#ISRAELHAMASWAR. Hackeraggio dei cercapersone: Hezbollah ha sottovalutato Israele. Iran: il Mossad ci ha provato anche con noi

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Secondo i critici della sociale fera di Hezbollah pur non disprezzando le loro gesta, affermano che: “Israele ha accumulato truppe ed equipaggiamento sul confine settentrionale negli ultimi 10 mesi. Hezbollah non ha fatto quasi nulla per ridimensionare questo fenomeno, affrontarlo in modo preventivo o stabilire una deterrenza affidabile con Israele. In breve, Hezbollah ha ignorato la realtà delle ambizioni di Israele, che è quella di distruggere tutte le minacce vicine, in una guerra”.

Di fatto, cartina alla mano Hezbollah ha bombardato sempre gli stessi siti, senza oltrepassare quei confini della risoluzione 1701 della risoluzione ONU. Anche perché come aveva enunciato Nasrallah in uno dei suoi primi discorsi dopo il 7 ottobre 2023. Hezbollah sarebbe entrato in campo direttamente solo se Hamas e le sue milizie non avessero vinto su Israele. Il compito di Herzbollah dunque era quello di portare a una guerra di logoramento. 

Sempre via social si legge: “Hezbollah ha avuto tutto il tempo per preparare le difese per qualcosa come il post attacco ai cercapersone. Avrebbero dovuto, e probabilmente sapevano, che Israele stava pianificando di spostare la prima linea a nord. Hanno chiaramente ignorato tutte le possibili minacce e hanno scelto di fingere di essere ‘i re della collina’”.

“Oggi, Israele ha compiuto una grottesca e disumana violazione non solo della sovranità del Libano, ma anche della dignità dell’umanità. Far saltare in aria i cercapersone e mettere a rischio decine di migliaia di civili è qualcosa che Israele ha più che dimestichezza con fare, ma Hezbollah ha nascosto la testa sotto la sabbia e ha fatto finta che tutto andasse bene”.

“Gli attacchi di oggi in Libano hanno paralizzato Hezbollah, non del tutto, ma sicuramente per un po’. Centinaia, se non migliaia di combattenti hanno perso dita, arti e vista. I feriti di oggi probabilmente non torneranno mai più a combattere. Gli ospedali sono ora pieni di innocenti feriti e Hezbollah non attaccherà mai Israele quando le sue comunicazioni saranno paralizzate e i suoi ospedali pieni”.

L’account scrive: “Hezbollah se l’è cercata. Resistere a Israele con ‘forti parole di condanna’ e attacchi minuscoli e cauti non è sufficiente a tenere Israele sotto controllo. In effetti, ha dato energia a Israele e lo ha spinto a spingersi ancora oltre”.

E poi chiosa: “Forse l’Asse della Resistenza si sveglia alla realtà della propria inettitudine, inazione e debolezza, ma probabilmente non lo farà. Eterna mentalità da terzo mondo”.

In risposta un account più vicino a Hezbollah dice: “Niente di tutto questo significa che Hezbollah è caduto e sconfitto. Ma non si può negare che la deterrenza che non solo Hezbollah ma anche l’Asse della Resistenza un tempo deteneva, la minaccia che un tempo possedeva, il controllo che esercitava su Israele; tutto questo è stato svelato oggi. Sebbene gli attacchi ai cercapersone in Libano non siano stati massicci e certamente non abbastanza da “paralizzare” Hezbollah, sono un imbarazzo, un enorme fallimento della sicurezza e uno che l’Asse della Resistenza si è prefissata”.

Ma c’è dell’altro, mentre tutto il mondo filo palestinese è in attesa dei documenti che testimonino come Israele abbia fatto a colpire i cerca persone, i servizi segreti iraniani hanno denunciato il piano del Mossad di installare connettori esplosivi. 

Diversi anni fa, i servizi di intelligence iraniani scoprirono un’operazione organizzata dal Mossad israeliano, il cui scopo era sabotare i programmi missilistici e droni iraniani attraverso la catena di fornitura dei componenti. Israele ha collocato esplosivi in ​​piccoli connettori elettrici di circa 7 cm che l’Iran ha acquistato sul mercato internazionale per i suoi sistemi missilistici.

Questi componenti sembravano connettori elettrici ordinari ed economici, che costavano solo circa 10 dollari, il che non forniva una base economica per la loro produzione interna in Iran. Il Mossad era riuscito a modificare questi connettori in modo tale da trasformarli in grilletti meccanici in grado di far esplodere i missili in un momento preprogrammato, il che avrebbe potuto portare a una distruzione massiccia.

Tuttavia, l’intelligence iraniana ha scoperto in tempo questo sabotaggio e ha giocato un gioco strategico per identificare e distruggere l’intera squadra del Mossad coinvolta nell’operazione sia sul mercato internazionale che attraverso i suoi fornitori locali.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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