
Nulla da fare sugli aiuti statunitensi per Israele: c’è stato lo stop del Senato degli Stati Uniti. Il Parlamento USA, in poche parole, ha respinto un pacchetto di fondi per immigrazione e aiuti esteri da 118 miliardi di dollari.
L’ONU lamenta la situazione a Gaza e ha annunciato che la carestia nella Striscia è aumentata di 12 volte a seguito dell’operazione israeliana. Anche il Procuratore penale internazionale mostra preoccupazione e ha dichiarato: «Ciò che sta accadendo a Gaza è preoccupante». «Il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha espresso grande preoccupazione per le immagini provenienti dalla Striscia di Gaza, quattro mesi dopo l’aggressione israeliana contro la Striscia».
Da fonti russe si apprende che Israele ha rilasciato 71 palestinesi arrestati dalla Striscia di Gaza, tra cui 19 donne, come fonte viene citata la Direzione generale israeliana dei valichi di frontiera e dei confini.
Il ministro per gli Affari Esteri spagnolo, Jose Manuel Albarez ha confermato «che il suo paese vuole uno stato palestinese vitale che coesista con Israele, chiedendo una conferenza di pace che riunisca palestinesi e israeliani e porti alla creazione di uno stato palestinese».
Attesa al Cairo una delegazione di Hamas per completare i colloqui per il cessate il fuoco. Hamas ha annunciato ieri che una delegazione guidata da Khalil al-Hayya, vice capo del movimento a Gaza, è arrivata al Cairo con l’obiettivo di completare i colloqui relativi al cessate il fuoco.
Il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in risposta alla proposta di Hamas ha definito i termini della tregua temporanea avanzata da Hamas come “richieste deliranti”. Ha detto che la vittoria israeliana nella guerra contro il movimento palestinese è “a portata di mano”.
Le dichiarazioni più preoccupanti della giornata dell’8 febbraio per arrivano dallo Yemen. E più esattamente da Abdul-Malik Badr al-Din al-Houthi che in un lungo discorso a seguito di una tornata di attacchi britannico-americani ha detto, nella provincia di Hodeidah, nell’area di Qatinat nel distretto di Baqim, Governatorato di Saada, che «gli attacchi americano-britannici sul nostro paese questa settimana sono ammontati a 86 e non hanno avuto alcun effetto nel limitare le nostre capacità». Secondo il leader Houthi la limitazioni delle capacità militari di Ansar Allah professate dall’Occidente sono solo propaganda elettorale.
Abdul-Malik Badr al-Din al-Houthi dopo aver espresso solidarietà alla Resistenza Islamica Irachena per le perdite a seguito degli attacchi americani ha lanciato l’allarme per i prossimi attacchi israeliani a Rafah, ai confini con l’Egitto che «infliggeranno una catastrofe ancora più grande agli sfollati e alle persone che vivono lì». E accusa gli americani e i britannici di svolgere un ruolo di primo piano nei prossimi attacchi a Rafah. Per Abdul-Malik Badr al-Din al-Houthi: «L’americano ha un ruolo fondamentale nel fallimento della comunità internazionale nonostante la continuazione dei crimini di genocidio a Gaza». Su Israele ha detto: «Il nemico israeliano non è riuscito a raggiungere l’obiettivo dichiarato di eliminare i mujaheddin nella Striscia di Gaza».
Gli americani stimano che l’esercito israeliano abbia bisogno di almeno 5 anni per ripristinare le perdite causate dall’attacco del 7 ottobre senza ulteriori perdite. Israele poi, secondo il leader Houthi è «abituato alle guerre lampo, e l’esaurimento di cui soffre il suo esercito è evidente dall’invio di brigate militari per ripristinarlo».
Infine al Houthi ha minacciato il Regno Unito; «La situazione britannica è instabile e fragile a livello economico e interno. La battaglia americana e britannica con noi non è per il bene della navigazione internazionale, ma per il bene della navigazione israeliana. Non ha senso che gli americani o gli inglesi attacchino il nostro Paese. L’unica soluzione inutile è che cibo e medicine raggiungano la popolazione di Gaza e fermino i crimini di genocidio. Il Regno Unito svolge un ruolo aggressivo e scortese senza alcuna giustificazione. Gli inglesi sono ancora ostili verso il nostro popolo sin dalla loro precedente colonizzazione ad Aden. Se la Gran Bretagna ha ancora dei sogni, dovrebbe rendersi conto che sono una fantasia e una falsa illusione che non avrà alcuna possibilità di essere realizzata nella realtà. Se gli inglesi hanno l’illusione di colonizzare il nostro paese, allora si tratta di una malattia psicologica di cui disponiamo di medicine e cure».
La medicina e la cura per Ansar Allah è rappresentata da attacchi navali, al Houthi ha dichiarato: «Se l’ultima dose somministrata alla nave britannica che bruciava di notte in notte non fosse sufficiente, si possono indirizzare altre dosi verso le loro navi».
E poi ha ringraziato i gruppi che combattono Israele a Gaza e su Hezbollah, Abdul-Malik Badr al-Din al-Houthi ha detto: «Il fronte Hezbollah in Libano ha una grande influenza nel distrarre il nemico, nel molestare le sue forze e nel costringere centinaia di migliaia di sionisti alla fuga». E ancora: «A causa dell’efficacia del Fronte iracheno, gli americani hanno intensificato il confronto e hanno preso di mira i leader dei suoi cari mujaheddin. Il Fronte dello Yemen continuerà a prendere di mira Israele e nelle sue operazioni navali finché non cesseranno l’aggressione e l’assedio di Gaza. Consigliamo agli americani e agli inglesi di avere un atteggiamento positivo nei confronti della risposta del movimento Hamas alle proposte e nel quadro degli sforzi diplomatici intrapresi dai paesi del Qatar e dell’Egitto».
Al Houthi rivendica: «Questa settimana abbiamo preso di mira il nemico a Umm al-Rashrash, Eilat, e non è più così sicuro come Israele aveva sperato, e il porto lì attualmente non funziona. Gli israeliani di Umm al-Rashrash sono in uno stato di costante ansia e paura, e la situazione economica ha chiaramente sofferto. Le nostre operazioni sono continuate questa settimana nel Mar Rosso e nello stretto di Bab al-Mandab, e il movimento delle navi legate a Israele è quasi inesistente”. “Per quanto riguarda le navi israeliane, il loro movimento si è completamente fermato da Bab al-Mandab e attraverso il Mar Rosso, e questo è un vero risultato e una vittoria».
Secondo Ansar Allah è stato scoperto anche il meccanismo con cui Israele ha cercato di ingannare gli Houthi, nelle dichiarazioni di al Houthi si legge: «Il nemico si affidava a navi noleggiate per trasportare le sue merci e, prendendo di mira queste, la situazione gli diventava difficile. Il costo delle perdite economiche del nemico è pesante a causa delle nostre operazioni, e questo è qualcosa di noto e chiaro. Questa settimana ci sono state cinque operazioni, tra cui una grande operazione in cui l’americano ha detto che lo scontro è durato 14 ore».
La chiosa prevedibile e preoccupante è stata: «La nostra strada è quella dell’escalation finché la tragedia umanitaria a Gaza peggiorerà e l’ingiustizia e gli omicidi di massa continueranno. I veri e principali soggetti colpiti dalle operazioni nel Mar Rosso sono gli israeliani, insieme agli americani e agli inglesi». «Le compagnie di navigazione sono ormai a conoscenza del fatto che si avvicina lo scontro con gli americani e gli inglesi, a causa della loro aggressione contro il nostro paese».
A confermare la difficoltà di navigazione nel Mar Rosso il direttore della compagnia di navigazione Maersk, secondo cui la situazione in Medio Oriente e nel Mar Rosso è degenerata in uno stato di “incertezza” e la Marina americana ha informato Maersk che non può garantire la sicurezza di tutte le navi Maersk in transito attraverso il Mar Rosso.
Nello Yemen oggi c’è in discussione la versione finale del disegno di legge sui paesi ostili allo Yemen. Una fonte presso la Presidenza della Repubblica ha riferito che è attualmente in discussione la versione finale del disegno di legge che elenca i paesi ostili alla Repubblica dello Yemen, in attuazione delle direttive di Sua Eccellenza il Maresciallo di Campo Mahdi Al-Mashat, Presidente del Consiglio Politico Supremo Consiglio.
Da ora in poi qualsiasi cittadino israeliano che mette in dubbio la versione del governo sull’attacco del 7 ottobre rischia cinque anni di prigione. La norma è in dibattimento. I media israeliani ammettono che 13.000 soldati sono rimasti feriti dal 7 ottobre. Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha ammesso giovedì che l’esercito ha curato circa 13.000 soldati feriti dal 7 ottobre ad oggi. L’esercito israeliano ha dichiarato che ha ritirato l’8410° battaglione di artiglieria dalla Striscia di Gaza.
Ed ora uno sguardo al fronte Israele – Hamas aggiornato alle 16:30 dell’8 febbraio.
L’IDF attacca la città di Khayyam e diversi bombardamenti aerei sono stati segnalati da Hezbollah nei villaggi a sud del Libano. In risposta Hezbollah spara in Israele Nord.
Decine di morti e feriti a seguito dei bombardamenti di Israele contro il centro e il sud della Striscia di Gaza avvenuto nella notte dell’8 febbraio in mattinata. Almeno 14 i morti, e dozzine di altri sono rimasti feriti, sulla Striscia di Gaza centrale e meridionale. Nel pomeriggio dell’8 febbraio si sono ripetuti i raid aerei.
Nel nord della Striscia di Gaza, i palestinesi stanno ricostruendo attivamente la propria organizzazione e espandendo gradualmente le proprie attività in varie aree e sobborghi di Gaza. In una dichiarazione IDF, del Comandante del Comando Nord, MG Ori Gordin, rivolta ai soldati della 188a Brigata che si addestrano al combattimento nel nord: «In questi giorni vi unirete alla missione difensiva e offensiva sul confine settentrionale. Siamo stati in combattimento da quattro mesi, e non stiamo rallentando. Vedo davanti a me soldati esperti e determinati, che hanno ottenuto risultati impressionanti sul campo di battaglia di Gaza. Ora, ci stiamo preparando a convertire la vostra esperienza e capacità, secondo necessità, in un diverso campo di battaglia, qui al Nord. Non c’è nulla che possa sostituire l’esperienza operativa che avete maturato in questi mesi; essa amplifica notevolmente la nostra forza». Si teme un allargamento del conflitto con il Libano.
Registrati scontri tra le Brigate Al-Qassam e esercito Israeliano nelle vicinanze dello svincolo Al-Sinaa nella città di Gaza. Scontri registrati anche a sud-ovest di Gaza City e vicino al quartier generale del comando d’incursione israeliano a sud-est di Gaza City lanci di missili delle Qassam.
A Gaza sud le Brigate Al-Quds, l’ala militare del movimento del Jihad islamico in Palestina hanno compiuto un agguato contro dei militari israeliani a est del Governatorato Centrale. Continuano gli scontri a Khan Yunis.
All’alba di giovedì, le forze israeliane hanno effettuato raid e operazioni di arresto in diverse aree della Cisgiordania occupata. Non si ha al momento contezza degli arrestati.
Escalation di violenza al confine con l’Egitto. Gli israeliani stanno effettuando attacchi aerei e hanno riferito dell’eliminazione del capo di uno dei servizi di polizia a Rafah. Alle truppe è stato ordinato di “prepararsi all’operazione” a Rafah nella Striscia di Gaza a dirlo Benjamin Netanyahu. Le Brigate Mujaheddin nel frattempo hanno bombardato il sito “Soufa” e il quartier generale militare israeliano “Tzealim” a est di Rafah con attacchi missilistici.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio