Le Forze libanesi e i partiti Kataeb hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali di congratulazioni con il presidente eletto degli Stati Uniti Trump per la sua vittoria. Hanno sottolineato la relazione tra Libano e Stati Uniti e il continuo supporto degli Stati Uniti alle istituzioni libanesi legittime. Nella dichiarazione, Samir Gaegea ha parlato di come libanesi e americani condividano gli stessi valori in difesa dell’umanità libera, sicura e indipendente.
Il generale iraniano Ali Fadavi, vice comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC), ha sottolineato l’impegno dell’Iran a fornire una risposta all’attacco aereo israeliano del 26 ottobre su obiettivi iraniani, osservando che Tel Aviv deve attendere la rappresaglia dell’Iran.
L’ayatollah Khamenei si rivolge ai membri dell’Assemblea degli esperti: “La resistenza palestinese ha combattuto nove guerre contro Israele negli ultimi 15 anni, tutte concluse con vittorie per la resistenza. Anche oggi, la resistenza palestinese è stata vittoriosa, contrariamente a ciò che le persone semplicistiche vedono in superficie”. “Hezbollah è forte. Se Dio vuole, il mondo vedrà il giorno in cui il regime sionista sarà chiaramente sconfitto da Hezbollah”. “Le lotte palestinesi e libanesi porteranno sicuramente alla vittoria della Resistenza”.
Nella giornata del 7 novembre 4 militari della Malesia di UNIFIL sono rimasti feriti a seguito di un attacco di un drone israeliano mentre erano in transito nei pressi di Sidone.
Ed ora uno sguardo alla linea del fronte con il Libano aggiornato alle ore 15:30 del 7 novembre.
Aerei israeliani hanno preso di mira Dahyeh, Beirut. Attaccata Al-Ouzai che si trova proprio accanto all’aeroporto internazionale di Beirut. In un comunicato le IDF riferiscono di aver colpito obiettivi di Hezbollah nell’area di Dahyeh a Beirut: “L’IAF ha colpito centri di comando, depositi di armi e infrastrutture terroristiche nell’area di Dahyeh a Beirut. Tutti gli obiettivi erano inseriti nel cuore di un’area civile”.
Aerei da combattimento israeliani hanno effettuato nella mattina del sette novembre una serie di attacchi contro obiettivi di Hezbollah nella città di Nabatiyeh, nel sud del Libano, hanno riferito le forze di difesa israeliane. Secondo i militari, le strutture contenevano posti di comando e depositi di armi appartenenti a Hezbollah. Prima degli attacchi, le forze di difesa israeliane avevano avvertito i civili di evacuare.
Nel Libano meridionale, Israele spinge per catturare la città di Bint Jbeil con l’appoggio dei cristiani. Le forze israeliane si sono spostate dal villaggio di Rmaych verso il villaggio cristiano di Ain Ebel e hanno attaccato le posizioni del movimento di resistenza libanese Hezbollah a est e a sud del villaggio di Hanine. Precedenti resoconti indicavano anche che l’obiettivo della 36a Brigata dell’esercito israeliano in questa operazione è catturare e distruggere la città di Bint Jbeil. Per raggiungere questo obiettivo, l’esercito israeliano deve lanciare attacchi da tre assi: Aitaroun (a est di Bint Jbeil), Maroun El-Ras (a sud di Bint Jbeil) e Ain Ebel (a ovest di Bint Jbeil). Ain Ebel è un villaggio cristiano e c’è un’alta probabilità che i suoi residenti si comportino in modo simile a quelli di Rmaych durante lo scontro ovvero sostengano Israele. Tuttavia, Hezbollah è presente nel villaggio di Hanine, il che rende la situazione in questo asse diversa da quella di Rmaych, e il sostegno dei cristiani potrebbe non avere un impatto significativo sugli sviluppi della guerra in corso.
In una lunga dichiarazione rilasciata dalla Sala Operativa della Resistenza Islamica sugli sviluppi sul campo della “Battaglia dei Coraggiosi” nome che ha preso l’operazione in risposta alle azioni di Israele in Libano Sud, così denominata da Naim Qassem, nuovo numero uno di Hezbollah. Ne riportiamo degli stralci:
Conflitto di terra: “Il 28-10-2024, le unità israeliane hanno iniziato ad avanzare verso la città di Khiam con un gran numero di uomini e veicoli e con una pesante copertura aerea su tutta l’area circostante e sovrastante la città, in mezzo al posizionamento delle forze dell’esercito nemico in prima linea nelle aree di Tal Nahas, Al-Hamams e Al-Majidiyah Plain. […] I combattenti della Resistenza islamica hanno preparato un piano di difesa antincendio, il cui pilastro principale era il fuoco missilistico e di artiglieria attraverso un gran numero di bersagli simultanei e mirati dei movimenti, delle posizioni e dei percorsi di avanzamento israeliano all’interno del territorio libanese e nell’entroterra occupato”.
“Nel corso di tre giorni consecutivi, sono state eseguite più di 70 operazioni di puntamento (50 delle quali nella periferia meridionale e orientale della città), colpita una posizione di soldati nell’insediamento di Metulla con un missile guidato”.
E ancora si legge: “Oltre a colpire il gruppo di sicurezza nell’area di Tal al-Nahhas con un missile guidato, sbarramento missilistico contro raduni di soldati e veicoli nemici nell’area di Wadi al-Asafir sul lato sud-orientale della città, utilizzando missili di qualità e precisi con una testata di 250 kg di materiali altamente esplosivi”.
Secondo la Sala Operativa: “Un gran numero di bersagli è stato colpito nelle retrovie delle forze che partecipavano all’attacco alla nostra terra in modo deliberato e specifico attraverso un attacco contro i raduni delle forze israeliane che assicuravano l’attacco alla città di Khiam, nel sito e nell’insediamento di Metula e nei frutteti circostanti, con 11 bombardamenti missilistici concentrati e proiettili di artiglieria, ottenendo colpi confermati; attacco contro un campo di addestramento, al quartier generale di comando nell’insediamento di Ayelet Hashahar, nell’insediamento di Yesod Hama’ala, un’area di assemblaggio di veicoli corazzati nell’insediamento di Sha’al e un quartier generale di comando nell’insediamento di Shamir, con 23 sbarramenti missilistici”. Le forze armate Israeliane sono state costrette la notte di giovedì 31-10-2024 a ritirarsi dietro il confine e a usare elicotteri militari per trasportare morti e feriti e a far entrare veicoli speciali per trainare i carri armati distrutti”.
Secondo la sala operativa al momento “è stata bloccata la forza dell’esercito israeliano che ha cercato di avanzare, sabato scorso, attraverso il confine verso il villaggio di Hula”. Israele ha spostato 40 veicoli (carri armati – veicoli blindati – veicoli trasporto truppe) guidati da due bulldozer militari, con l’obiettivo di aprire percorsi per i veicoli per passare verso il centro della città ma Hezbollah ha usato da due missili anticarro Kornet, contro i bulldozer. Gli israeliani si sarebbero riparati nei confini orientali della città e sono stati presi di mira con tre sbarramenti missilistici con un intervallo di 5 minuti tra ogni sbarramento e più di 60 missili.
Israele avrebbe dunque deciso di non stabilirsi all’interno dei villaggi di Al-Haffa, “e si è ritirato da un certo numero di città, verso le quali era avanzato, oltre il confine, in mezzo a estese operazioni di rastrellamento da siti di confine, posizioni di artiglieria e incursioni aeree da parte di aerei da guerra su queste città, come sta accadendo ad Aita al-Jabal, Ramia, Mays al-Jabal, Blida, Khiam e altre”.
E oltre: “Raffica di missili contro i militari israeliani anche mentre le IDF cercavano di mettere sotto assedio Naqoura nel settore occidentale, e mentre cercavano di infiltrarsi nell’area di Wazzani nel settore orientale”.
Aumentata la conflittualità tra IDF e Hezbollah a Khaybar. Hezbollah rivendica attacchi su centri strategici e di sicurezza israeliani, strutture e basi, a una profondità di 145 km all’interno di Israele utilizzando missili e droni. Il numero di operazioni nell’ambito della serie di operazioni Khaybar “dal suo lancio l’11-01-2024 ha raggiunto le 56 operazioni, 18 delle quali si sono verificate durante la scorsa settimana. Oltre alle operazioni che hanno raggiunto i loro obiettivi militari, più di 2 milioni di coloni in un’area di oltre 5.000 km2 e a una profondità di 145 km all’interno di Israele, sono stati costretti a entrare nei rifugi e interrompere ripetutamente lo studio, il lavoro e il traffico aereo con ogni operazione che è stata eseguita”.
La sala operativa di Hezbollah riferisce: “I coloni che sono stati avvertiti della necessità di evacuare i loro insediamenti non dovrebbero tornarci poiché sono stati trasformati in obiettivi militari a causa del contenimento di quartier generali di comando, caserme e fabbriche militari, postazioni di artiglieria e basi missilistiche e stazioni per servizi logistici e di personale per le forze che attaccano il territorio libanese”.
Secondo la Sala Operativa: “I nostri combattenti sono stati finora in grado di costringere le forze israeliane a fermarsi solo ai confini dei villaggi di confine e impedire loro di avanzare verso i villaggi della seconda linea del fronte o di avvicinarsi al corso del fiume Litani”.
Enormi esplosioni hanno scosso l’Alta e la Media Galilea, nel nord di Israele, in seguito al lancio di grandi salve missilistiche dal Libano: 10 missili verso Nahariya: 10 missili verso Akko: 5 missili verso Haifa: 10 missili verso Tiberiade: 30 missili verso la Galilea. Si apprende da fonti libanesi che per l’attacco di Hezbollah contro la base militare di Tzrifin alla periferia dell’aeroporto Ben Gurion ha usato missili balistici a corto raggio Fateh-110 di fabbricazione iraniana. Qui tratta del primo attacco missilistico balistico di Hezbollah contro l’esercito israeliano durante il recente scontro. I precedenti attacchi del movimento di resistenza libanese sono stati condotti utilizzando razzi pesanti come Fadi, Qader, Nasr e altri razzi.
Le al Quds e le al Saraya sostengono di aver abbattuto e controllato un drone israeliano durante gli scontri nella città di Jenin.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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