A partire dalle 03:00 di ieri è entrato in vigore il cessate il fuoco in Libano tra Hezbollah e Israele. Il presidente francese, Emmanuel Macron tra i paesi protagonisti del dialogo tra Libano e Israele ha riferito: ”Accolgo con favore l’accordo di cessate il fuoco concordato oggi tra Israele e Libano”.
Dall’inizio della guerra, l’8 ottobre 2023, ci sono stati 5.185 attacchi contro Israele dal Libano. Contemporaneamente alla transizione di Israele verso una politica offensiva nel teatro settentrionale, a metà settembre 2024 il numero degli attacchi di Hezbollah ha cominciato ad aumentare. Il mese più impegnativo è stato l’ottobre 2024, quando sono stati effettuati 1.158 attacchi.
Il consigliere e inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, incaricato di negoziare un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Libano, Amos Hochstein, ha affermato che la tregua tra le due parti è permanente e porrà fine alle ostilità.
Il presidente statunitense Joe Biden nel suo annuncio del 26 novembre ha affermato: “Oltre 70.000 israeliani sono stati costretti a vivere come rifugiati nel loro stesso paese, poiché le loro case e le loro attività sono state bombardate. Oltre 300.000 libanesi sono stati costretti a vivere come rifugiati nel loro stesso paese. La guerra imposta da Hezbollah è stato il conflitto più mortale tra Israele e Hezbollah degli ultimi decenni.” “Sono lieto di annunciare che Israele e Hezbollah hanno concordato un cessate il fuoco”. “Intendiamo formalizzare e finalizzare l’istituzione di relazioni tra Israele e Arabia Saudita in futuro, entrambi lo vogliono”.
E ha chiosato affermando: “Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti faranno un nuovo sforzo con Turchia, Qatar e altri per un cessate il fuoco a Gaza”. Precedentemente a confermare le intenzioni di arrivare quanto prima a una tregua a Gaza il segretario di Stato americano Antony Blinken: “Dopo il vertice del G7 in Italia, Blinken ritiene che una soluzione in Libano porterà alla fine delle ostilità a Gaza”.
Fonti del quotidiano Al-Arabi Al-Jadeed riferiscono dal Qatar che una delegazione delle forze di sicurezza egiziane dovrebbe arrivare in Israele nelle prossime ore per incontrare gli alti funzionari israeliani riguardo alla questione degli ostaggi a Gaza.
Le famiglie dei prigionieri israeliani ancora nelle mani della Resistenza hanno organizzato un sit-in davanti all’ufficio di Netanyahu presso la sede della Knesset per fare pressione per la conclusione di un accordo di scambio.
Israele ha ora 60 giorni per ritirare le sue forze rimanenti nel Libano meridionale; in realtà già dalla mattina del 27 novembre le truppe israeliane hanno lasciato il territorio e i civili hanno cominciato ad arrivare in massa. Gli Stati Uniti non manderanno truppe in Libano, mentre sono pronti 5000 soldati libanesi a gestire il sud del libano e il disarmo delle milizie. Il Cessate il fuoco sarà monitorato da UNIFIL che ha il compito di redigere le infrazioni all’accordo segnalate da entrambe le parti.
Per Isaac Herzog, presidente di Israele la mancata restituzione degli ostaggi significa la sconfitta di Israele. In una intervista sul canale i24, l’ex consigliere del primo Ministro israeliano, ammette la sconfitta di fronte a Hezbollah: “Abbiamo concordato con il Libano un accordo inutile perché non siamo stati in grado di riportare i coloni alle loro case nel nord mentre i libanesi sono tornati al sud; quello che abbiamo fatto è irrazionale perché si supponeva che si stabilisse una zona cuscinetto militare e demilitarizzata nel sud Libano, che non è stata menzionata nell’accordo!”
A chiarire i termini dell’accordo il primo Ministro di Israele Benjamin Netanyahu: “La guerra non finirà finché non raggiungeremo tutti gli obiettivi e non riporteremo a casa il popolo del nord sano e salvo. Abbiamo ottenuto un successo incredibile in una guerra su sette fronti. Sono determinato a fare di tutto per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari. Eliminare questa minaccia è il compito più importante”.
“Questo non è lo stesso Hezbollah, lo abbiamo riportato indietro a decenni fa. Abbiamo distrutto tutti gli alti funzionari dell’organizzazione, migliaia di terroristi, abbiamo distrutto la maggior parte della capacità missilistica e delle infrastrutture che ha costruito vicino al nostro confine. Solo tre mesi fa sarebbe sembrata fantascienza, ma ce l’abbiamo fatta”.
E ancora ha riferito: “Il presidente siriano Assad deve capire che sta giocando con il fuoco. In ogni dato momento, guardo il quadro generale, non solo un fronte. Sono determinato a fornire ai soldati ogni mezzo, quindi presenterò un piano di cessate il fuoco. Se Hezbollah viola l’accordo, attaccheremo”.
Netanyahu dunque elenca tre ragioni per accettare l’accordo: Concentrarsi sulla minaccia iraniana “Non entrerò nei dettagli a riguardo” ha riferito, ritardi nella fornitura di armi dagli Stati Uniti: questo ritardo verrà presto eliminato. Isolare Hamas e isolare il teatro delle operazioni.
Nel frattempo si segnala che in Siria HTS ha dichiarato guerra ad Assad ed è partito con una offensiva su Aleppo ovest. In questo momento jet russi stanno attaccando le posizioni dei ribelli di HTS e alleati. Questa nuova ripresa del conflitto in Siria è inutile negare gioca a favore di Israele. Tra gli obiettivi di HTS eliminare la presenza iraniana e sciita sul territorio siriano.
Il primo Ministro libanese Mikati commentando l’accordo ha detto: “Questo è un passo importante verso la calma e la stabilità in Libano e il ritorno degli sfollati. Sottolineiamo l’impegno del Libano ad attuare la risoluzione 1701, rafforzando la presenza dell’esercito nel sud e cooperando con l’UNIFIL. “Chiedo che Israele attui pienamente il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe e il rispetto della risoluzione 1701”. Hezbollah rimarrà attivo, armato e presente a sud del fiume Litani nell’intero Libano meridionale.
Nella mattinata del 27 novembre il presidente del parlamento libanese Nabih Berri ha invitato tutti i libanesi a tornare a casa, compresi coloro che sono fuggiti in paesi come la Siria. Dal Libano sud sono arrivate immagini che mostrano lanciarazzi pesanti “Fadi” di Hezbollah, dopo il cessate il fuoco, circolare liberamente sulle strade. Nel frattempo, l’IDF si è ritirato da quasi tutte le sue posizioni nel sud, meno di 24 ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco.
In Iran Mohammad Bagher Ghalibaf ha sostenuto il cessate il fuco tra Libano e Israele ma ha riferito che: “L’attuazione dell’operazione True Promise 3 (contro Israele ndr) è inevitabile”.
Ed ora uno sguardo alla situazione alle operazioni militari tra Israele e l’Asse della Resistenza.
Il canale libanese al-Mayadeen afferma che tutti i valichi siriano-libanesi sono ora fuori servizio. Nella notte del 26 novembre l’aeronautica militare israeliana ha bombardato ampiamente il confine siriano-libanese, distruggendo tutti i rimanenti valichi di frontiera attivi tra i due paesi.
Militari dell’esercito libanese, nella giornata del 27 di novembre, hanno chiuso tutti gli ingressi che conducono alla città di Khyam, temendo per la sicurezza dei cittadini a causa della presenza delle forze israeliane. Gli abitanti del villaggio libanese sono però entrati a Khiyam, dove un giorno fa è scoppiata una dura battaglia, arrivando a portata di vista dei carri armati Merkava che sono ancora presenti in città. Tutti stanno disobbedendo agli ordini israeliani. Israele ha violato il cessate il fuoco bombardando Khiyam con l’artiglieria e si è sentito il fuoco delle mitragliatrici. La violazione verrà segnalata all’UNIFIL. Anche Israele ha registrato una violazione dell’accordo: i media israeliani stanno ora denunciando una violazione del cessate il fuoco contro le truppe israeliane in ritirata a Khiyam.
Ad Ayta Al Shaab, la gente ha strappato la bandiera israeliana dalla torre dell’acqua, uno dei pochi edifici rimasti in città. I civili libanesi hanno persino raggiunto il muro di confine, compresi villaggi come a Kfar Kila e Aytaroun.
Grandi ingorghi si registrano in tutto il Libano, per il rientro dei profughi libanesi alle loro case, e questo nonostante gli avvertimenti dell’IDF, la gente del posto è tornata nel Libano meridionale a migliaia. Molti hanno già raggiunto le città e i paesi di Tiro e il governatorato di Nabatieh, e alcune famiglie sono già entrate a Bint Jbeil, dove l’esercito israeliano non è riuscito a mettere piede. Rientrate famiglie anche a Zibqeen e in molte altre città vicino alla seconda linea.
La maggioranza delle postazioni delle IDF in Libano sono ora paralizzate o abbandonate. L’IDF ha invece chiesto cautela ai coloni: ”La gente non può tornare al Nord (Galilea) nei prossimi mesi”.
Sempre l’IDF ha riferito: “La catena di comando dell’unità aerea di Hezbollah (127) è stata eliminata: il 26 novembre (martedì), prima che entrasse in vigore il cessate il fuoco, l’ufficiale operativo dell’unità aerea di Hezbollah, responsabile del lancio di UAV e missili da crociera verso Israele, è stato eliminato”. La Radio dell’Esercito di Israeliano: “Dalla mattina, l’accordo di cessate il fuoco è stato violato 4 volte a Kafr Kila, Mays al-Jabal, Khiam e Yaroun”.
L’ultimo scontro importante tra Hezbollah e le forze israeliane si è registrato alle 17:00 del 26 novembre (ora di Beirut), quando Hezbollah ha teso un’imboscata a un gruppo di forze israeliane che si ritiravano da ‘Ebl al-Saqi’ verso Khiyam. Quando il gruppo ha raggiunto il punto dell’imboscata, ha fatto esplodere due IED contro un bulldozer militare e un’unità di fanteria Anche un carro armato ‘Merkava’ che accompagnava il gruppo è stato colpito da un missile guidato, distruggendo sia il carro armato che il bulldozer, con vittime tra i loro equipaggi e ferite confermate tra le forze di fanteria.
Nel frattempo sempre nella notte del 26 novembre l’aeronautica israeliana ha bombardato la filiale di Al-Qard al-Hasan (l’istituto finanziario di Hezbollah) a Sidone. Distrutta anche la banca di Hezbollah a Beirut. Nella giornata del 27 novembre l’esercito libanese ha iniziato a trasferire le truppe a Sidone. Anche i residenti della provincia della Bekaa in Libano hanno iniziato a tornare a casa.
Prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco Hezbollah ha bombardando per la terza volta Kiryat Shmona con pesanti razzi Burkan il tutto in 5 minuti. Impatti segnalati a Kiryat Shmona in seguito a un lancio di razzi da parte di Hezbollah. Hezbollah ha rivelato che un obiettivo colpito il 18 novembre a Tel Aviv era la residenza del comandante dell’aeronautica militare israeliana, il generale Tomar Bar, colpita utilizzando uno squadrone di droni.
Sempre intorno alle 21:00 del 26 novembre un missile balistico lanciato da Hezbollah verso Hadera e Cesarea. Intense intercettazioni sopra Hadera, nel nord di Israele. L’IDF afferma che tre proiettili, probabilmente missili balistici, sono stati intercettati. Alle 01:10 del 27 novembre forte esplosione udita ad Afula, Israele. Prime segnalazioni di un drone di Hezbollah che colpisce una base militare (Shachar 7).
Le IDF continuano l’attività operativa a Jabaliya e Beit Lahia nella Striscia di Gaza settentrionale. In seguito agli avvertimenti anticipati dell’IDF alla popolazione civile di allontanarsi dalla zona di combattimento a Jabaliya e Beit Lahia nella Striscia di Gaza settentrionale, l’artiglieria dell’IAF e dell’IDF ha colpito decine di depositi di armi di Hamas, strutture militari e importanti siti infrastrutturali durante la notte (mercoledì). Questi obiettivi sono stati colpiti a seguito di informazioni raccolte dagli interrogatori sugli uomini di Hamas che sono stati arrestati nella zona.
Inoltre, l’IAF ha colpito ed eliminato Morad Rajoub a Gaza City, uno dei due attentatori coinvolti nell’attacco in cui circa dieci civili sono rimasti feriti nella città di Be’er Sheva nel maggio 2002. Rajoub è stato condannato a 38 anni di prigione ed è stato poi rilasciato nell’accordo di rilascio di Gilad Shalit.
Le al Quds denunciano la distruzione della moschea Al-Qassam nel campo di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, dopo il bombardamento da parte di Israele. Nella notte intensi bombardamenti di artiglieria a est e a ovest della città di Rafah.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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