore occidentale da Marouhin a Naqoura. Tuttavia, Israele è di stanza in due punti: le alture di Labouneh e Jabal Blat. La battaglia presto non sarà per le città, ma per quelle 5 colline.

Il Ministro dell’agricoltura libanese, Abbas Hajj Hassan, al contadino Mahmoud Sorour, che ha piantato il primo ulivo ad Aita al-Shaab dopo la guerra: “Pianteremo tutto ciò che è stato bruciato dall’odio”.

Nel pomeriggio del 28 gennaio l’esercito libanese conferma: “Le nostre unità sono state schierate nelle città di Yaroun, Marwahin, Birkat Risha e altre aree di confine a sud del Litani”. 

Le forze israeliane hanno arrestato un uomo e hanno impedito sia all’esercito libanese che alla difesa civile di avanzare per recuperarlo e fornire assistenza.

A partire dal 27 gennaio le guardie di frontiera israeliane, che sono fondamentalmente la polizia del territorio israeliano, sono ora dispiegate nel Libano meridionale. L’ultima volta che le guardie di frontiera hanno attraversato il confine settentrionale è stato nel 1982. Dopo l’attentato di Hezbollah del 1982, in cui sono morti 91 israeliani, tra cui 34 combattenti delle guardie di frontiera, è stato deciso di riportarli alle attività all’interno del territorio israeliano. Ora stanno attraversando il Libano per la prima volta dopo 44 anni.

In chiusura di raccolta dati un raid aereo israeliano ha colpito il villaggio di Nabatieh Al-Fawqa, a sud del Libano, altri parlano invece di una grande esplosione con un’autobomba. L’attacco ha causato danni materiali significativi. Si attende conferma.

A Gaza il comandante del battaglione Beit Hanoun delle Brigate Al-Qassam, Abu Hamza Fayyad, ispeziona il ritorno degli sfollati a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, il 28 gennaio dopo che l’esercito di occupazione ha annunciato più volte che era stato ucciso. Nella giornata del 28 gennaio un soldato israeliano è stato ucciso accidentalmente dai proiettili dei suoi compagni vicino all’asse “Netzarim”.

Le truppe israeliane hanno colpito un laboratorio di Hamas in Cisgiordania e hanno aperto il fuoco su presunti combattenti di Hezbollah che tornavano nel sud del Libano. Nella giornata del 28 gennaio sono continuati gli assalti e gli scontri tra forze israeliani e Hamas a Tulkarem e Jenin.

Il 27 gennaio, le forze speciali israeliane hanno circondato un bar contenente giovani e anche due case accanto al bar. Hanno preso un giovane di nome Majdi Oqab e ora hanno chiamato qualcun altro per salutarlo.

L’Autorità palestinese ha arrestato un giovane della città di Qabatiya Saher Kamil. 

L’assalto alla città di Jenin e al suo accampamento il 28 gennaio pomeriggio era ancora in corso e le IDF stanno inviando rinforzi militari. In foto mostrano armi che sostengono provenire dal campo di Jenin. L’esercito israeliano è arrivato a Dar al-Ghoul nel nuovo campo.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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