La portaerei nucleare americana CVN 75 Harry S. Truman è entrata nel Mar Mediterraneo, superando lo Stretto di Gibilterra, mentre tutti erano in attesa dell’annuncio del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollsah. “Siamo nelle fasi finali di un accordo di cessate il fuoco in Libano. L’accordo di cessate il fuoco in Libano è il risultato di intensi sforzi diplomatici da parte degli Stati Uniti e dei suoi partner, come la Francia”, riferisce Antony Blinken, Segretario di Stato degli Stati Uniti.
Notizie che stonano con le dichiarazioni militari israeliane. “Stasera bombarderemo centinaia di obiettivi in Libano”, riferisce un alto funzionario della sicurezza israeliano ai media stranieri prima del discorso di Netanyahu.
Secondo Yedioth Ahronoth: “Israele avrebbe probabilmente dovuto affrontare una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per fermare la guerra in Libano. La necessità di alleviare le sue esauste forze di riserva in Libano e Gaza ha spinto verso l’accordo”.
Nella giornata del 26 di novembre altri 20 edifici a Beirut sono stati bombardati. Caos per le strade in cerca di una via di fuga. Tra i primi commenti arrivati elle redazioni israeliane| quella dell’ex capo di stato maggiore e attuale parlamentare della Knesset Gadi Eisenkot: “Dire che l’esercito libanese smantellerà le capacità di Hezbollah è una barzelletta”. “Persino il nemico sa cosa è reale e cosa non lo è”.
Il ministro degli Esteri libanese ha riferito che l’esercito schiererà 5.000 soldati nel sud del paese come parte dell’accordo di cessate il fuoco.
Resta invece alta la preoccupazione per la minaccia Iran. Secondo il Capo di Stato Maggiore iraniano Mohammad Bagheri, Israele ha oltrepassato la linea rossa con un massiccio attacco aereo un mese fa. “Risponderemo all’ultima aggressione di Israele con una risposta che andrà oltre la loro immaginazione”, ha detto Bagheri in un incontro con i comandanti, come riportato dall’agenzia Isna. “L’Iran non lascerà mai senza risposta un attacco al suo territorio, e in questo caso, avrà sicuramente una risposta appropriata”.
È emerso il video del danno alla nave portacontainer Tavvishi danneggiata dagli Houthi: la parte posteriore è stata colpita e i container sono stati danneggiati. L’attacco è stato registrato l’11 giugno scorso.
Ed ora uno sguardo alla Linea del fronte. È giallo sulle mappe IDF risultate sbagliate in almeno due casi, quella che indica i luoghi colpiti a Beirut e quella che indica la rotta delle armi in Siria.
Ed ancora risultano errati i dati pubblicati in merito al raggiungimento del fiume Litani da parte delle truppe israeliane. Molto strano per l’elevata precisione IDF. Le montagne orientali del Libano (al confine con la Siria) sono state attaccate da Israele. Colpita anche la periferia della città siriana di Homs, secondo le autorità governative siriane.
Per tutta la giornata, l’esercito israeliano ha attaccato edifici a Beirut, intorno a Beqaa e nel sud del Libano. Bombardamenti dell’artiglieria hanno raggiunto Naqoura. Continua la distruzione degli edifici a Chama.
Da una fonte di Hezbollah al fronte si apprende che vi sarebbe: “Una calma tesa nelle città di Al-Bayyada e Naqoura nel Libano meridionale dopo il fallimento dei soldati “israeliani” nell’avanzare verso di noi. I bombardamenti di artiglieria sono concentrati nelle loro periferie e ai margini di Tair Harfa”.
Secondo il corrispondente di Al-Akhbar: “Le forze israeliane continuano le loro operazioni di riposizionamento nelle città di confine, precedentemente occupate. In preparazione al loro ritiro, hanno lanciato pesanti attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria nelle periferie di Khiyiam, Ainata, Kounin, Bint Jbeil, Tairi, Hanin e Rshaf, a partire dal 25 sera”.
Nel primo pomeriggio le forze israeliane si sono ritirate dalle città di Chama e Tayr Harfa verso Alma al-Shaab~ (Ali Shuaib).
Smentita da una analisi OSINT – Fact Cheking la notizia dei militari israeliani che hanno affermato di essere a 10 km dal confine quando hanno pubblicato le foto vicino al fiume Litani, sono in realtà a 3 km dai confini dell’insediamento di Metula, che si trova a ovest della città di Deir Mimas, i militari israeliani vi sono entrati dalla città e hanno conquistato Kfarkila. Il punto si trova specificamente vicino al vecchio mulino sotto il monastero”.
Intorno alle 15:00 gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira la città di Tiro, nel Libano meridionale. Nessun cambiamento oggi nel quartiere Daahiya di Beirut. Diversi attacchi aerei israeliani allo stesso tempo hanno preso di mira edifici nella periferia sud di Beirut. L’attacco aereo israeliano su Beirut ha distrutto un edificio a Noueiry. Nel tardo pomeriggio ripresi anche attacchi aerei sulla valle del Beka a Nabi Chit, Khodor, Maylasoun (quartiere di Al-Ghadeer), Massa, Al-Salouki a Shmustar e la periferia di Qousaya.
Secondo Yedioth Ahronoth: i dati provenienti dal nord indicano una vasta distruzione causata dal fuoco di Hezbollah. Secondo dati parziali, 9.000 edifici e 7.000 veicoli sono stati danneggiati. Nahariya, Kiryat Shmona, Zar’it, Manara e Shetula sono gli insediamenti più colpiti. David Azoulay, capo del consiglio di Metulla, ha detto che stava esortando i residenti a non tornare e a trovare un posto a Tel Aviv.
Ha riferito: “Chiunque affermi che gli obiettivi della guerra sono stati raggiunti non sta dicendo la verità. Sebbene la minaccia di infiltrazioni e tunnel sia stata quasi completamente rimossa, siamo ancora sotto la minaccia del fuoco anticarro, soprattutto a Metulla, che è stata colpita da oltre 450 razzi l’anno scorso”.
Nella giornata del 26 novembre diversi razzi sono caduti a Kiryat Shmona, causando danni. Due droni lanciati dal Libano sono esplosi di mattina in un sito dell’esercito israeliano nella zona del Monte Hermon, causando feriti. Nel pomeriggio esplosioni sono state udite ad Haifa.
Alle 18:00 uno sciame di droni si è infiltrato nei cieli della Galilea occidentale. E ancora sirene in azione a Haifa e Acri, nel nord di Israele.
Alle 19.20 il Primo Ministro Netanyahu annuncia ufficialmente l’approvazione da parte di Israele dell’accordo di cessate il fuoco. “Attueremo l’accordo, sosterremo la sicurezza e ripristineremo il nord.”, Netanyahu poi aggiunge: “L’accordo di cessate il fuoco significa che ora ci concentreremo sulla minaccia iraniana.”
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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