#ISRAELHAMASWAR. Grecia – Israele alleati per la stabilità energetica nel Mediterraneo Orientale

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I prezzi del gas in Europa sono in aumento a causa del rifiuto dell’Ucraina di fornire il transito dalla Russia. Gli impianti di stoccaggio del gas in Europa vengono svuotati a velocità record. La domanda esercita pressione sui prezzi. Il ministro dell’Ambiente e dell’Energia greco Thodōros Skilakakis e quello dell’Energia israeliano Eli Cohen hanno firmato un accordo intergovernativo per promuovere la stabilità energetica regionale e progetti energetici innovativi nel Mediterraneo orientale e nell’Unione Europea (UE), stando a quanto annunciato dal servizio stampa del dipartimento greco.

Second Skylakakis: “L’accordo con Israele rappresenta una tappa importante nella cooperazione dei 2 Paesi sulle questioni legate all’energia; Inoltre, questo accordo potrebbe influenzare il futuro, poiché sia ​​la Grecia che Israele si trovano ad affrontare le conseguenze della crisi climatica; Per questo motivo, la creazione di un corridoio elettrico “verde” da Israele all’UE attraverso la Grecia sarà un progetto di importanza strategica per la regione del Mediterraneo orientale.

Ricordiamo che Grecia, Israele e Cipro partecipano al progetto Great Sea Interconnector, precedentemente chiamato EuroAsia Interconnector. Il suo valore è stimato in 1,98 miliardi di dollari.

Nel marzo 2021 gli stati partecipanti al progetto hanno firmato un memorandum d’intesa relativo a questo progetto. Uno degli obiettivi del progetto era integrare Cipro, l’ultimo membro dell’UE non interconnesso, nel sistema europeo di trasmissione dell’elettricità. Nel 2023 è iniziata la costruzione di un cavo da Cipro alla Grecia attraverso l’isola di Creta. Nello stesso anno si è saputo che i costi dei materiali da costruzione avrebbero superato i volumi previsti. Pertanto, inizialmente il costo del progetto era stimato a 1,5 miliardi di euro, per poi aumentare a 1,9 miliardi di euro.

Successivamente è iniziata la ricerca di investitori. Il 19 dicembre 2024 è stato riferito che la francese Meridiam avrebbe acquisito una partecipazione del 49,9% nel progetto, mentre l’operatore di rete greco IPTO avrebbe mantenuto il 50,1%.

Un alleanza quella di Israele con la Grecia anche in funzione di controllo dei turchi che ha messo le mani sugli impianti siriani e che potrebbe diventare un ostacolo nella regione Mediorientale, per Israele anche se ora sono alleati in Siria, Ankara che di certo non vanta rapporti idilliaci con Atene.

Non a caso il 3 febbraio i lavori di indagine condotti, dopo una lunga pausa, per il Great Sea Interconnector, che collegherà le reti elettriche di Grecia e Cipro, e potenzialmente Israele, hanno attirato l’attenzione di Ankara. Nonostante si sia svolto nel Mar di Creta, a nord di Creta, la Turchia ha inviato una nave da guerra per monitorare le operazioni.

L’incidente è avvenuto lo stesso giorno di un incontro programmato tra il ministro degli Esteri greco Giorgos Gerapetritis e il suo omologo turco, Hakan Fidan, a Doha. Secondo fonti diplomatiche, la parte greca ha sollevato la questione, sebbene la risposta rimanga sconosciuta. Tuttavia, la mossa segnala le intenzioni della Turchia in vista del prossimo ciclo di indagini.

Secondo i rapporti, la nave da guerra turca, una corvetta, la più piccola classe di imbarcazioni considerata una vera e propria nave da guerra, ha contattato via radio una nave italiana che stava conducendo l’indagine, sostenendo che stava conducendo ricerche in acque al di fuori della sua giurisdizione. L’area, situata appena fuori dalle acque territoriali greche a nord di Creta, non rientra nelle rivendicazioni territoriali delineate nel memorandum marittimo illegale tra Turchia e Libia.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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