#ISRAELHAMASWAR. Hezbollah – Israele: una tregua siglata per aprire altri fronti

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Tra Libano e Israele è stato dichiarato un cessate il fuoco in Libano in vigore, a partire dalle 04:00 AM ora libanese del 27 novembre. 

Ci sarà un ritorno allo status quo secondo la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Hezbollah rimarrà attivo, armato e presente a sud del fiume Litani nell’intero Libano meridionale. In Libano tutti hanno accolto il cessate il fuoco come una liberazione dall’inferno. 

Per le strade in una rara dimostrazione di solidarietà, i lavoratori del partito politico libanese “Future Movement”, composto principalmente da sunniti affiliati a Rafic e Saad Hariri, hanno distribuito dolci ai sostenitori civili di Hezbollah che tornavano a casa dal fronte. 

L’Ufficio politico di Ansar Allah ha scritto: “Ci congratuliamo con il popolo libanese e la Resistenza islamica per l’annuncio del cessate il fuoco con il nemico israeliano e per l’inizio del ritorno di migliaia di sfollati alle loro case”. A queste parole hanno fato eco quelle del Segretario Generale del Movimento del Jihad Islamico, Comandante Ziyad Al-Nakhalah, che si è congratulato con Sua Eminenza Sheikh Naim Qassem, Segretario Generale di Hezbollah, per la netta vittoria, e invia un messaggio dal cuore della Palestina al cuore del Libano che resiste.

Anche Hamas ha detto la sua: “Lodiamo il ruolo fondamentale svolto dalla Resistenza islamica in Libano nel sostenere Gaza e la resistenza palestinese, così come gli immensi sacrifici fatti da Hezbollah e dalla sua leadership, primo fra tutti il ​​martirizzato Segretario generale Sayyed Hassan Nasrallah. […] L’accettazione da parte del nemico dell’accordo con il Libano senza aver raggiunto le condizioni che aveva stabilito rappresenta una pietra miliare significativa nel mandare in frantumi le illusioni di Netanyahu di rimodellare il Medio Oriente con la forza e le sue illusioni di sconfiggere le forze della resistenza o di disarmarle”. […] 

“Mentre noi di Hamas seguiamo da vicino gli sviluppi di questo accordo in Libano, esprimiamo il nostro impegno a cooperare con qualsiasi sforzo per stabilire un cessate il fuoco a Gaza. Siamo ansiosi di porre fine all’aggressione contro il nostro popolo nel quadro dei termini nazionali concordati, che includono un cessate il fuoco, il ritiro delle forze di occupazione, il ritorno degli sfollati e la realizzazione di un accordo di scambio di prigionieri autentico e completo”. Hamas dunque annuncia di essere pronto a un cessate il fuoco in cambio dei suoi prigionieri. 

I punti chiave dell’accordo siglato con il Libano sono 13: 1) Hezbollah e tutti gli altri gruppi armati presenti nel territorio libanese non effettueranno alcuna azione offensiva contro Israele 2) Israele, a sua volta, non effettuerà alcuna operazione militare offensiva contro obiettivi in ​​Libano, anche da terra, aria e mare. 3) Israele e Libano riconoscono l’importanza della Risoluzione n. 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. 4) Entrambe le parti si riservano il diritto di legittima difesa nell’ambito delle convenzioni internazionali. 5) Le forze militari e di sicurezza ufficiali del Libano saranno l’unico corpo armato autorizzato a portare armi o utilizzare forze nel sud del Libano. 6) Tutta la vendita, fornitura o produzione di armi o materiali relativi alle armi al Libano sarà sotto la supervisione e il controllo del governo libanese. 7) Tutte le strutture illegali coinvolte nella produzione di armi e materiali correlati saranno smantellate. 8) Tutte le infrastrutture e i siti militari saranno smantellati e tutte le armi illegali che non rispettano questi impegni saranno confiscate. 9) Verrà formato un comitato accettabile per Israele e Libano per supervisionare e assistere nel garantire l’attuazione di questi impegni. 10) Israele e Libano riferiranno qualsiasi potenziale violazione di questi obblighi al Comitato e all’UNIFIL (la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano). 11) Il Libano schiererà le sue forze di sicurezza ufficiali e le forze armate lungo tutti i confini, i valichi di frontiera e la linea che definisce la regione meridionale in conformità con il piano di spiegamento. 12) Israele ritirerà gradualmente le sue forze dal sud verso la Linea Blu entro un periodo massimo di 60 giorni. 13) Gli Stati Uniti spingeranno per negoziati indiretti tra Israele e Libano per raggiungere un accordo sulla democrazia. 

Il Libano è anche chiamato a eleggere un nuovo presidente. Hezbollah non si è mai pronunciato e non ha fatto discorsi sull’accordo, il 26 sera il vicepresidente del consiglio politico di Hezbollah, Mahmoud al-Qamati, ha espresso dubbi sull’impegno del primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a un possibile accordo di cessate il fuoco in Libano. Ha detto ad Al Jazeera Qatar: “Abbiamo dubbi sull’adesione di Netanyahu all’accordo di cessate il fuoco, perché siamo sempre stati ingannati e presi in giro da lui, e non gli permetteremo di intrappolarci con questo accordo”.

Alla fine però tutto è andato come previsto. Secondo gli analisti vicino a Hezbollah l’accordo è una capitolazione implicita a Hezbollah. Gli analisti di Hezbollah si sono soffermati sul termine usato da Netanyahu durante la conferenza stampa: ”Israele ha accettato” il cessate il fuoco, il che significa che è stato Hezbollah a offrirlo. “Quando offri qualcosa, sei in una posizione di potere, detti le regole e le condizioni, sei tu quello che può fare le richieste”.

Secondo gli analisti vicino a Israele invece a perdere in questo accordo è stato Hezbollah: “Non si può iniziare a svelare la cronologia della Terza Guerra del Libano senza andare oltre l’8 ottobre, quando Hezbollah iniziò ad attaccare il nord di Israele a sostegno di Hamas. Tutto iniziò anni fa, quando il Mossad impiantò ordigni esplosivi all’interno di cercapersone e walkie-talkie per gli agenti di Hezbollah!”.

Seguendo questo altro filone di analisi, Israele ha sempre saputo del 7 ottobre e ha cercato di attirare l’attenzione e la simpatia del Medio Oriente. E l’analisi continua: […] Un’organizzazione pericolosa e minacciosa come Hezbollah, agli occhi di Israele, non può essere lasciata senza esame. È plausibile, se non certo, che Hezbollah sia stata, per molti anni, infiltrata da spie israeliane, che potrebbero non manomettere le attività di Hezbollah, ma fornire informazioni a Tel Aviv su minacce circostanziali e attuali alla sicurezza israeliana. Se Israele sapeva che Hamas avrebbe attaccato Israele il 7 ottobre, cosa che ha fatto, allora Israele sapeva con certezza che anche Hezbollah si sarebbe coinvolto. Non c’è dibattito”.

E continuano affermando: “L’unica cosa in discussione è quanto peggiorerà la situazione per l’Asse della Resistenza. Netanyahu ha chiarito nel suo discorso che l’Iran è il prossimo obiettivo. La nuova amministrazione Trump darà a Netanyahu qualsiasi cosa e vuole per quanto riguarda la messa in ginocchio dell’Iran”.

E chiosa: “Il cessate il fuoco messo in atto il 27 novembre pone fine al fronte libanese per sempre. È altamente improbabile che Hezbollah ricominci a sparare. La sua leadership è stata decapitata e, sebbene la sua forza militare sia stata messa alla prova, non è stata distrutta. In breve, Hezbollah è ancora funzionale come organizzazione e non ha perso la sua capacità di minacciare Israele, ma il cessate il fuoco messo in atto rende Hezbollah una non-minaccia, almeno per il momento. Israele ha raggiunto il suo obiettivo: non ha distrutto Hezbollah, ma la pacificazione tramite un accordo di cessate il fuoco è comunque una vittoria per Israele. Qualsiasi dichiarazione contraria da parte dei “resistenti” è un meccanismo di difesa”.

A ben guardare la situazione, però, hanno perso tutti, sono morte molte, troppe persone che non hanno mai gridato alla guerra. Israele ha accettato l’accordo anche perché non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi nella campagna del Libano e a spingere Hezbollah oltre il fiume Litani.

Israele in realtà non è riuscito a catturare un singolo insediamento importante, nonostante abbia perso oltre 60 carri armati Merkava e un gran numero di personale militare. Israele non è affatto riuscito a far tornare gli sfollati nel Nord. Ha praticamente perso questa battaglia nonostante il fatto che avesse il pieno supporto di USA, UK, Francia e Germania, e altri paesi europei con tutti i tipi di armi, denaro e unità speciali. 

Ma ciò che è riuscito a far accettare a Hezbollah un cessate il fuoco è stato il bombardamento e la distruzione di edifici civili in tutto il Libano. La pressione su Hezbollah all’interno del Libano ha iniziato a crescere. Hezbollah non aveva razzi con la stessa potenza distruttiva di quelli degli USA che Israele usava, quindi da qui Hezbollah non poteva reagire con la stessa misura e impedire a Israele di bombardare le infrastrutture civili, quindi Hezbollah non è riuscito a proteggere la popolazione civile.

In pratica, Israele ha costretto Hezbollah a cessare il fuoco bombardando in profondità il Libano e colpendo non solo siti di Hezbollah come ha sempre affermato ma anche i civili, quindi Israele non come aveva annunciato che avrebbe sconfitto Hezbollah che li avrebbe cacciati dal Libano meridionale con la forza militare ma con le bombe sui quartieri e le città del Libano.

Ma per tutti gli ottimisti ci sentiamo di dire che ancora non è finita. Adesso la pressione è iniziata sulla Siria. Bombardamenti israeliani hanno “sdraiato” i valichi di frontiera, Israele sta costruendo una linea di confine sulle alture del Golan; ha già iniziato a costruire. E guarda caso contemporaneamente all’annuncio del cessare il fuoco è iniziata una offensiva di Joulani HTS, nei confronti di Assad e degli alleati russi e iraniani. HTS ricordiamo è stato alleato di al Qaeda, di ISIS e prende soldi da chiunque sia disposo a dargli potere in Siria. 

Una milizia alleata con Joulani, Jaysh al Izza, nel pomeriggio del 27 annunciando il suo supporto a Joulani ha detto in un comunicato che il loro obiettivo è cacciare gli sciiti dal Siria. Sciiti aumentati di numero in Siria da quando sono arrivati gli iraniani che hanno sostenuto insieme a Hezbollah il governo di Assad contro i ribelli. Ad oggi i ribelli si sono diretti contro la 146esima a ovest di Aleppo. I raid russi e l’artiglieria di Assad sono già al lavoro. 

Tatticamente sarà un bagno di sangue, strategicamente questo per Israele potrebbe essere la fine del commercio di armi da Teheran a Beirut e poi c’è l’Iran che ha già dato di essere pronto per un nuovo attacco contro Israele. Insomma il 2025 sarà ancora tempestato di bombe in Medio Oriente. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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