Il 22 novembre, ha fatto il giro del mondo la notizia dell’attacco alla base italiana di UNIFIL in Libano, e il ferimento di quattro militari che erano all’interno della base. Fonti libanesi vicino a Hezbollah hanno postato un lungo comunicato in cui fanno capire che l’attacco del 16, del 19 e 22 novembre, contro le Basi UNIFIL è solo l’inizio.
Nel comunicato si legge: “Nella “patria” dell'”UNIFIL”, i soldati israeliani stanno penetrando dai villaggi di Yarin, Dhayra e Alma al-Shaab verso Al-Jbeen, Sheheen, Tayr Harfa e Chama. Stanno distruggendo quartieri residenziali, bombardando e demolendo, nella piazza che comprende la più grande concentrazione di centri “UNIFIL”, da Dhayra e Alma a Shama e Al-Mansouri, e in vista del quartier generale delle Nazioni Unite e dei suoi radar pronti a rilevare e abbattere i missili e i droni della resistenza”.
E continuano: “Formalmente, le Nazioni Unite giustificano la loro neutralità dicendo che anch’esse sono vittime degli attacchi israeliani, come i civili per la cui protezione ricevono miliardi di dollari. Ma in realtà partecipa all’aggressione, poiché i radar del Centro di Comando del Settore Occidentale e dell’unità italiana a Chama vengono utilizzati per monitorare i movimenti dei combattenti della resistenza!”.
Nei giorni scorsi, con l’inizio del tentativo delle forze israeliane di avanzare verso Al-Bayada, il comando del centro [delle Nazioni Unite] ha puntato di notte i riflettori verso le foreste e le valli situate a sud di Al-Bayada verso Chama, Tayr Harfa e Naquora”.
Secondo una fonte militare libanese, “i soldati israeliani hanno difficoltà ad avanzare nelle fitte foreste e nelle aspre valli che la gente del posto conosce e sa difendere bene, quindi l’illuminazione notturna e i radar aiutano a rivelare i loro movimenti.” Inoltre, “i soldati israeliani si radunarono attorno al centro per ripararsi dai razzi e dalle mitragliatrici della resistenza, e posizionarono batterie al centro per bombardare le città della costa di Tiro”.
Nonostante ciò, afferma il comunicato filo Hezbollah: “L’UNIFIL si è accontentata di una dichiarazione in cui condanna lo scambio di proiettili tra la resistenza e Israele che ha raggiunto il suo centro. Nel settore centrale, l’unità francese cerca di svolgere un ruolo efficace a favore di Israele”.
Secondo le fonti libanesi il 21 è scoppiata un’attività tra i francesi e i soldati della Forza di riserva speciale, in particolare nella base di Burj Qalawieh, per richiedere pattugliamenti intensivi nelle città di Bint Jbeil nonostante le incursioni e i bombardamenti che stanno accadendo. Nonostante il rifiuto delle richieste del Comando Sud Litani dell’esercito libanese, quest’ultimo –i francesi – hanno effettuato raid in siti presunti della Resistenza, oltre all’efficace ruolo svolto dai radar francesi già prima della recente aggressione nel monitorare i siti di lancio di missili e droni verso la Israele.
Infine nel comunicato pro Hezbollah si legge: “Giorno dopo giorno, alcune unità dell’UNIFIL sembrano avere fretta di avviare l’attuazione di poteri non ancora approvati dal Consiglio di Sicurezza, trascurando di attuare il principio della protezione dei civili, che è una delle disposizioni più importanti della Risoluzione 1701. Nella sua zona di operazioni si registrano quotidianamente massacri di civili disarmati. Questi comportamenti rafforzano i timori dei meridionali sul futuro del rapporto tra loro e i “peacekeepers”, alla luce della minaccia di aumentare il loro numero”.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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