Non si placano le polemiche alla ricerca del colpevole dell’esplosione di 5.000 cerca persone in dotazione a Hezbollah in Libano, Siria e Iraq esplosi simultaneamente nella giornata del 17 settembre intorno alle 15:00. Diverse le ipotesi sul tavolo al momento le più accreditate è che la sede europea della Gold Apollo, Hsu Ching-Kuang, di Taiwan sarebbe il luogo in cui è stato apposto un esplosivo un composto di tetranitrato di pentaeritritolo (PETN) nelle batterie dei nuovi cercapersone criptati usati da Hezbollah attivati a distanza con un attacco alla supply chain. La polizia taiwanese è arrivata nella sede centrale dell’azienda. La sede ungherese sarebbe gestita da un consigliere della Commissione UE.
Hezbollah ha smentito la notizia che i cerca persone siano in uso solo da febbraio, e affermano he siano in uso da prima del 7 ottobre. Sostegno a Hezbollah da Asse della Resistenza, Houthi, Hamas tra gli stati Iran e Oman e Iraq che in un comunicato ha fatto sapere di non aver avuto feriti dall’attacco ai cerca persone.
Negli attacchi è stato ferito gravemente l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, che secondo alcune fonti avrebbe perso un occhio e l’altro sarebbe gravemente a rischio. Muore anche il figlio di Ali Ammar un parlamentare di Hezbollah. Uno dei feriti che ha perso gli occhi è il figlio dello sceicco Ali Ma’rouf Hijazi. Anche il figlio del parlamentare Fadllah è rimasto ferito ed è stato ricoverato in ospedale era il collegamento tra la politica e l’ala armata di Hezbollah.
Secondo Sky News Arabia: “Dietro a questo atto c’è il Mossad israeliano”. Ma fatto ancora più grave è che questo attacco che minato fortemente l’ala combattiva di Hezbollah, sembra che 500 militari di alto grado siano fuori combattimento non ha migliorato e non migliorerà l’operazione elettronica contro il Libano non riporterà i residenti del nord alle loro case e non cambierà la realtà esistente.
Nella giornata del 18 settembre in Libano sono arrivati medici e infermieri dall’Iraq, dall’Iran e dalla Giordania gli unici paesi ad aver sostenuto al momento concretamente il popolo libanese. Mentre Israele sostiene che sono stati colpiti solo elementi di Hezbollah, Il partito di Dio afferma che sono stati colpiti bambini, parlamentari e anche i pensionati di Hezbollah. Inoltre affermano che queste persone non stavano combattendo, ma erano in abiti civili e stavano svolgendo la loro vita da civili.
Il Ministero della Salute libanese ha dichiarato che ci sono stati: 12 morti, tra cui 2 bambini, una donna e personale medico. Un totale di 2.700-2.800 feriti. Sono state eseguite 460 operazioni sui feriti nell’esplosione dei dispositivi di comunicazione, la maggior parte dei quali agli occhi. Circa 300 sono ancora in condizioni critiche. Il numero di feriti nella sola Beirut è 1.850, 750 nel Libano meridionale e 150 nella Beqaa. 1.800 feriti hanno avuto bisogno di essere ricoverati in ospedale ieri per le cure e il 10% di loro sono casi critici.
Alcuni feriti sono stati trasferiti in Siria dalla Beqaa e altri in Iran. Molti altri cercapersone sono esplosi ma non erano addosso alle persone, quindi nessuno è rimasto ferito. Ci sono due video di questo fatto, ma decine se non centinaia di casi simili. Hassan Nasrallah non sarebbe stato ferito.
Un grido d’allarme è arrivato dalla Giordania secondo cui Israele vuole portare l’intera regione in guerra. Dal Ministero per gli Esteri arriva la seguente comunicazione: “Israele sta spingendo l’intera regione nel baratro di una guerra regionale. Abbiamo discusso nel Comitato Ministeriale Arabo le opzioni politiche e legali disponibili contro le violazioni di Israele. Bisogna evitare che il governo israeliano più estremista della storia di Israele spinga la regione nell’abisso”.
Geo Zaltz, capo del consiglio regionale dell’Alta Galilea: “La realtà nel nord è che, a causa dell’incapacità del governo di prendere decisioni, i confini (israeliani) si sono spostati di 40 chilometri a sud”.
Secondo Channel 14, media pro-Likud, “Il governo israeliano dichiarerà presto il fronte settentrionale come “Fronte di guerra principale”. Netanyahu ha annullato il suo viaggio all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il 27 settembre e sarebbe pronto a licenziare Yoav Gallant dal ministero della Difesa.
L’intera leadership della sicurezza di Israele, oltre a Netanyahu, il Ministro della Guerra, il capo del Mossad, lo Shin Bet e il Servizio di sicurezza nazionale, sono presenti nella sala operativa militare e di sicurezza sotto il Ministero della Guerra a Kyra.
Il Comando del Fronte Interno dell’IDF espande il suo spiegamento nell’area di Haifa nel nord di Israele. È iniziata la donazione di sangue ad Haifa, per prepararsi a un’emergenza. Il 17 sera il Capo di Stato Maggiore, il Generale Herzi Halevi, ha condotto una valutazione della situazione con la partecipazione del Forum dello Stato Maggiore, concentrandosi sulla prontezza per l’attacco e la difesa in tutte le arene.
I media israeliani riportano la notizia che: “Israele si sta preparando per una terza guerra in Libano!, fonte alto ufficiale che ha parlato con i capi delle autorità del nord. Sempre i media ebraici di Walla contraddicono gli Stati Uniti e confermano che Gallant informato Austin degli Stati Uniti sugli attacchi in anticipo quella mattina. “Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Austin ha parlato al telefono con la controparte israeliana Yoav Gallant la mattina del 17 intorno alle 11:00, come confermano i funzionari statunitensi ad Al-Monitor. Questo è accaduto solo 4 ore prima dell’attacco. Le 11:00 significano che a Washington erano le 6:00. In una dichiarazione, il Dipartimento di Stato afferma che gli Stati Uniti non sono stati coinvolti né sono stati avvisati in anticipo dell’attacco al cercapersone di oggi in Libano; i funzionari statunitensi stanno raccogliendo informazioni”.
Sull’espansione dei confini a sud in effetti, osserva che l’IDF sposta la 98a divisione d’élite s nell’arena settentrionale. La divisione era pianificata per continuare a combattere nella Striscia di Gaza, ma l’ultimo giorno è stato deciso di deviarla a nord, verso il confine libanese. La 36a divisione è già schierata nel nord da un po’ di tempo.
L’AFP comunica cheBlinken arriva al Cairo come parte degli sforzi per spingere per un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Ma la testata Al-Arabi Al-Jadeed afferma: “L’amministrazione egiziana non conta molto sulla visita di Blinken al Cairo per portare avanti il vacillante accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri e detenuti tra la resistenza palestinese e l’occupazione israeliana, e anche per risolvere la crisi dell’Asse Salah al-Din dossier tra Il Cairo e Tel Aviv”. “Il Cairo ritiene che le attuali mosse americane in questo dossier siano essenzialmente “elettorali” e poco affidabili, poiché non comportano una reale pressione sul primo ministro dell’occupazione, Benjamin Netanyahu, in un momento in cui le proposte proposte non raggiungere il livello minimo di consenso tra le parti interessate”.
Il Ministro degli Esteri egiziano, Sameh Hassan Shoukry, in una nota il 18 settembre ha fatto sapere: “ Rifiutiamo qualsiasi presenza militare sul lato palestinese del valico di Rafah e non accetteremo alcuna modifica alle regole operative esistenti prima del 7 ottobre. La nostra posizione è ferma riguardo all’asse Salah al-Din e al valico di Rafah e manteniamo la situazione esistente prima del 7 ottobre”.
Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin dovrebbe visitare Israele domenica e lunedì prossimi per discutere delle crescenti tensioni in Libano, hanno affermato due funzionari israeliani e statunitensi.
Sul versante Houthi l‘Associated Press riferisce cheil generale Pat Ryder, portavoce del Pentagono, ha rifiutato di fornire un numero specifico sul numero di aerei senza pilota abbattuti nello Yemen, citando la sicurezza operativa. Secondo gli Houthi sono 9.
Nel secondo comunicato di Hezbollah, infine si legge: “Dopo aver esaminato tutti i fatti, i dati attuali e le informazioni disponibili sull’attacco peccaminoso che ha avuto luogo questo pomeriggio, riteniamo il nemico israeliano pienamente responsabile di questa aggressione criminale, che ha preso di mira anche i civili e ha causato la morte di un certo numero di persone e il ferimento di molti con ferite varie. I nostri martiri e feriti sono il simbolo della nostra lotta e dei nostri sacrifici sulla strada per Gerusalemme, una vittoria per il nostro onorevole popolo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e un continuo supporto sul campo. […] Questo nemico traditore e criminale riceverà certamente la sua giusta punizione per questa aggressione peccaminosa, che se lo aspetti o no, e Dio è testimone di ciò che diciamo”.
In Libano, l’ex presidente libanese Michel Aoun ha affermato: “Le condoglianze di oggi sono per tutti noi, poiché siamo tutti feriti, siamo tutti feriti e tutti soffriamo. Le più grandi condoglianze vanno alle istituzioni internazionali che dovrebbero proteggere la pace e la giustizia nel mondo, ma che restano impotenti di fronte a questa brutalità”.
Il parlamentare di Hezbollah Ibrahim al-Moussawi: “Ciò che è accaduto è un vero e proprio genocidio. Coloro che trasportano cercapersone sono membri civili di Hezbollah, non combattenti.
Ciò che è accaduto è un vero e proprio crimine contro i civili. Le sue osservazioni confermano ciò che ho detto prima e, a parte questo, uccidere combattenti disarmati fuori servizio o membri di un partito è un crimine. 3.000 feriti, molti dei quali ora con disabilità a vita, è un genocidio”
Tutte le scuole, le università e gli istituti educativi nella giornata del 18 settembre sono rimasti chiusi, non operativo l’aeroporto di Beirut. Cancellati molti voli aerei.
Il capo del Partito di unificazione araba dei drusi, Wiam Wahhab, ha donato il sangue così come molti politici di tutte le religioni e persone di tutte le estrazioni sociali: “Sono state segnalate donazioni nelle città druse, sunnite e sciite in tutto il Libano. C’è bisogno di sangue di tutti i tipi, in grandi quantità”. Si legge nella nota del Ministero per la Sanità libanese. Il capo del partito druso libanese Joumblat esprime pieno sostegno alla resistenza e al suo popolo a Beirut, nel sud e nella Beqaa. Anche il ministro degli affari sociali libanese Hector Hajjar ha invitato le persone a donare il sangue.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che invita Israele a lasciare i territori palestinesi occupati”, -TASS.
Attacchi aerei israeliani sul Libano meridionale registrati nella notte del 17 settembre che preso di mira Majdel Selem. Ci sono diversi morti. Bombardata la periferia delle città di Majdal Zoun e Shama utilizzo dell’artiglieria contro la periferia della città di Shebaa, nel sud del Libano. Il 18 mattina l’artiglieria israeliana riprende i bombardamenti nella periferia della città di Shebaa, a sud del Libano.
Attacco di Hezbollah con relativa intercettazione nell’area di Tiberiade. Allarme rosso a Metulla, e Al-Aramsha. Le sirene hanno suonato più volte nell’Alta Galilea. 15 Missili sono arrivati dal Libano. Hezbollah ha rivendicato attacchi contro le postazioni di artiglieria israeliane a “Neve Ziv” con una serie di razzi.
Secondo fonti locali: i mezzi di Israele hanno iniziato a demolire le strutture commerciali nel quartiere Wadi Al-Hummus nella città di Sur Baher a Gerusalemme.
Miliziani del gruppo del martire Omar Al-Qasim hanno preso di mira un carro armato israeliano Merkava con un proiettile RPG nelle vicinanze di University Street nel quartiere di Al-Geneina, a est della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza.
Veicoli israeliani stazionati a est del campo di Jabalia sparano a intermittenza verso le terre e le case dei cittadini nel nord di Gaza. L’IDF annuncia: “4 soldati sono stati uccisi e altri 5 feriti, di cui tre gravemente feriti, nel bombardamento di Hamas contro un edificio a Tal al-Sultan nella città di Rafah, oltre ad altri due feriti in un’operazione separata”. Il ministro delle Finanze israeliano, commentando l’annuncio dell’uccisione di 4 soldati a Rafah: Una mattinata difficile e dolorosa.
A Gaza City si sono sentiti rumori di violente esplosioni, che si è rivelato essere il risultato di un attacco Israeliano che ha fatto saltare in aria edifici residenziali nel quartiere di Al-Zaytoun, a sud-est di Gaza City a cui è seguita una sparatoria. Le Brigate Al-Quds: “Abbiamo preso di mira con 107 missili guidati il quartier generale di comando e controllo dell’esercito nemico sionista a Madinat Al-Zahra, a sud dell’asse Netzarim”.
La Protezione civile di Gaza afferma che ci sarebbero stati “8 morti, tra cui 5 bambini, a seguito del bombardamento da parte di Israele nella scuola “Ibn al-Haytham”, che ospita sfollati, nel quartiere di Shuja’iya, a est di Gaza City.
L’artiglieria israeliana prende di mira le aree settentrionali del campo di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
L’Autorità generale per gli affari civili ha denunciato che un giovane è stato ucciso da proiettili israeliani, oggi all’alba vicino alla città di Ni’lin, a ovest di Ramallah. Il Club dei prigionieri palestinesi hanno affermato: “le forze nemiche hanno lanciato una campagna di arresti e condotto indagini sul campo che hanno coinvolto 40 palestinesi in Cisgiordania”.
Fonti locali palestinesi riportano che le forze israeliane hanno preso d’assalto il villaggio di Triangle of Martyrs, a sud di Jenin, e si sentono colpi di arma da fuoco. E ancora le IDF si sono ritirate dal campo di Al-Fawwar, a sud di Hebron, dopo un assalto durato 13 ore.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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