#ISRAELHAMASWAR. Evacuazione a Rafah, tutto pronto per l’attacco. Houthi: arrestate spie israelo-americane

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Il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che le pressioni dei leader di altri paesi non fermeranno gli sforzi del suo paese per difendersi. Ha osservato che “se Israele è costretto a restare da solo, Israele resterà da solo”. Netanyahu sull’imminente accordo per la liberazione degli ostaggi ha detto: “Israele non può accettare l’opzione di porre fine alla guerra e di ritirare le truppe dalla Striscia di Gaza. Questa è una resa”. Netanyahu ha sempre detto che Israele non retrocederà di un passo e sostanzialmente, ora è tutto è pronto per l’attacco a Rafah. Come scritto da AGC nelle scorse settimane. Si tratta di un’ultima parte di un piano che vuole dividere la Striscia di Gaza in quattro parti. 

Secondo il Financial Times, nelle ultime settimane diversi paesi arabi si sono mostrati aperti alla possibilità di una forza araba di mantenimento della pace nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Un diplomatico arabo ha affermato che diverse capitali arabe hanno ammorbidito la loro posizione sulla possibilità, che è intesa a consentire il ritiro delle forze dell’IDF dalla regione e dare “tempo all’Autorità Palestinese per sviluppare le sue forze di sicurezza”. Giordania e Arabia Saudita si oppongono. Un’altra fonte ha detto che i paesi arabi chiedono che la decisione sulle forze arabe di mantenimento della pace venga approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Nel frattempo si cerca, nonostante il fallimento degli ultimi negoziati, una quadra sul cessate il fuoco e si torna a parlare del riconoscimento della Palestina. Al momenti gli stati nel mondo che riconoscono la Palestina sono 142. 

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan sulla creazione di uno Stato palestinese dichiara: “Quasi tutte le fazioni palestinesi, inclusa Hamas, sono d’accordo con la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967. Quindi, Israele è disposto a rimanere entro i confini del 1967? Questa è la vera domanda. Israele continua a rubare terra in Cisgiordania con il pretesto che “Hamas è nella Striscia di Gaza”

Yolanda Diaz, vice primo Ministro spagnolo, ministro del Lavoro e dell’Economia e leader del blocco di sinistra Somar: “Chiediamo che domani la Spagna riconosca finalmente e ufficialmente lo Stato palestinese. Dobbiamo fermare questa barbarie, non possiamo aspettare un altro giorno.”

La settimana scorsa, l’Amministrazione Biden ha sospeso la fornitura di munizioni di fabbricazione statunitense a Israele. “La sospensione delle forniture di munizioni a Israele da parte degli Stati Uniti non è collegata a una potenziale operazione militare israeliana nella città di Rafah, considerata l’ultima roccaforte del movimento palestinese Hamas, nel sud della Striscia di Gaza”, riferisce la CNN citando una fonte.

Come osserva CNN, un rappresentante del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha fatto riferimento all’assistenza americana in corso a Israele, aggiungendo che gli Stati Uniti hanno deliberato i più grandi stanziamenti aggiuntivi della storia per aiutare Israele e hanno guidato “una coalizione senza precedenti per proteggere Israele dagli attacchi iraniani. “Sottolinea inoltre che, sebbene i funzionari statunitensi restino preoccupati per una possibile operazione israeliana a Rafah, continueranno ad aiutare Israele a difendersi “dalle minacce che deve affrontare”.

Il vice primo ministro belga Petra de Sutter ha annunciato nuove sanzioni belghe contro Israele. “L’appello di Israele per l’evacuazione dei cittadini e dei rifugiati da Rafah e l’invasione annunciata porteranno a massacri. Il Belgio sta lavorando a ulteriori sanzioni contro l’IDF. Oggi a mezzogiorno incontrerò il ministro degli Esteri palestinese Dr. Malki”.

Secondo Reuters, il Qatar sta valutando la possibilità di chiudere l’ufficio politico di Hamas a Doha come parte di un tentativo di riconsiderare il suo ruolo di mediatore nei negoziati tra Israele e Hamas. La fonte dell’agenzia ha affermato che se il Qatar decidesse di non continuare a fungere da mediatore, non vi sarebbe motivo di continuare a consentire la presenza di alti funzionari di Hamas sul suo territorio.

La polizia israeliana ha arrestato la guardia del console greco presso la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme durante la celebrazione del Sabato Santo, alla vigilia della domenica di Pasqua ortodossa. Secondo quanto riferito, le forze israeliane avevano precedentemente installato barriere di ferro attorno alla chiesa.

Gli Houthi hanno postato on line gli interrogatori delle presunte spie Israelo-statunitensi. “I servizi di sicurezza hanno rivelato di essere riusciti, con l’appoggio degli interessati del Ministero della Difesa, ad arrestare nei giorni scorsi diverse spie, reclutate tramite ufficiali e membri di un’entità di intelligence denominata (Force 400) guidata dalla spia ricercata Ammar Afash”. Si legge in un loro servizio televisivo. Una fonte della sicurezza ha spiegato all’agenzia di stampa yemenita Saba che queste spie sono state reclutate per lavorare alla raccolta di informazioni e al monitoraggio dei siti appartenenti alle forze armate yemenite sulla costa occidentale della Repubblica dello Yemen, a beneficio del nemico americano e israeliano.

Ed ora uno sguardo al fronte Israele – Hamas aggiornato al 6 Maggio allo ore 15:00

Dopo l’avvertimento nel nord di Israele, sono stati registrati circa 30 lanci dal Libano in direzione delle alture di Golan. Le forze dell’IDF attaccano le origini dei colpi.

Nel nord di Israele, vicino al confine con il Libano, volano i caccia dell’aeronautica israeliana. L’IDF ha affermato che l’aeronautica ha attaccato circa 15 edifici militari e siti di Hezbollah in un campo militare appartenente alle forze Hezbollah nella regione araba di Al-Luizah, nel sud del Libano. Inoltre, un portavoce dell’IDF ha detto che in seguito agli allarmi attivati ​​nell’Alta Galilea per timori di infiltrazione di aerei nemici, è stata rilevata una munizione vagante che attraversava il territorio libanese fino a Metula.

Nel fine settimana la resistenza Islamica irachena ha rivendicato il lancio di missili Arqab contro Haifa. Nella giornata del 6 maggio invece rivendicato attacco di missili contro Eliat. E ancora nel nord di Israele contro siti militari inviati droni. 

Il leader di Hamas Izzat al-Rishq ha dichiarato che qualsiasi operazione militare a Rafah metterà i negoziati in bilico, e non sarà un picnic per l’esercito nemico, e Netanyahu e il suo governo ne hanno la piena responsabilità.

L’aeronautica israeliana ha attaccato Rafah il 5 maggio e il 6 maggio è iniziato il volantinaggio in cui Israele chiede l’evacuazione da Rafah. In un post si legge: “In vista della prevista invasione di terra, le forze di difesa israeliane hanno distribuito volantini ai residenti di Gaza a Rafah, esortandoli a evacuare la periferia orientale della città in una “zona umanitaria ampliata””. Parliamo di almeno 100mila persone. Alle ore 10:04 i post filo palestinesi hanno parlato di “esodo di massa dei palestinesi da Rafah”.

Il sito militare israeliano Kerem Shalom, a est di Rafah, è stato colpito dai razzi di Hamas. L’IDF ha iniziato a evacuare i quartieri di Rafah: una serie di quartieri orientali vicino al confine israeliano. In chiusura di raccolti dati i apprende di recenti raid israeliani hanno preso di mira le aree del progetto, Abu Halawa, l’aeroporto e Al-Shouka, a est della città di Rafah.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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