
Israele continua a bombardare il Libano nelle aree storiche controllate da Hezbollah. La richiesta di Israele per smettere di bombardare il Libano è il disarmo completo di Hezbollah.
A questa richiesta ha risposto il vicepresidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, lo sceicco Ali Damoush, ha sottolineato che il cancro che sta devastando il Libano e la regione è Israele, insieme all’America, partner a pieno titolo di Israele in tutti i crimini che commette in Libano, Palestina e nella regione.
Durante il sermone di venerdì 18 aprile ha affermato che l’obiettivo principale degli Stati Uniti in Libano è proteggere Israele e consentirgli di imporre il proprio controllo, raggiungere i propri obiettivi e usarlo come strumento per soggiogare e sottomettere chiunque si opponga all’egemonia americana nella regione.
Ha sottolineato che Israele sta violando l’accordo di cessate il fuoco e sta attaccando i libanesi con la piena copertura americana per fare pressione sul Libano affinché rispetti le sue richieste, e le sue richieste sono chiare: disarmare la resistenza e privare il Libano dei suoi elementi di forza.
Secondo Ali Damoush: “chiunque chiede il ritiro delle armi della resistenza prima che l’aggressione israeliana cessi e che le sue minacce siano affrontate, sta servendo le richieste del nemico e si identificava con esso, intenzionalmente o meno”. “Parlare di disarmo della resistenza in questo momento contraddicesse gli interessi del Libano e indebolisse la posizione e la forza del Paese alla luce dell’occupazione israeliana e dei suoi continui attacchi”.
Lo sceicco Damoush ha sottolineato che “la questione del disarmo non è sul tavolo, e che ciò che è sul tavolo è che, dopo il ritiro del nemico, il rilascio dei prigionieri e la cessazione degli attacchi, la strategia difensiva sarà discussa al momento opportuno”.
Ha sottolineato che la priorità oggi non è discutere la questione delle armi, ma piuttosto fermare l’aggressione, espellere l’occupazione, liberare i prigionieri, ricostruire, attuare le riforme e attivare le istituzioni statali affinché svolgano i loro doveri nei confronti dei cittadini, senza rinviare alcun dossier o collegarlo ad altri o a condizioni provenienti da qua e da là, e saremo partner efficaci in tutte le fasi con il governo e con il parlamento per raggiungere queste priorità.
Ha sottolineato che, invece di fare pressione sul Libano e chiedere il disarmo della resistenza, si dovrebbe fare pressione su Israele e chiedergli di attuare l’accordo e cessare gli attacchi. Egli riteneva che questa fosse responsabilità dello Stato, che deve rifiutare l’idea di discutere la questione delle armi finché ci saranno occupazione e aggressione, e deve esercitare pressioni con tutti i mezzi per costringere il nemico israeliano a rispettare l’accordo per proteggere i suoi cittadini e preservare la sua sovranità.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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