
Il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo Michael Fakhri ha detto: “Israele usa sistematicamente la vita dei bambini palestinesi come merce di scambio e il cibo come arma. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione per descrivere l’orrore di ciò che Israele sta facendo nella Striscia di Gaza. Abbiamo affermato che Israele sta commettendo genocidio, carestia e crimini di guerra e che i paesi del mondo devono imporre immediatamente sanzioni nei suoi confronti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Amnesty International che afferma che il blocco di Gaza da parte di Israele è “prova di intenti genocidi” fonte Rushdi Radwan.
Più nello specifico va il Comunicato stampa emesso dall’Alta Commissione per gli Affari Tribali – Gaza: “Gaza sta entrando in una pericolosa fase di carestia. Il mondo è chiamato ad agire immediatamente. Alla luce del soffocante blocco in corso nella Striscia di Gaza e del silenzio complice della comunità internazionale, l’Alto comitato per gli affari tribali avverte che Gaza sta entrando in una fase estremamente pericolosa di carestia di massa, che minaccia la vita di centinaia di migliaia di persone innocenti, in particolare bambini, che ora vengono privati dei beni di prima necessità”.
E ancora si legge: “Scene di bambini umiliati, di famiglie che cercano cibo tra le macerie delle loro case e di malati che muoiono in silenzio sono diventate parte della realtà quotidiana della popolazione di Gaza. Vi avvertiamo che un giorno saremo costretti a seppellire i nostri figli che muoiono di fame, una scena che sarebbe una macchia sulla fronte dell’umanità. Noi, il Consiglio supremo per gli affari tribali, chiediamo alla comunità internazionale, alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie di adottare misure urgenti e immediate per salvare i membri rimanenti del nostro popolo e aprire corridoi sicuri e sostenibili per l’ingresso di cibo e medicine, prima che sia troppo tardi. Chiediamo inoltre la formazione di comitati di protezione popolare in tutte le aree della Striscia di Gaza per contrastare la diffusione del caos e respingere i tentativi di saccheggio e furto che ora minacciano la sicurezza delle persone e delle loro proprietà, data la mancanza di ordine e il declino delle misure di protezione ufficiali”.
Il capo del Consiglio supremo islamico di Gerusalemme, lo sceicco Ikrima Sabri ha invece parlato di recente dell’accesso alla Sacra moschea per le tre religioni monoteiste: “È chiaro ed evidente che si è verificata un’escalation nelle incursioni nella sacra moschea di Al-Aqsa dall’inizio della guerra di Gaza e che Israele ha rafforzato la sua presa sulla città di Gerusalemme, isolandola dalle altre città. La città di Gerusalemme è sotto assedio e la moschea di Al-Aqsa è sotto assedio e sotto stretta sorveglianza sin dalla guerra di Gaza. Molti giovani musulmani vengono deportati e la politica di deportazione è sconosciuta ma nota al mondo. Nessun Paese allontana le persone dai loro luoghi di culto, eccetto le forze di Israele che prendono di mira la moschea di Al-Aqsa per imporne il controllo e la sovranità. Le misure aggressive mirano a imporre il controllo sulla moschea di Al-Aqsa e a cambiare lo status quo in vigore dal 1967. Mirano inoltre a giudaizzare la città di Gerusalemme e a preservarne il carattere ebraico”.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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